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Concetti Chiave

  • Le zone sismiche si trovano lungo i margini di placca, divisi in costruttivi, distruttivi e conservativi.
  • Margini costruttivi vedono le placche allontanarsi, formando nuove litosfere con terremoti superficiali e attività vulcanica.
  • Margini distruttivi comportano lo scontro tra placche, con una che scivola sotto l'altra, causando terremoti intensi e vulcani esplosivi.
  • La subsidenza ai margini distruttivi porta alla distruzione della crosta oceanica, accompagnata da vulcani con magma andesitico.
  • Margini conservativi prevedono movimento orizzontale delle placche, provocando terremoti ma senza vulcani, come nella faglia di San Andreas.

Indice

  1. Zone sismiche e margini di placca
  2. Margini distruttivi e subsidenza
  3. Margini conservativi e faglie attive

Zone sismiche e margini di placca

Le zone altamente sismiche sono localizzate lungo i bordi delle placche, che sono detti margini di placca e possono essere di tre tipi.

1) Margini costruttivi o divergenti
Le placche a contatto si allontanano formando fratture nelle zone di rift lungo l'asse delle dorsali oceaniche. In queste zone, in pratica, si registrano terremoti con ipocentri poco profondi (al massimo 70 chilometri di profondità) associati ad una intensa attività vulcanica: i magmi basici in risalita formano nuova litosfera che andrà a costituire il fondale di nuovi oceani. I basalti prodotti dalle dorsali oceaniche , inoltre, sono particolarmente ricchi di calcio e poveri si potassio: sono noti come "basalti tholeitici".

2) Margini distruttivi o convergenti

Margini distruttivi e subsidenza

Le placche a contatto premono luna contro l'altra provocando li scivolamento verso il basso della placca composta da litosfera più densa, che si immerge lungo un piano inclinato (piano di Benjoff), sprofondando nel mantello per centinaia di chilometri prima di perdere completamente la sua identità. L'enorme attrito che è generato dallo scontro tra le due placche provoca terremoti di elevata intensità con ipocentri distribuiti lungo il piano di Benjoff: si quindi va da ipocentri superficiali, fino a 70 km di profondità , nelle vicinanze della fossa, a ipocentri profondi, da 300 fino a 700 km, a mano a mano che si procede verso il continente.

Tuttavia il fenomeno che porta la placca più densa a scorrere sotto quella meno densa e a sprofondare per essere riassorbita nel mantello viene detto subsidenza. In corrispondenza delle fosse oceaniche si verifica quindi la distruzione della crosta oceanica generata dalla dorsale; le manifestazioni vulcaniche sono prevalentemente di tipi esplosivo, con magma andesitico.

3) Margini conservativi

Margini conservativi e faglie attive

Sono margini in cui non si ha né distruzione né formazione di nuova crosta: si registra solo il movimento relativo orizzontale tra le placche adiacenti in corrispondenza di estese faglie, che genera però terremoti con ipocentri poco profondi ma con assenza di attività vulcanica. Alcuni margini conservativi sono marcati da faglie molto estese e molto attive tra latro come per esempio la faglia di San Andreas in California e la faglia nord-anatolica in Turchia.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i tre tipi di margini di placca descritti nel testo?
  2. I tre tipi di margini di placca sono: margini costruttivi o divergenti, margini distruttivi o convergenti, e margini conservativi.

  3. Cosa accade nei margini distruttivi o convergenti?
  4. Nei margini distruttivi o convergenti, le placche a contatto premono l'una contro l'altra, causando lo scivolamento della placca più densa sotto quella meno densa, fenomeno noto come subsidenza, e provocando terremoti di elevata intensità.

  5. Qual è la caratteristica principale dei margini conservativi?
  6. La caratteristica principale dei margini conservativi è il movimento relativo orizzontale tra le placche adiacenti, che genera terremoti con ipocentri poco profondi ma senza attività vulcanica.

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