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Concetti Chiave

  • Don Carlo Gnocchi è stato un prete, scrittore e attivista italiano, noto per il suo impegno verso i giovani e i mutilatini, bambini orfani o mutilati dalla guerra.
  • Ha partecipato attivamente alla Seconda Guerra Mondiale con gli alpini e in seguito si è dedicato all'assistenza clandestina dei perseguitati, collaborando con l'associazione O.S.C.A.R. e le Aquile Randagie.
  • Nel dopoguerra, Don Gnocchi ha fondato la Federazione Pro Infanzia Mutilata e successivamente la Fondazione Pro Juventute, per assistere e educare i bambini colpiti dalla guerra e dalla poliomielite.
  • La Fondazione Don Gnocchi, nata dalla sua eredità, è cresciuta negli anni fino a includere 28 strutture operative in 9 regioni italiane, offrendo supporto a circa 3700 persone.
  • Morì nel 1956 e venne beatificato nel 2009, dopo un lungo processo che ne ha riconosciuto un miracolo attribuito alla sua intercessione.

In questo appunto viene descritta la biografia nel dettaglio di Don Carlo Gnocchi che fu un noto prete, scrittore e attivista italiano. Si descrivono i suoi primi impegni, la sua posizione nel corso della guerra, la sua attività fino al processo della sua beatificazione.

Indice

  1. Vita in breve di Don Carlo Gnocchi
  2. Il suo percorso spirituale
  3. I primi impegni
  4. La guerra
  5. In Russia
  6. L'attività clandestina
  7. I mutilatini
  8. La Pro Infanzia Mutilata
  9. La Pro Juventute
  10. La lotta contro la poliomelite
  11. La fondazione Don Gnocchi
  12. La morte di Don Gnocchi
  13. Il processo di beatificazione

Vita in breve di Don Carlo Gnocchi

Don Carlo Gnocchi fu un prete, un’attivista e uno scrittore. Nacque nel 1902 in un paesino della pianura lombarda, San Colombano al Lambro. All’età di soli 5 anni suo padre morì a causa della silicosi, malattia che si era procurato dal suo lavoro di marmista. Con la madre e i due fratelli quindi si trasferì a Milano dove però perse anche i due fratelli malati di tubercolosi, Mario nel 1908 e Andrea nel 1915.

Il suo percorso spirituale

Così decise di entrare nel seminario della scuola del cardinale Andrea Ferrari dove, nel 1925, gli venne conferito il sacerdozio dall’Arcivescovo Eugenio Tosi.

I primi impegni

Carlo Gnocchi ormai diventato Don Carlo Gnocchi cominciò a sfruttare la sua passione per l’insegnamento e l’educazione diventando assistente d’oratorio prima a Cernusco e poi a Milano. Don Carlo Gnocchi articoloQualche anno dopo divenne uno dei sacerdoti più stimati e amati dal popolo tant’è che il cardinale Schuster nel 1936 lo proclamò direttore spirituale dell’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle Scuole Cristiane. Nel 1939 la madre, a cui Carlo era molto legato, morì.

La guerra

Nel 1940 l’Italia entrò in guerra e molti giovani si dovettero arruolare. Don Carlo Gnocchi decise di rimanere con i giovani soprattutto nel momento del pericolo e li seguì verso il fronte greco albanese, arruolandosi nel battaglio degli alpini “Val Tagliamento”.

In Russia

Tornato dalla spedizione nei Balcani nel 1941 Don Carlo Gnocchi decise di ripartire immediatamente per il fronte russo stavolta però con la Divisione alpina “Tridentina” con cui partecipò alla battaglia di Nikolaevka del 1943. Dopo questa battaglia riuscì a recuperare le ultime volontà dei feriti e poi andò dare i messaggi alle famiglie dei deceduti.

L'attività clandestina

Entrò a far parte dell’O.S.C.A.R., un’associazione che si occupava di espatriare in Svizzera coloro che erano perseguitati grazie all’aiuto delle Aquile Randagie. Le Aquile Randagie erano un gruppo scout che agiva in modo clandestino e procedeva anche alla creazione di documenti falsi per far passare ex-prigionieri ed ebrei da un confine all’altro. Don Carlo Gnocchi scrisse anche alcuni articoli sulla rivista clandestina “Il Ribelle”, organizzata da gruppi di partigiani cattolici, e sul quotidiano “L’Italia” di stampo diocesano.

I mutilatini

Dal 1945 alcuni dei progetti che Don Carlo Gnocchi aveva pensato all’inizio della guerra iniziarono a concretizzarsi. Diventò infatti direttore dell’Istituto Grandi Invalidi di Arosio che usava per ospitare i bambini rimasti orfani o mutilati a causa della guerra. Proprio per questa sua attività fu chiamato il “padre dei mutilatini”.

