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Concetti Chiave

  • L'apparato cardiocircolatorio umano è un sistema chiuso che trasporta ossigeno e nutrienti attraverso il cuore e i vasi sanguigni, mantenendo il sangue separato dai tessuti.
  • Il cuore è una doppia pompa muscolare composta da quattro cavità che garantisce la circolazione del sangue ossigenato e deossigenato attraverso la piccola e grande circolazione.
  • La pressione sanguigna è regolata dal cuore, dalle arterie e dal sistema nervoso, assicurando il flusso sanguigno costante attraverso il corpo mediante la vasodilatazione e vasocostrizione.
  • Il sangue, composto da globuli rossi, bianchi e piastrine sospesi nel plasma, svolge un ruolo cruciale nel trasporto di ossigeno, nutrienti e nella risposta immunitaria.
  • Il sistema linfatico, privo di un organo propulsore, drena e filtra i fluidi corporei attraverso i linfonodi, contribuendo alla difesa immunitaria e al mantenimento dell'equilibrio dei fluidi.

Indice

  1. Il sistema cardio-circolatorio
  2. Il cuore e la sua funzione
  3. Il ciclo cardiaco
  4. Il percorso del sangue
  5. La pressione sanguigna
  6. Il sangue e le sue componenti
  7. Le cellule del sangue
  8. Il sistema linfatico
  9. Malattie del sangue
  10. Malattie cardiovascolari

Il sistema cardio-circolatorio

Ogni cellula vivente deve essere continuamente rifornita di energia e nello

stesso tempo deve eliminare molte sostanze chimiche di rifiuto. Un organismo

pluricellulare, formato cioè dall'aggregazione di molte cellule, è strutturato

in maniera tale da poter trasportare le sostanze nutritive da una parte

all'altra del corpo e nello stesso tempo rimuovere le scorie.

Gli animali

ricavano l'energia dagli alimenti che, opportunamente trasformati, saranno poi

trasportati a tutti gli organi e quindi a tutte le cellule del corpo per mezzo

del sangue. Per svolgere queste funzioni il sangue deve poter circolare, ed è

per questo che gli organismi superiori sono dotati di una pompa molto

efficiente, il cuore, e di numerosissimi canali di trasporto, i vasi sanguigni,

che nell'insieme costituiscono il sistema cardio-circolatorio. Il cuore e il sistema circolatorio: funzioni, componenti e patologie articoloL'uomo, come

tutti i mammiferi, è dotato di un apparato circolatorio chiuso, a differenza di

altri animali nei quali il sangue viene pompato da cuori rudimentali in ampi

spazi aperti situati fra i tessuti corporei. Nel nostro corpo il sangue è

contenuto unicamente nei vasi sanguigni, non "bagna" quindi

direttamente i tessuti ma provvede a cedere ossigeno e altri materiali mediante

complessi meccanismi che avvengono a livello dei capillari, le sottilissime

diramazioni terminali dei vasi sanguigni.

Il cuore e la sua funzione

L'apparato circolatorio, come si è detto,comprende il cuore e i vasi

sanguigni. Questi ultimi si dividono in arterie, vene e capillari. Nelle arterie

scorre il sangue proveniente dal cuore, nelle vene il sangue che ritorna al

cuore; i capillari costituiscono il tramite fra arterie e vene. Il cuore pesa

circa 270 grammi, una frazione minima rispetto al peso totale del corpo umano.

Eppure esso svolge una mole di lavoro del tutto sproporzionata al suo piccolo

volume. Infatti nel corso delle 24 ore di una giornata media, in cui l'organismo

non compie un lavoro troppo pesante, il cuore pompa quasi 7.000 litri di sangue,

che corrispondono, in un individuo di 70 anni, a un totale complessivo di circa

160 milioni di litri. Il lavoro cardiaco è pari al doppio dell'energia

sviluppata dai muscoli delle gambe e delle braccia di un atleta che corre alla

massima velocità possibile. Tuttavia, se i muscoli non sono in grado di

sostenere a lungo questo ritmo, il cuore continua a lavorare, senza riposo, per

tutta la durata della vita umana.

