Concetti Chiave
- Lo scrittore italiano crebbe in una famiglia piccolo-borghese e studiò a Torino, entrando in contatto con importanti intellettuali torinesi.
- Nel 1930 si laureò in Lettere con una tesi su Walt Whitman, iniziando la sua carriera di traduttore e collaborando con riviste culturali.
- Pubblicò la sua prima raccolta di versi, "Lavorare stanca", introducendo in Italia uno stile poetico narrativo ispirato ai modelli americani.
- Si impegnò politicamente iscrivendosi al PCI e pubblicò diverse opere postbelliche che esploravano temi di solitudine e nostalgia.
- Temi ricorrenti nel suo lavoro includono la solitudine, il mito della libertà e il ritorno all'infanzia, elementi centrali nei suoi romanzi e poesie.
Indice
Infanzia e formazione a Torino
Scrittore italiano. Nato in una famiglia piccolo-borghese di estrazione contadina, rimase orfano del padre all'età di sei anni. Lasciata la campagna dove era nato e dalla quale si sentì sempre attratto, si trasferì a Torino dove iniziò il suo corso di studi.
Frequentò il liceo Massimo D'Azeglio; qui ebbe come insegnante Augusto Monti, che lo introdusse nell'ambiente degli intellettuali torinesi (N. Bobbio, V. Foa, G. Einaudi, G.C. Argan, L. Geymonat, L. Ginzburg) che ruotava intorno ad A. Gramsci e P. Gobetti.Carriera accademica e letteraria
Nel 1930 si laureò in Lettere con una tesi sul poeta Walt Whitman, inaugurando quella che sarebbe stata la sua attività di traduttore di autori americani. Iniziata la collaborazione alla rivista "Cultura", venne arrestato insieme ad altri intellettuali antifascisti e mandato al confino a Brancaleone Calabro (1935-36). Qui cominciò la stesura del diario Il mestiere di vivere, pubblicato postumo nel 1952, importante per conoscere la vicenda umana e intellettuale dello scrittore.
Contributi alla letteratura italiana
Il ritorno a Torino nel 1936 coincise con l'inizio di una grave crisi affettiva destinata a rimanere irrisolta. Nello stesso anno pubblicò la prima raccolta di versi, Lavorare stanca: ignorata dalla critica, essa costituiva un esempio di lavoro poetico estraneo alla corrente, allora imperante, dell'Ermetismo e lontano dal gusto predominante del frammentismo. Il libro introduceva in Italia lo stile narrativo dei grandi modelli americani, dei quali P. era profondo e appassionato studioso (nel frattempo aveva infatti pubblicato la sua fondamentale traduzione del Moby Dick di H. Melville). La "poesia-racconto", il "verso-frase" di P. sono gli strumenti espressivi di temi completamente nuovi: l'epica avventurosa, il mito dei paesi lontani, il rapporto fra l'individualità umana e la forza della natura. Queste suggestioni trovarono presto un riscontro nell'interesse scientifico per il problema del mito, che avrebbe improntato gran parte della successiva attività editoriale di P. Divenuto uno dei principali collaboratori della casa editrice Einaudi, tradusse J. Dos Passos, D. Defoe, Ch. Dickens, G. Stein, ma continuò a dedicarsi alla letteratura, scrivendo alcuni racconti e la prima stesura de Il carcere e di Paesi tuoi, romanzo con il quale esordì nel campo della narrativa nel 1941, ancora nel solco di un crudo verismo di matrice americana. Nel 1942 pubblicò La spiaggia, romanzo incentrato sul tema della solitudine e dove al realismo si accostò la nota simbolica.
