Concetti Chiave
- L'agricoltura intensiva interrompe il ciclo naturale di fertilizzazione del suolo, impoverendone la qualità e riducendone la produttività.
- I fertilizzanti chimici, combinando azoto, fosforo e potassio, soddisfano le esigenze nutritive delle piante, ma presentano rischi ambientali.
- La policoltura e l'agricoltura biologica promuovono la biodiversità e riducono la necessità di prodotti chimici, migliorando la sostenibilità delle coltivazioni.
- Le tecniche di consociazione, come l'uso di filari di alberi frangivento, proteggono le colture e aumentano la resa agricola.
- L'uso di fitofarmaci selettivi protegge le coltivazioni da parassiti e infestanti, ma richiede un uso consapevole per evitare danni ambientali.
Lo sfruttamento del suolo
Per svilupparsi, le piante assorbono acqua e sali minerali dal terreno. Alla morte della pianta, questi elementi vengono restituiti sotto forma di residui organici decomposti. Si tratta di una forma di fertilizzazione naturale che consente la riproduzione pressoché continua degli organismi vegetali. L'agricoltura intensiva interrompe, però, questo ciclo naturale con il raccolto che non lascia le piante decomporsi sul terreno. Il suolo si impoverisce e diventa rapidamente improduttivo. La soluzione da sempre esistita per ovviare a questo problema è la rotazione triennale o avvicendamento, in uso fin dal Medioevo: sullo stesso appezzamento di terreno un anno venivano coltivati i cereali (frumento, orzo o segale), l’anno successivo era adibito a pascolo, infine, nel terzo anno venivano seminate delle leguminose da prato, come il trifoglio che ha la proprietà di fissare l’azoto e quindi di far aumentare la fertilità del suolo. Oggi sono subentrati i fertilizzanti artificiali, prodotti dall’industria chimica. Inoltre, gli orientamenti attuali tendono a sostituire l'antico sistema della rotazione con la policoltura.
I fertilizzanti
La ricerca chimica applicata all’agricoltura ha consentito di stabilire con precisione quali sono le sostanze utili alle piante. Tra tutte, quelle indispensabili sono:• l’azoto, che stimola l’accrescimento e lo sviluppo delle piante
• il fosforo, che irrobustisce i tessuti e rende le piante resistenti
• il potassio, che favorisce l’accumulo di sostanze di riserva nel fusto e nelle radici
Tutti questi elementi vengono perciò utilizzati nella produzione di diversi tipi di fertilizzanti. Esistono fertilizzanti artificiali e naturali.
I fertilizzanti artificiali o chimici, sono quelli che oggi sono più diffusi. Possono essere semplici, se contengono un solo elemento fertilizzante (azotati, fosfatici, potassici), binari o ternari se ne contengono due o tutti e tre. La scelta del concime deve essere fatta in funzione delle esigenze delle piante da coltivare.
I fertilizzanti naturali o organici contengono tutti gli elementi necessari alle piante. Il più noto è il letame o stallatico, formato da deiezioni animali, in genere dui bovini e residui vegetali. Oggi, spesso è sostituito da letame in pellet, dalle stesse caratteristiche, più facilmente conservabile e utilizzabile. Di grande valore, un tempo, era anche il guano, costituito dagli escrementi degli uccelli marini che vivono in colonie lungo le coste del Perù e del Cile. Oggi il guano è esaurito a causa dell’eccessivo sfruttamento.
Le coltivazioni possono essere compromesse dalle erbe infestanti, che sottraggono luce, nutrimento e spazio alle piante, o da vari parassiti animali e vegetali: insetti, come acari, afidi, larve; funghi, muffe e virus. Un tempo per combattere erbe infestanti e parassiti si disponeva di pochi mezzi, come gli estratti di piretro e tabacco, insetticidi vegetali o il verderame (o poltiglia bordelese), un composto del rame usato come fungicida. Molto utile è anche il macerato d’ortica e di foglie di pomodoro, due prodotti naturali che a seconda del tempo di macerazione nell’acqua servono da concime o da antiparassitario.