Il cuore è un muscolo dalla struttura particolare, avvolto da una doppia

membrana, il pericardio, e dotato di cavità rivestite da un sottile strato di

tessuto: l'endocardio. Il miocardio è paragonabile ad una pompa doppia,

composta di due metà in senso verticale, ognuna delle quali ha un atrio e un

ventricolo. Ne risultano quattro cavità: l'atrio destro e il ventricolo destro,

l'atrio sinistro e il ventricolo sinistro. Il sangue che ha già circolato nel

corpo, e che è povero di ossigeno, ricco di anidride carbonica e dal colore

rosso cupo, entra nell'atrio destro del cuore per mezzo di due grossi vasi

sanguigni, la vena cava inferiore e la vena cava superiore. Dall'atrio destro il

sangue passa al ventricolo destro, dove il cuore lo spinge nell'arteria

polmonare, in direzione dei polmoni dove il sangue viene depurato dall'anidride

carbonica, si arricchisce di ossigeno e diventa quindi color rosso vivo.

Successivamente il sangue ritorna, lungo le vene polmonari, verso il cuore:

entra nell'atrio sinistro, passa nel corrispondente ventricolo e viene inviato,

attraverso l'aorta, in tutte le parti del corpo. Esiste quindi una piccola

circolazione detta polmonare, e una grande circolazione detta generale o

sistemica. Nel corpo umano la circolazione è quindi doppia (perché per fare un

giro completo il sangue passa due volte attraverso il cuore) e completa (perché

non c'è mescolamento tra sangue ricco di ossigeno nella parte sinistra del

cuore e sangue povero di ossigeno nella parte destra).

Il cuore e il sistema circolatorio: funzioni, componenti e patologie articolo

Il ciclo cardiaco

Le aperture fra gli atrii e i ventricoli presentano dei lembi di tessuto

chiamati valvole, che funzionano come battenti a senso unico, in modo che il

sangue dal ventricolo non possa rifluire nell'atrio. La valvola di destra,

costituita da tre lembi di tessuto, è chiamata tricuspide; quella di sinistra,

a due lembi, è detta bicuspide o mitrale. Il cuore dunque ha una funzione di

pompa aspirante e premente che alterna due fasi successive: dapprima si contrae

la muscolatura dell'atrio per sospingere il sangue nel ventricolo; in un secondo

tempo il ventricolo, dotato di pareti muscolari molto spesse, viene stimolato a

sua volta a contrarsi e sospinge con grande forza il sangue nelle arterie.

Sebbene la doppia pompa cardiaca mandi il sangue per due vie separate, le metà

destra e sinistra del cuore agiscono ritmicamente in sintonia l'una con l'altra:

quando una certa quantità di sangue viene pompata fuori dalla metà sinistra

del cuore, una uguale quantità entra nella metà destra.

Se si ascolta il cuore nel punto in cui avviene il battito, a ogni pulsazione

corrispondono due rumori, separati da intervalli di silenzio: il primo rumore,

basso e prolungato, è provocato dal passaggio del sangue dagli atrii ai

ventricoli. Il secondo, alto e netto, corrisponde alla chiusura delle valvole

poste all'imboccatura delle arterie polmonari ed aorta, che impediscono il

ritorno del sangue al cuore ed entrano in funzione quando il sangue viene

espulso dai ventricoli. Il rilassamento che consente ai ventricoli di riempirsi

si chiama diastole; la compressione che espelle il sangue è detta sistole. Il

cuore, come qualsiasi altro muscolo e più di ogni altro, consuma grandi

quantità di ossigeno, specie quando l'organismo svolge attività che richiedono

un particolare sforzo cardiaco. Il rifornimento di sangue al cuore deve essere

quindi costante; a ciò provvedono due grosse arterie, le coronarie, così

chiamate perché circondano come una corona la superficie del cuore e inviano le

loro ramificazioni fino alle singole fibre muscolari.