Impegno politico e opere postbelliche
Alla caduta del regime fascista, P. si trasferì con la famiglia della sorella a Serralunga, un paesino del Monferrato. Alla fine della guerra si iscrisse al PCI, cercando anche nella militanza politica, come nell'esperienza sentimentale, di superare il senso di solitudine sentita come incapacità di vivere, di instaurare un dialogo con l'altro. Nel 1947, dopo il trasferimento a Roma e la pubblicazione di Feria d'agosto, apparvero Dialoghi con Leucò e Il compagno, vincitore del premio Strega; nel 1949 uscì Prima che il gallo canti, che conteneva i due romanzi brevi Il carcere e La casa in collina, nei quali accanto al ricorrente contrasto città-campagna compaiono le riflessioni dello scrittore sulla guerra. Il 1949 è l'anno de La bella estate, comprendente i tre racconti La bella estate, Il diavolo sulle colline, Tra donne sole, dove il mito del ritorno all'infanzia, alle colline, al mare è visto come salvezza dalla banalità, dalla non autenticità della vita cittadina. Nel 1950 visse un'intensa storia sentimentale con l'attrice americana Constance Dowling e pubblicò La luna e i falò, romanzo nel quale neanche i mitici luoghi dell'infanzia risultano più in grado di offrire un'alternativa alla condizione di solitudine. Una nuova delusione sentimentale, rafforzando il pessimismo di P., costituì infine l'occasione che lo decise al suicidio.
Temi ricorrenti e opere postume
Postumi uscirono: la raccolta di poesie Verrà la morte e avrà i tuoi occhi (1951); La letteratura americana e altri saggi (1951); i racconti di Notte di festa (1953); il romanzo Fuoco grande (1959), scritto insieme con Bianca Garufi; due volumi di Lettere (1966); il romanzo giovanile Ciau Masino (1968). Nell'opera di P., scrittore fra i più amati del dopoguerra, si fondono suggestioni molteplici, dal mito della libertà (incarnato soprattutto dal popolo americano) alla rievocazione nostalgica dell'infanzia e della propria terra d'origine, grande motivo ispiratore dei romanzi e dei versi dello scrittore. In particolare, l'infanzia è vissuta come esperienza determinante, alla quale sempre si deve ritornare nello sforzo di conquistare la propria identità. Altro motivo dominante è quello della solitudine, che P., come i suoi personaggi, tenta di superare attraverso l'amore, che tuttavia non conosce altri esiti se non quello di una sconfitta: l'unica soluzione possibile alla condizione di solitudine è quella della maturità, intesa non solo come punto limite di ogni possibile esperienza, ma come una necessità e una vocazione d'assoluto e pertanto, come tale, inappagabile (Santo Stefano Belbo, Cuneo 1908 - Torino 1950)
Domande da interrogazione
- Qual è stato l'impatto dell'infanzia e della formazione a Torino sulla vita dello scrittore?
- In che modo lo scrittore ha contribuito alla letteratura italiana?
- Quali sono stati i temi principali delle opere postbelliche dello scrittore?
- Come ha influenzato l'impegno politico la vita e le opere dello scrittore?
- Quali opere sono state pubblicate postume e quali temi ricorrenti emergono in esse?
L'infanzia e la formazione a Torino hanno avuto un impatto significativo sulla vita dello scrittore, che si è trasferito in città dopo essere rimasto orfano del padre. A Torino, ha frequentato il liceo Massimo D'Azeglio e si è immerso nell'ambiente intellettuale torinese, influenzato da figure come Augusto Monti e Antonio Gramsci.
Lo scrittore ha contribuito alla letteratura italiana introducendo uno stile narrativo ispirato ai grandi modelli americani, come dimostrato nella sua raccolta di versi "Lavorare stanca". Ha anche tradotto opere di autori americani e scritto romanzi che esplorano temi nuovi come l'epica avventurosa e il rapporto tra l'individualità umana e la natura.
I temi principali delle opere postbelliche includono il contrasto tra città e campagna, la solitudine, e il mito del ritorno all'infanzia come salvezza dalla banalità della vita cittadina. Questi temi sono esplorati in opere come "La luna e i falò" e "La bella estate".
L'impegno politico ha influenzato la vita e le opere dello scrittore, che si è iscritto al PCI dopo la caduta del fascismo. La militanza politica è stata un tentativo di superare il senso di solitudine e di instaurare un dialogo con gli altri, riflesso nei suoi scritti postbellici.
Tra le opere postume ci sono "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", "La letteratura americana e altri saggi", e "Notte di festa". I temi ricorrenti includono la nostalgia dell'infanzia, la solitudine, e il mito della libertà, che riflettono la ricerca dell'identità e la lotta contro l'isolamento.