La Pro Infanzia Mutilata

Nel 1949 Don Carlo Gnocchi fondò la “Federazione Pro Infanzia Mutilata” per poter assistere in modo migliore i bambini rimasti vittime della guerra. L’associazione venne riconosciuta ufficialmente dal Presidente della Repubblica e contava sette strutture ospitanti a Parma, Roma, Torino, Inverigo, Pozzolatico, Salerno e Pessano con Bornago. Questi luoghi venivano concepiti da Don Carlo come luoghi d’apprendimento per i ragazzi in cui avevano la possibilità di una formazione scolastica. Anche il Papa Pio XII appoggiò questa iniziativa.

La Pro Juventute

Nel 1951 Don Carlo Gnocchi creò la Fondazione Pro Juventute sostituendo la precedente Federazione Pro Infanzia Mutilata. Questa nuova associazione aveva a sua disposizione sette strutture a Roma, Torino, Parma, Salerno e Inverigo.

La lotta contro la poliomelite

Dopo essere andato in guerra Don Carlo Gnocchi si dedicò al problema della malattia della poliomielite che attaccava soprattutto la popolazione infantile. La sua esperienza gli permise di offrire molta assistenza e capacità ai bambini che ne avevano bisogno.

La fondazione Don Gnocchi

Dagli anni ’80 la fondazione ha cominciato ad occuparsi anche di persone anziane non autosufficienti. Ad oggi lavorano per la fondazione più di 5 mila persone e le sue strutture operative al momento sono 28 diffusi in 9 regioni della penisola. I posti letto capaci di ospitare chi ne ha bisogno sono oltre 3700.

La morte di Don Gnocchi

Il 28 febbraio 1956, Don Carlo Gnocchi morì a causa di un tumore che lo aveva colpito alla spina dorsale e all’apparato respiratorio. Se ne andò tenendo in mano il crocifisso che la madre gli aveva regalato e le sue ultime parole furono: “Grazie di tutto...”. Nel suo testamento scrisse di voler donare le cornee a due ragazzi ciechi e anche tali parole: “...Altri potrà servirli meglio ch'io non abbia saputo e potuto fare; nessun altro, forse, amarli più ch'io non abbia fatto.”

Il processo di beatificazione

A trent’anni dalla morte di Don Carlo Gnocchi, il cardinale Carlo Martini (l’arcivescovo di Milano) avviò la procedura di canonizzazione del sacerdote che si concluse solamente nel 1991. Nel 2002 invece venne proclamato venerabile da Papa Giovanni Paolo II. Due anni dopo si concluse l’istruttoria per verificare un presunto atto miracoloso di Don Carlo. Papa Benedetto XVI gli attribuì il miracolo che salvò la vita a Sperandio Aldeni, elettricista sopravvissuto ad una scarica elettrica. Infine, nell’ottobre del 2009, di fronte a più di 50 mila fedeli, il cardinale Dionigi Tettamanzi ha annunciato finalmente la beatificazione di Don Carlo Gnocchi.

Progetto Alternanza Scuola Lavoro.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Don Carlo Gnocchi e quale fu il suo contributo principale?
  2. Don Carlo Gnocchi fu un prete, attivista e scrittore italiano noto per il suo impegno con i bambini orfani e mutilati dalla guerra, fondando istituzioni come la Pro Infanzia Mutilata e la Fondazione Don Gnocchi.

  3. Quali furono i primi passi di Don Carlo Gnocchi nel suo percorso spirituale?
  4. Don Carlo Gnocchi entrò nel seminario della scuola del cardinale Andrea Ferrari e fu ordinato sacerdote nel 1925 dall'Arcivescovo Eugenio Tosi.

  5. Come contribuì Don Carlo Gnocchi durante la guerra?
  6. Durante la guerra, Don Carlo Gnocchi si arruolò con il battaglione degli alpini "Val Tagliamento" e successivamente con la Divisione alpina "Tridentina", partecipando alla battaglia di Nikolaevka e aiutando i feriti e le famiglie dei deceduti.

  7. Quali furono le iniziative di Don Carlo Gnocchi per i bambini colpiti dalla guerra?
  8. Don Carlo Gnocchi fondò la Federazione Pro Infanzia Mutilata e successivamente la Fondazione Pro Juventute per assistere i bambini orfani e mutilati, creando strutture educative e di supporto in diverse città italiane.

  9. Qual è stato il processo di beatificazione di Don Carlo Gnocchi?
  10. Il processo di beatificazione iniziò trent'anni dopo la sua morte, culminando nel 2009 con la sua beatificazione, riconosciuta da Papa Benedetto XVI per un miracolo attribuito a Don Carlo.

Domande e risposte