Il percorso del sangue

Seguiamo ora il cammino che le arterie percorrono per portare il sangue

ossigenato a tutto il corpo e quello venoso ai polmoni per purificarlo. In

seguito alle contrazioni del ventricolo sinistro del cuore, il sangue viene

spinto nell'aorta, la principale arteria del corpo umano. Il primo tratto

dell'aorta si inarca verso l'alto, formando l'arco aortico, che si divide a sua

volta nelle arterie succlavie e nelle arterie carotidi, che vanno

rispettivamente verso gli arti superiori e verso la testa. Poi, con il tratto

dell'aorta toracica, che scende parallelo alla colonna vertebrale, e dell'aorta

addominale, che attraversa l'addome, il sangue raggiunge gli organi centrali del

nostro corpo. I più importanti vasi secondari che si dipartono dall'aorta in

questo tratto sono: l'arteria celiaca, che va alla milza, al fegato e a parte

dello stomaco; le arterie mesenteriche superiori ed inferiori, che arrivano

all'intestino e le arterie renali che portano il sangue ai reni. Il tratto

inferiore dell'aorta si ramifica nelle due arterie iliache che raggiungono gli

arti inferiori. Le arterie, ramificandosi sempre di più, riducono

progressivamente il loro calibro, fino a raggiungere dimensioni microscopiche.

Prendono allora il nome di arteriole, precapillari e capillari.

Questi ultimi formano una vera e propria rete estesa a tutti i tessuti. La

sottilissima parete dei capillari permette il passaggio del sangue ai tessuti e

nello stesso tempo facilita il recupero, da parte del sangue, dell'anidride

carbonica e delle scorie da eliminare. A questo punto il sangue, privato dei

materiali nutritivi e dell'ossigeno, carico di anidride carbonica, defluisce

verso i postcapillari e quindi nelle venule. Durante il viaggio di ritorno il

sangue percorre man mano vene di sempre maggior calibro, fino ad arrivare alla

vena cava superiore e alla vena cava inferiore. La prima riceve il sangue dalla

testa e dagli arti superiori, la seconda dagli organi addominali e dagli arti

inferiori. Entrambe confluiscono, riunite in un unico tronco, nell'atrio destro,

ossia la cavità destra superiore del cuore. Quella descritta ora è la grande

circolazione. Dal ventricolo destro all'atrio sinistro del cuore si svolge

invece la piccola circolazione. La funzione della piccola circolazione è quella

di portare il sangue venoso ai polmoni, per il necessario ricambio tra anidride

carbonica ed ossigeno e la conseguente trasformazione del sangue venoso in

arterioso. Il vaso che va dal cuore ai polmoni è l'arteria polmonare, mentre

dai polmoni al cuore ritornano le quattro vene polmonari. Nella "piccola

circolazione" si hanno dunque arterie che portano sangue venoso e vene che

portano sangue arterioso.

La pressione sanguigna

Per scorrere attraverso i vasi, dalle arterie ai capillari e da questi alle

vene, il sangue deve essere mantenuto ad una data pressione. Questa è

determinata non solo dall'azione pompante del cuore, ma anche dalle arterie, che

sono rivestite di tessuto elastico. Ciò consente loro di rilassarsi ad ogni

pulsazione e di contrarsi fra una pulsazione e l'altra, contribuendo a spingere

in avanti il sangue e a mantenere costante la pressione sanguigna. Tale

meccanismo è regolato dal sistema nervoso e più precisamente dal centro

vasomotore, posto alla base del cervello. Questo ed altri fattori influenzano

l'andamento della pressione sanguigna: quando la pressione è in eccesso, i

recettori nervosi trasmettono un "messaggio" al centro vasomotore ed

esso provvede, sempre tramite impulsi nervosi, alla regolazione del ritmo

cardiaco ed al rilassamento delle arterie (vasodilatazione). Analogamente

avviene quando vi è un calo di pressione; in questo caso il meccanismo si

inverte: le arterie si restringono (vasocostrizione), il cuore accelera e la

pressione aumenta. La pressione sanguigna è regolata anche dall'adrenalina,

prodotta da particolari ghiandole dette surrenali; un aumento di questa sostanza

nel sangue provoca la vasocostrizione arteriosa, e quindi un aumento di

pressione.

