Concetti Chiave
- Il monologo non richiede scenografia complessa, solo uno sfondo monocromatico o il fondale di un cabaret.
- L'attore deve usare una mimica appropriata, con un finale che include una voce femminile fuori campo.
- Il protagonista veste come un soldato, mostrando atteggiamenti virili, ma rivela la sua natura infantile alla fine.
- La narrazione mescola situazioni di sopravvivenza con aneddoti esagerati e avventurosi del passato del protagonista.
- Il monologo si conclude con un colpo di scena che riporta alla realtà, svelando la natura immaginaria delle avventure.
“ II sopravvissuto "
Analisi
Per questo monologo non occorre la scenografia, è sufficiente uno sfondo mono colore o il fondale del cabaret. L'azione in realtà si sviluppa in una stanza e solo alla fine il pubblico se ne renderà conto.
Osservazioni
II testo deve essere supportalo da una mimica appropriata. Il finale prevede una voce di donna fuori campo, sulla quale l'attore dirà la battuta conclusiva. Mentre in tutta la scena, l'attore mantiene un atteggiamento virile, disprezzante del peri¬colo, solo nell'ultima battuta, si rivela essere un bambinone- Consigliamo di dirla con voce infantile e l'uscita dovrà essere rapida.
Il gesto della cucitura del brac¬cio, dovrà essere fatto con movimenti molto plateali ed espressioni facciali ade¬guate, che mostrino sofferenza ma anche coraggio. Questa parte non è stata inseri¬ta a caso, infatti nei monologhi di animazione è utile che vi siano scene di movi¬mento. In tal modo si vivacizza l'intera esibizione, si cattura l'attenzione dell'u¬tenza, considerando di avere come platea, un pubblico facilmente incline a distra-zioni.
Il Sopravvissuto
Scena: L'animatore attore, dovrà essere vestito alla "rambo", tuta mimetica, col¬tello. armi, e fascia in fronte. Questi entra in scena visibilmente esausto, trasci¬nandosi.
Uomo: (sofferente) Non so se gli altri mi troveranno vivo in questo dannato deserto ... nemmeno io so con precisione dove mi trovo, ma a giudicare dalla dentiera di prima, dovrei essere nel deserto dei tartari, (si guarda un braccio) Porca miseria mi sono ferito, ma ci penso io a guarire la bua ( mima l'azione di cucirsi con ago e filo la ferita). Sono tutto solo, sfinito, esausto, senza una bussola, senz'acqua, niente cibo ... che sfiga. Questo sole è così cocente, peggio dell’ inferno del Vietnam. Quella volta me la cavai a buon mercato, ricordo che avevo un compagno ferito ad una spalla e da solo con lui in groppa, attraversai il territorio nemico. Uccisi 12 vietcong e portai a casa la nostra pellaccia, (scena si accen¬de una sigaretta e poi si siede) Questo sole dannato ma stanotte sarà molto peggio. Non capisco come sia cominciato, eppure il mio Boeing 777 televideo, era decol-lato bene come al solito, e poi con le mie 8000 ore di volo sono uno dei migliori piloti del mondo. Il giro del mondo in sole 12 ore è roba mia, la trasvolata dell'Atlantico a volo radente, è sempre roba mia, il primo premio alla gara di sputi, è roba mia. Mi ricordo che una volta stabilizzato l'aereo a 20.000 piedi pas¬sai i comandi al secondo pilota e andai a salutare il Presidente. Lui vuole sempre me come pilota, non si fida di nessun altro. Poi ricordo di essermi recato al bar, si a bordo c'è un bar vero con tanta musica, champagne e ragazze carine, che bella vita... Ero proprio tranquillo, del resto il mio secondo pilota mi adorava, già ... gli ho salvato due volte la vita a quel fetuso.
Una volta lo salvai da un gruppo di teppisti che volevano rompergli le ossa. Per fortuna intervenni in tempo, un gioco da ragazzi, sono cintura nera di judo. Mi piacciono le tartarughe ninjia e poi sono stato campione di box, è stato facile spazzare via quella marmaglia di balordi. La seconda volta che gli ho salvato la vita è stato invece in Polinesia del Sud vicino Rio lobo, il mio compagno stava facendo un bagno, l'acqua era limpida, la giornata era stupenda. Io ero sdraiato con il mio costume mimetico a prendere il sole e scherzavo con una dozzina dì focose ragazze. All'improvviso udii un grido, era il mio amico accerchiato da 15 barracuda 2 squali tigre, 5 orche e 3 pesci palla. Senza esitazioni mi tuffai e con il coltello tra i denti sono arrivato da lui. Una sciocchezza. Ho traversato lo stretto di Gibilterra a stile libero per 3 volte, per liberarlo ho adottato un diversivo di mia invenzione chiamato la tattica del polpo. Cioè lanciare l'inchiostro per confondere l'avversario, ma io non avendo inchiostro ho sganciato ciò che potevo. Ho quindi sventrato i pesci cattivi e salvato il mio compagno da una morte certa.
Il mio amico presentava una ferita lacero contusa sulla gamba destra, inoltre inclinazio¬ne della quarta vertebra e diverse chiazze di cacca. Medicai le ferite, non per nien¬te ho una laurea in medicina e chirurgia ... Purtroppo, quando il mio Boeing ha cominciato la picchiata ho capito che c'era qualcosa di strano. Il secondo pilota era svenuto sui comandi e stavamo raggiungendo velocità mach 3.5 ! Ho tirato la cloche, ma era troppo tardi, mi sono ritrovato solo, l'aereo distrutto. Ed ora ecco¬mi qui senza acqua, senza cibo attraverso questo dannato deserto, delirando... e molto duro sopravvivere chissà se arriverò a domani... (voce di donna dalle quin¬te) Ruperto lavati le mani e vieni subito il pranzo è in tavola! (con voce da bambi¬no) sì mammina, vengo subito. Ho una fame da lupo!
Domande da interrogazione
- Qual è l'ambientazione del monologo "Il Sopravvissuto"?
- Qual è il tono generale che l'attore deve mantenere durante il monologo?
- Quali elementi di mimica sono importanti nel monologo?
- Come viene descritto il protagonista del monologo?
- Qual è il colpo di scena finale del monologo?
L'azione si sviluppa in una stanza, ma il pubblico se ne rende conto solo alla fine. Non è necessaria una scenografia complessa, basta uno sfondo monocromatico o il fondale del cabaret.
L'attore deve mantenere un atteggiamento virile e disprezzante del pericolo, ma nell'ultima battuta si rivela essere un bambinone, suggerendo di dirla con voce infantile.
La mimica appropriata è fondamentale, specialmente nel gesto della cucitura del braccio, che deve essere fatto con movimenti plateali ed espressioni facciali che mostrino sofferenza e coraggio.
Il protagonista è un animatore attore vestito alla "rambo", che si presenta esausto e trascinandosi, raccontando le sue avventure eroiche e le sue abilità straordinarie.
Il colpo di scena finale avviene quando una voce di donna fuori campo chiama il protagonista per il pranzo, rivelando che tutta la narrazione eroica era frutto della sua immaginazione, e lui risponde con voce da bambino.