Concetti Chiave
- La novella "Rosso Malpelo" di Verga è un esempio di narrativa verista, pubblicata per la prima volta nel 1878.
- Il protagonista, Rosso Malpelo, è un ragazzo dai capelli rossi, trattato male per il pregiudizio che li associa a malizia e cattiveria.
- Verga utilizza una narrazione non onnisciente, facendosi portavoce della mentalità dei personaggi e del loro ambiente rozzo e primitivo.
- La storia riflette il pessimismo verghiano, mostrando un mondo governato da leggi spietate e una lotta per la sopravvivenza senza spazio per i sentimenti.
- Malpelo è un eroe intellettuale che comprende le leggi inalterabili del suo ambiente, adattandosi con rassegnazione disperata.
Indice
Pubblicazione e contesto storico
La novella fu pubblicata per la prima volta sul “Fanfulla” nell’agosto del 1878, e in seguito raccolta in Vita dei campi nel 1880.
La vita di Rosso Malpelo
Narra la storia di un ragazzo, Rosso Malpelo, chiamato così perché ha i capelli rossi e, nella credenza popolare siciliana, questo è segno di malizia e cattiveria.
Il ragazzo è avvilito dalla povertà e trattato male da tutti, comprese la madre e la sorella, alle quali consegna il denaro guadagnato ogni sabato.Il rapporto con il padre
Egli venera religiosamente il padre, mastro Misciu, morto sotto il cedimento di un pilastro nel luogo in cui lavorava, la cava di rena. Ritrovato il cadavere, i calzoni di fustagno quasi nuovi furono adattati alla statura di Malpelo dalla madre; le scarpe erano troppo grandi, ed egli ogni domenica le lustrava e le indossava, provando un’infinita tenerezza al ricordo del padre.
La vendetta di Malpelo
Il dolore per l’incidente di mastro Misciu provoca nel giovane un’avversione nei confronti degli uomini e degli animali, e trova la sua vendetta nel maltrattare i più deboli. Tratta con durezza (in realtà per il suo bene) il fanciullo Ranocchio, che in seguito muore per le fatiche e le malattie, e riempie di botte il suo asino grigio. Malpelo alla fine del racconto muore disperso in una galleria della miniera, in cui era stato inviato per una perlustrazione pericolosa.
La svolta verista di Verga
La novella inaugura la fase “verista” dell’opera di Verga. Un tempo ciò si attribuiva a Nedda, perché l’autore aveva abbandonato gli ambienti eleganti dei primi romanzi per dare spazio agli ambienti popolari siciliani. Ma a dare la svolta non è tanto il cambiamento di tematiche e soggetti, quanto piuttosto l’innovazione dell’impostazione narrativa.
Impostazione narrativa e regressione
Questo è evidente già dalla prima frase del racconto, in cui si dichiara che Malpelo ha i capelli rossi “perché è un ragazzo malizioso e cattivo”, preconcetto superstizioso caratteristico di una mentalità gretta. Il narratore si trova sullo stesso livello dei personaggi, fa parte del loro mondo, riportando la loro visione dei fatti: Verga percepisce le cose con gli stessi occhi di questa gente e le comunica con le loro stesse parole; attua una sorta di “regressione” così che si possa realizzare in pieno il principio dell’impersonalità. Perciò, non è un narratore onnisciente e non è depositario della verità come gli autori tradizionali, ma un semplice portavoce del popolo primitivo e rozzo. Quello che dice di Malpelo non è del tutto attendibile; per esempio, dopo la morte del padre, quando egli scava affannosamente e ogni tanto si ferma ad ascoltare, è chiaro che il ragazzo spera di trovare il padre ancora in vita. L’autore invece, essendo portavoce di quella mentalità primitiva, spiega questi gesti collegandoli alla sua strana cattiveria. Oppure, i comportamenti nei confronti di Ranocchio, finalizzati all’insegnamento delle leggi brutali che regolano l’esistenza, vengono interpretati secondo le convinzioni correnti nella cava, ovvero “per prendersi il gusto di tiranneggiarlo”.
Valori autentici e pessimismo
Rosso, nonostante sia cresciuto in un ambiente disumano come la miniera, ha mantenuto dei valori autentici: la pietà filiale, giustizia, solidarietà, altruismo. Ma Verga, l’autore “basso”, fa apparire questi valori come strani, incomprensibili, essendosi calato all’interno di questo mondo disumano che conosce solo l’interesse e la forza. I valori vengono negati, perché non si possono praticare in questa realtà dominata dalla lotta per la sopravvivenza, non vi è spazio per i sentimenti. Viene fuori, da questo tipo di narrazione, tutto il pessimismo verghiano. Il mondo popolare non è mitizzato con malinconia, come luogo innocente e autentico, ma è governato dalle stesse regole spietate del mondo più evoluto, quello delle banche e delle industrie.
La visione di Malpelo
Mentre nella prima parte della novella Malpelo è descritto attraverso la visione deformata degli operai della cava, nella seconda parte affiora il suo punto di vista. Il ragazzo ha una concezione cupa e negativa perché indurito dalla disumanità di quella vita di sforzi e sofferenze. Ha compreso perfettamente le leggi che regolano il mondo sociale e naturale, derivate dalla lotta per la sopravvivenza, in cui il forte vince sul debole, e da questa consapevolezza deriva il suo modo di reagire. Egli però non si ribella, perché queste regole non possono essere modificate, ma si adatta con “disperata rassegnazione”. Malpelo comprende il mondo in cui vive e si comporta secondo i principi che lo governano, mentre gli operai della cava sono inconsapevoli e agiscono meccanicamente.
Riflessione sul pessimismo verghiano
Nel ragazzo vi è il riflesso del pessimismo di Verga; Rosso diventa un eroe intellettuale, che intende lucidamente i meccanismi, impossibili da modificare, di questo ambiente, e si rassegna. L’impostazione narrativa della novella, dunque, è molto importante, perché è l’iniziazione del raccontare verista di Verga, e tramuta Rosso Malpelo in un’analisi dura e implacabile delle leggi della società, accompagnandosi a una grande capacità critica e conoscitiva..
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto storico della pubblicazione della novella "Rosso Malpelo"?
- Come viene descritto il rapporto tra Rosso Malpelo e suo padre?
- In che modo la novella "Rosso Malpelo" rappresenta una svolta verista per Verga?
- Quali valori autentici mantiene Rosso Malpelo nonostante l'ambiente disumano in cui vive?
- Come si riflette il pessimismo verghiano nella visione di Malpelo?
La novella fu pubblicata per la prima volta sul “Fanfulla” nell’agosto del 1878 e successivamente raccolta in "Vita dei campi" nel 1880.
Rosso Malpelo venera religiosamente il padre, mastro Misciu, morto in un incidente nella cava di rena. Malpelo prova un’infinita tenerezza al ricordo del padre, indossando le sue scarpe ogni domenica.
La novella segna l'inizio della fase verista di Verga, caratterizzata da un cambiamento nell'impostazione narrativa, con un narratore che si pone sullo stesso livello dei personaggi, riportando la loro visione dei fatti.
Nonostante l'ambiente disumano della miniera, Rosso Malpelo mantiene valori autentici come la pietà filiale, giustizia, solidarietà e altruismo, che appaiono strani e incomprensibili nel contesto in cui vive.
Il pessimismo verghiano si riflette nella visione di Malpelo, che comprende le leggi spietate della sopravvivenza e si adatta con disperata rassegnazione, diventando un eroe intellettuale che accetta l'immutabilità di queste regole.