Alla vasodilatazione e alla vasocostrizione dei capillari arteriosi sono legati

anche i meccanismi di termoregolazione dell'organismo, che permettono

l'adattamento del nostro corpo alla temperatura esterna. Infatti i vasi

sanguigni superficiali contribuiscono ad abbassare la temperatura sulla

superficie esterna del corpo: il sangue caldo che esce dagli organi interni si

raffredda mentre scorre attraverso i capillari della pelle. Ma quando fa freddo,

il centro termoregolatore (cioè il sistema automatico cerebrale che mantiene

l'organismo umano alla temperatura costante di circa 37 ºC) produce una

vasocostrizione nei capillari della pelle, riducendo il flusso sanguigno e

impedendo quindi la dissipazione del calore interno.

La pressione sanguigna raggiunge il massimo nelle grandi arterie, diminuisce

gradualmente nelle arterie minori, cade di colpo nelle arterie più piccole (arteriole),

è relativamente bassa nei capillari, diminuisce ulteriormente nelle vene e

diventa inferiore a quella atmosferica nelle grosse vene che giungono al cuore.

Per questa ragione le vene dispongono di valvole che impediscono il riflusso del

sangue, come nel caso degli arti inferiori, dove la forza di gravità tende a

trattenere il sangue nelle parti basse. In conclusione si può affermare che la

differenza di pressione esistente tra il flusso sanguigno arterioso e quello

venoso è in fondo la causa principale dello scorrimento del sangue, il quale si

sposta dal punto di maggiore pressione a quello di pressione minore.

Il sangue e le sue componenti

Abbiamo accennato sopra alle funzioni di trasporto del sangue, a

quell'insieme cioè di meccanismi che provvedono al rifornimento di sostanze

nutritive e alla rimozione di prodotti non più utilizzabili. Se un organismo,

anche il più semplice, non potesse attingere a una fonte di nutrimento, non

potrebbe sopravvivere. Le spugne, così come le meduse, le attinie e molti altri

animali marini relativamente primitivi, vivono immerse nel mare e le loro

cellule vi si bagnano direttamente per impadronirsi dell'ossigeno che il mare

contiene disciolto e per disperdere nell'acqua l'anidride carbonica e le scorie.

Questi organismi rappresentano la prima tappa dell'evoluzione biologica. Ma

negli organismi più complessi e voluminosi, il contatto diretto fra le cellule

e l'acqua marina è andato perduto e l'ambiente liquido interno si è reso più

indipendente da quello esterno. Le specie più evolute hanno perfezionato

sistemi circolatori autonomi, assicurandosi tuttavia la possibilità di

attingere l'ossigeno dall'ambiente esterno e di riversare l'anidride carbonica

al di fuori dell'organismo.

Questa premessa suggerisce che il nostro "liquido interno" non è

altro che il risultato di una lunga evoluzione ed è paragonabile a una porzione

di oceano racchiuso dentro di noi. Infatti, come gli organismi meno evoluti si

bagnano e traggono nutrimento dall'acqua marina, anche l'uomo utilizza il sangue

per la sua respirazione, la quale può avvenire appunto solo se la parete degli

alveoli polmonari è bagnata. In altri termini questo significa che certe

funzioni organiche devono svolgersi in un ambiente acquoso, e che la

composizione della parte liquida del sangue è molto simile a quella dell'acqua

di mare.

Nell'adulto normale, il sangue rappresenta il 9 per cento del peso corporeo e

occupa una capacità che si aggira sui 5 litri, dei quali meno di un terzo

rimane di riserva nel fegato, nella milza e negli altri organi. Il resto, ossia

più di due terzi, circola attraverso la rete delle arterie, dei capillari e

delle vene.

Le cellule del sangue

Il sangue, come abbiamo già visto, è un tessuto. Esso è costituito da una

sospensione di corpuscoli (le cellule sanguigne) in un liquido chiamato plasma.

