Evoluzione delle teorie geologiche: dal fissismo all'isostasia

Concezione fissista della Terra

Fino all’800 prevaleva una concezione fissista della Terra, ovvero l’idea che la Terra non avesse mai subìto delle modifiche, dove tutto era immobile, senza spostamenti tra territori. Si cominciarono a fare le ipotesi che delle grandi porzioni di Terre fossero soggette a movimenti verticali.

Principio dell'isostasia

Venne quindi formulato il principio dell’isostasia, secondo il quale la crosta può essere immaginata come un insieme di prismi che galleggiano sul mantello e che raggiungono una condizione di equilibrio gravitazionale in funzione del loro spessore e della loro densità. In altre parole si può dire che la crosta galleggi sul mantello sottostante. Ciò avviene poiché il mantello si comporta come un materiale plastico nel momento in cui viene sottoposto ad una spinta. Diversi blocchi crostali quindi sprofondano nel mantello ma ricevono una spinta verso l’alto che ne compensa il peso, permettendo il galleggiamento, rispettando quindi il principio di Archimede.

Movimenti isostatici

Secondo la teoria dell’isostasia, ogni variazione di massa dei blocchi crostali dovrebbe dar luogo ad uno spostamento verticale delle masse rocciose, fino ad un nuovo equilibrio. Questi movimenti sono detti movimenti isostatici. Però non si potrà mai raggiungere un equilibrio isostatico definitivo, a causa di vari fenomeni come l’erosione o di altra natura che modificano il loro peso.