Oggi, per difendere le piante, l’industria chimica ha elaborato diversi prodotti molto efficaci , ad azione altamente selettiva, detto fitofarmaci. Ognuno di essi ha una precisa funzione:
• gli insetticidi eliminano gli insetti
• gli anticrittogamici agiscono su funghi microscopici, alghe e licheni
• i diserbanti distruggono le erbe nocive
Occorre, però sottolineare che l’utilizzo di prodotti chimici in agricoltura può costituire un pericolo sia per l’uomo che per l’ambiente. Infatti, Il fosforo contenuto nei concimi, attraverso i corsi d’acqua, finisce nel mare dove provoca il fenomeno dell’eutrofizzazione, cioè l’eccessivo sviluppo delle alghe che, decomponendosi, privano le acque marine dell’ ossigeno necessario alla vita animale. Molti diserbanti contengono dell’atrazina, che ha effetti nocivi sulla riproduzione animale: filtrando nel terreno, essa raggiunge la falda acquifera per cui l’acqua perde la potabilità, come è già successo in alcune parti della pianura del Po. L’orientamento attuale è perciò di ridurre drasticamente l’uso dei prodotti chimici; per il loro uso consapevole e inderogabile è richiesto un apposito brevetto.
La nuova agricoltura biologica
Recentemente, si sono affermate tecniche agricole che non ricorrono alla tecnologia, ma a sistemi, talora antichi, d’integrazione di coltura. Questa è la policoltura. La policoltura comprende la rotazione, la consociazioni (con alberi e colture annuali sullo stesso appezzamento di terreno), la sovra semina di legumi su cereali e la coltura doppia di due o più specie simultaneamente. Esempi di consociazione sono l’utilizzo di filari di alberi frangivento per proteggere le colture dall’essiccamento e dal vento o la coltivazione di mais insieme ad altre piante a fusto breve. Alternando sui campi file di mais frangivento con file di barbabietola da zucchero, queste ultime, riparate dal mais, producono l’11% di zucchero in più, mentre la disponibilità maggiore di luce laterale ha fatto aumentare la resa del mais del 150%. Un altro vantaggio della policoltura è che la consociazione di specie diverse su di uno stesso campo rallenta la diffusione delle erbe infestanti e dei parassiti, che stentano ad adattarsi a condizioni ambientali diversificate: queste tecniche, a loro volta, costituiscono la base di un metodo biologico di controllo dei parassiti.Domande da interrogazione
- Qual è l'effetto dell'agricoltura intensiva sul ciclo naturale del suolo e come veniva tradizionalmente contrastato?
- Quali sono gli elementi indispensabili per la crescita delle piante e come vengono forniti attraverso i fertilizzanti?
- Quali sono le principali sfide poste dalle erbe infestanti e dai parassiti alle coltivazioni e come venivano affrontate in passato?
- Quali sono i rischi associati all'uso di prodotti chimici in agricoltura e quali misure sono state adottate per mitigarli?
- In che modo la policoltura e le tecniche di agricoltura biologica contribuiscono alla sostenibilità delle coltivazioni?
L'agricoltura intensiva interrompe il ciclo naturale di fertilizzazione del suolo, impoverendolo. Tradizionalmente, questo problema veniva contrastato con la rotazione triennale o avvicendamento, pratiche in uso fin dal Medioevo.
Gli elementi indispensabili per la crescita delle piante sono l'azoto, il fosforo e il potassio, forniti attraverso fertilizzanti artificiali o naturali, come il letame o i prodotti chimici industriali.
Le erbe infestanti e i parassiti sottraggono risorse vitali alle coltivazioni. In passato, venivano combattuti con mezzi limitati come estratti di piretro, tabacco o il verderame, mentre oggi si utilizzano fitofarmaci più efficaci.
L'uso di prodotti chimici in agricoltura può danneggiare l'uomo e l'ambiente, causando fenomeni come l'eutrofizzazione e la contaminazione delle acque. L'orientamento attuale prevede una riduzione drastica dell'uso di questi prodotti e l'obbligo di un apposito brevetto per il loro impiego consapevole.
La policoltura e l'agricoltura biologica, attraverso pratiche come la rotazione, la consociazione e la sovra semina, aumentano la biodiversità e riducono la diffusione di erbe infestanti e parassiti, contribuendo alla sostenibilità e alla produttività delle coltivazioni.