Nel sangue si distinguono tre tipi fondamentali di cellule: i globuli rossi

(detti anche eritrociti o emazie), i globuli bianchi (o leucociti) e le

piastrine (o trombociti). In un millimetro cubo di sangue di un uomo adulto sano

si contano, in media, 5 milioni di globuli rossi, 8 mila globuli bianchi e 300

mila piastrine. I globuli rossi sono addetti al trasporto dell'ossigeno, che

catturano dall'aria attraverso la parete sottilissima degli alveoli polmonari

(questi ultimi sono piccolissime cavità che sono direttamente a contatto con i

capillari sanguigni). I globuli rossi sono cellule che hanno espulso il loro

nucleo; tendono a disporsi in file e trasportano una cromo-proteina (vale a dire

una proteina colorata) chiamata emoglobina. All'interno di questa proteina è

contenuto un atomo di ferro che lega con molta facilità l'ossigeno e conferisce

ai globuli rossi la loro particolare colorazione. In altre parole, l'emoglobina

ha la proprietà fondamentale di assorbire l'ossigeno contenuto nei polmoni, di

trasportarlo nei vari settori dell'organismo e di rimuovere circa il 90 per

cento dell'anidride carbonica espulsa dalle cellule per trasportarla ai polmoni

e qui cederla perché venga eliminata attraverso l'espirazione. I globuli rossi

non hanno la capacità di riprodursi, essendo privi di nucleo; vengono quindi

fabbricati dal midollo osseo, vivono dai tre ai quattro mesi e vanno a morire

nella milza e nel fegato. Anche se essi vengono distrutti, l'organismo recupera

l'85 per cento del loro ferro, che il sangue stesso trasporta quindi al midollo

osseo per formare nuova emoglobina.

Altre cellule presenti nel sangue sono, come si è detto, i globuli bianchi o

leucociti. Hanno l'aspetto di piccole masse gelatinose e quasi incolori e

vengono fabbricati soprattutto dalla milza e dalle ghiandole linfatiche. La loro

vita è breve: vivono infatti solo due giorni. Il loro numero aumenta in maniera

considerevole in caso di infezione; alcuni di essi infatti, i granulociti, sono

in grado di migrare dal vaso sanguigno ai tessuti per combattere i batteri

fagocitandoli, e cioè inglobandoli nel loro corpo cellulare per poi digerirli.

Altri globuli bianchi, più piccoli, sono i linfociti, che vengono prodotti nel

timo, un organo, situato dietro lo sterno, che regredisce verso i 13 anni di

età. Al contrario dei granulociti, i linfociti non si allontanano dal flusso

sanguigno per raggiungere i tessuti infiammati: anch'essi combattono le

infezioni, ma in un modo diverso: elaborando cioè gli anticorpi, sostanze che

combattono i batteri o neutralizzano le loro tossine (sostanze tossiche) e che

possiedono competenze diverse secondo il tipo di batterio che devono aggredire.

In altri termini c'è un anticorpo specifico per ogni tipo di batterio.

Granulociti e linfociti sono la base delle nostre difese contro gli agenti

patogeni (dal greco: portatori di malattie); entrambi fanno parte del nostro sistema

immunitario.

Oltre agli eritrociti e ai leucociti il sangue contiene frammenti di cellule, le

piastrine, che svolgono un ruolo essenziale nella coagulazione. Quando si

riporta una ferita che interrompe la parete di una vena o di un'arteria, le

piastrine vengono a contatto con l'aria e si rompono. Dopo una serie di reazioni

chimiche, tra le più complicate del corpo umano, le piastrine trasformano una

proteina disciolta nel sangue, il fibrinogeno, in fibrina, una proteina

filamentosa e insolubile, che si aggrega ad essi e ai globuli rossi che vi

restano impigliati formando un coagulo: in questo modo l'emorragia, se non è

grave, si arresta da sé. Dove si è formata la coagulazione locale del sangue,

si verifica la produzione di siero: un liquido giallo chiaro, trasparente, il

quale non è altro che plasma sanguigno dal quale si è separata la fibrina.

Gli eritrociti e i leucociti, con le piastrine, sono immersi nel plasma

sanguigno, che è una soluzione acquosa di glucosio, proteine, anticorpi, sali

minerali e in genere tutte le sostanze che il sangue deve trasportare ai vari

organi e tessuti.

Tutte le cellule del sangue devono essere continuamente prodotte a causa

della breve durata della loro vita. I globuli rossi, essendo anucleati, non

possono riprodursi. I leucociti, pur possedendo il nucleo, solo raramente si

riproducono. Il compito di riprodurre queste cellule è affidato al midollo

osseo. Gli eritrociti appena prodotti hanno il nucleo e sono immaturi, e devo

subire una serie di trasformazioni per diventare maturi e adatti a svolgere la

loro funzione. I globuli rossi hanno un tempo medio di vita di circa 120 giorni,

al termine del quale vengono distrutti da speciali cellule contenute nel fegato

e nella milza. Anche i globuli bianchi sono prodotti dal midollo osseo, ma essi

hanno una vita media molto più breve di quella degli eritrociti, per questo il

midollo osseo è impegnato in prevalenza a produrre le cellule di serie bianca.

Disfunzioni del midollo osseo possono provocare la nascita di cellule

"impazzite", come nel caso della leucemia, dove il midollo

iperproduce globuli bianchi immaturi e impazziti che vanno in circolo in tutto

l'organismo.

Il sistema linfatico

Le cellule di tutti i tessuti sono separate da spazi più o meno ampi

chiamati spazi interstiziali. Essi sono occupati da un liquido costituito da

acqua e sostanze in essa disciolte. Il passaggio nel liquido interstiziale è un

passaggio obbligatorio per tutte le sostanze che entrano ed escono dalle

cellule. Quando il sangue che circola nei capillari arteriosi cede acqua e

soluti ai tessuti, queste sostanze passano al liquido e da qui si portano alle

cellule. Anche le sostanze provenienti dal metabolismo cellulare rientrano nel

capillare venoso dopo essere passate in soluzione nei liquidi interstiziali. Non

tutto il liquido che esce dal capillare arterioso rientra nel vaso; una parte

ritorna al sangue attraverso un percorso indipendente dal sistema circolatorio e

costituisce la linfa. L'insieme dei vasi linfatici costituisce il sistema

linfatico. Lungo il corso del sistema linfatico sono posti i linfonodi,

piccoli organi tondeggianti che svolgono un ruolo nella funzione di difesa dalle

malattie. Essi sono presenti in gran quantità ai lati del collo, sotto le

ascelle, all'inguine, dietro il ginocchio e nel gomito. I linfonodi hanno il

compito di filtrare la linfa che li attraversa, depurandola dalle sostanze

dannose o dai corpi estranei.

Il sistema linfatico prende origine da piccolissimi vasi a fondo cieco, i capillari

linfatici che prelevano la linfa dagli spazi interstiziali e la convogliano

in vasi linfatici di maggiori dimensioni. Il sistema linfatico non contiene un

organo propulsore assimilabile al cuore; la linfa scorre grazie alle contrazioni

muscolari corporee. La presenza di numerose valvole a nido di rondine lungo il

decorso dei vasi linfatici impedisce il riflusso. La linfa contiene numerose

sostanze di notevole importanza, che indirettamente vengono fatte pervenire al

sangue. Tra esse sono compresi i grassi alimentari vengono assimilati

nell'intestino.

Malattie del sangue

Le malattie del sangue rappresentano un capitolo vastissimo della patologia e

quindi qui saranno accennate solo quelle più frequenti o interessanti per

l'approfondimento delle nostre conoscenze. Come già sappiamo, nel sangue

circolano 4-5.000.000/mmc di globuli rossi, che sono cellule prive di nucleo,

specializzate nel trasporto dell'emoglobina, l'importantissimo scambiatore di

ossigeno e anidride carbonica. Esiste un gruppo di malattie del sangue in cui il

danno è localizzato nella molecola dell'emoglobina. Tra queste, l'anemia

falciforme, caratterizzata dalla presenza di un'emoglobina anomala e

dall'incapacità di sostenere sforzi prolungati. Piuttosto frequente fra la

gente di colore (Africa centro-occidentale e Madagascar). La talassemia

è una malattia ereditaria che può comparire in due forme: talassemia minor

o microcitemia, caratteristica dei portatori sani, e talassemia maior

o morbo di Cooley, affezione gravissima sempre letale. In Italia ci sono

circa un milione di portatori e ogni anno nascono circa mille neonati affetti da

morbo di Cooley. Come è noto, nell'emoglobina ci sono degli importantissimi

atomi di ferro, che cooperano durante gli scambi respiratori. Esiste un gruppo

di malattie, caratterizzate da carenza di ferro e dette perciò anemie

ferro-prive. Esse si possono verificare per un insufficiente apporto

alimentare, per un difettoso assorbimento, per un aumentato fabbisogno, o in

caso di particolari disordini. L'anemia perniciosa è una malattia

gravissima, fino a non molti anni fa mortale, tipica dell'età avanzata, che si

manifesta con una carenza di globuli rossi, gastrite e lesioni neurologiche

gravi. Questa malattia è dovuta alla incapacità di assorbire la vitamina B12,

che deve quindi essere somministrata come farmaco. L'emofilia è un'altra

grave malattia del sangue, caratterizzata dalla carenza di un fattore

indispensabile alla coagulazione: la più piccola emorragia risulta così assai

pericolosa. Si tratta di una malattia a trasmissione ereditaria, che colpisce

solo gli uomini, ma di cui le donne sono portatrici sane.

Malattie cardiovascolari

Nei paesi industrializzati ad alto tenore di vita, le malattie

cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte, e sono quindi un

importantissimo problema, non solo medico e sanitario, ma anche sociale. I

processi patologici (= malattie) che possono colpire il cuore e i vasi sanguigni

sono estremamente vari, e non è certo possibile qui elencarli tutti; ci

limiteremo quindi a spiegare il significato di quelli più diffusi e quindi più

rilevanti.

  • Insufficienza cardiaca: Si parla di insufficienza di un organo

    quando il suo funzionamento non è adeguato alle necessità dell'organismo;

    nel caso dell'insufficienza cardiaca, il cuore non pompa abbastanza sangue

    nelle arterie. Questa condizione si può instaurare per diverse cause, e

    spesso il cuore reagisce con dei meccanismi compensatori (per esempio

    aumentando la frequenza del battito, o aumentando di dimensioni). A volte

    però l'insufficienza è così grave che non può essere compensata.

  • Insufficienza valvolare: Si tratta di una imperfezione delle

    valvole cardiache, che non chiudono più in modo efficiente gli orifizi sui

    quali sono situate; l'insufficienza valvolare può essere congenita o

    acquisita (per esempio in seguito a processi infiammatori dell'endocardio o

    a malattia reumatica); essa può interessare le valvole atrioventricolari

    (insufficienza mitralica) o quelle semilunari (insufficienza polmonare). Nel

    caso di insufficienza mitralica, durante la sistole del ventricolo sinistro

    il sangue invece di essere pompato tutto nell'aorta, in parte rifluisce

    nell'atrio, perché la chiusura fra atrio e ventricolo operata dalla valvola

    mitrale non è perfetta; questo fa sì che per pompare la stessa quantità

    di sangue nell'aorta il cuore debba fare un lavoro maggiore. Nel caso

    dell'insufficienza polmonare, sono le valvole dell'arteria polmonare che si

    chiudono in modo difettoso; anche in questo caso c'è uno spreco di lavoro

    cardiaco. Quando sono molto gravi, i vizi valvolari possono essere corretti

    chirurgicamente con l'inserzione di valvole artificiali.

  • Infarto miocardio: Si parla in generale di infarto quando, in una

    regione di un organo, i vasi sanguigni vengono occlusi (trombosi, embolia,

    arteriosclerosi) e quindi l'organo colpito non riceve più sangue

    ossigenato. In queste condizioni, l'organo - o meglio la regione colpita

    dell'organo - va incontro a necrosi, cioè alla morte dei tessuti che non

    ricevono più ossigeno e sostanze nutrienti. Quando questo quadro colpisce

    il cuore, la situazione è molto grave, perché il muscolo cardiaco per

    funzionare ha bisogno di un costante apporto di ossigeno: molto spesso

    l'infarto cardiaco è infatti mortale. In casi più lievi, quando la

    porzione di tessuto danneggiata non è troppo estesa, la persona colpita

    può sopravvivere ma comunque la funzionalità cardiaca resterà almeno in

    parte compromessa. L'occlusione del vaso (arteria coronarica) che provoca

    l'infarto miocardico può essere causata da vari fattori: la formazione di

    un trombo (vedi trombosi), di un embolo (vedi embolia), o l'esistenza di

    processi arteriosclerotici a carico delle coronarie (vedi arteriosclerosi).

  • Ipertensione arteriosa: L'ipertensione arteriosa è un anormale

    innalzamento della pressione arteriosa; i valori normali di tale pressione

    sono di 70-80 mm/Hg per la pressione minima (diastolica) e circa 130 mm/Hg

    per la massima (sistolica). Nei casi di ipertensione, la minima sale sopra i

    100 mm/Hg e la massima oltre i 150. Queste sono indicazioni molto generali;

    infatti i valori normali della pressione arteriosa variano con l'età ed in

    particolari condizioni fisiologiche e/o patologiche. L'ipertensione può

    essere curata farmacologicamente, ad esempio con l'uso di farmaci diuretici.

  • Arteriosclerosi: Malattia estremamente diffusa che colpisce le

    arterie, dando come risultato la perdita di elasticità, la riduzione del

    calibro del vaso colpito (cioè la riduzione del suo diametro) e - nei casi

    più gravi - anche la sua occlusione. Le alterazioni si verificano nella

    parete dell'arteria, nella quale si hanno infiltrazioni di grasso e

    calcificazione, con la formazione di placche ateromatose. In alcuni casi

    l'arteriosclerosi è diffusa, in altri colpisce in particolare le arterie di

    un determinato distretto corporeo, ad esempio le coronarie (danni nella

    funzione cardiaca) o le arterie cerebrali (danni di diversa entità nelle

    funzioni cerebrali, comprese quelle psichiche).

  • Flebite: Processo infiammatorio a carico della parete di una vena.

    Si verifica in seguito ad infezioni o a traumi. Caratterizzata da dolore,

    arrossamento e gonfiore.

  • Trombosi: Formazione di un trombo (cioè di un coagulo di sangue)

    all'interno di un vaso, che può dar luogo sia ad una riduzione del calibro

    del vaso stesso che ad una occlusione totale. Se il vaso occluso è l'unica

    arteria che serve una determinata regione, si ha infarto.

  • Tromboflebite: Flebite complicata dalla formazione di trombi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la funzione principale del sistema cardiocircolatorio?
  2. Il sistema cardiocircolatorio trasporta sostanze nutritive e ossigeno alle cellule e rimuove le scorie, grazie al cuore e ai vasi sanguigni.

  3. Come è strutturato il cuore umano?
  4. Il cuore è un muscolo con quattro cavità: atrio destro, ventricolo destro, atrio sinistro e ventricolo sinistro, separati da valvole che regolano il flusso sanguigno.

  5. Qual è il ruolo del sangue nel corpo umano?
  6. Il sangue trasporta ossigeno e nutrienti alle cellule e rimuove l'anidride carbonica e le scorie, grazie ai globuli rossi, bianchi e alle piastrine.

  7. Quali sono le principali funzioni del sistema linfatico?
  8. Il sistema linfatico drena i liquidi interstiziali, filtra la linfa attraverso i linfonodi e contribuisce alla difesa immunitaria.

  9. Quali sono alcune delle malattie cardiovascolari più comuni?
  10. Le malattie cardiovascolari comuni includono l'insufficienza cardiaca, l'insufficienza valvolare e l'infarto miocardico, che possono compromettere la funzione del cuore e dei vasi sanguigni.

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