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Zimbardo sostenne che il collasso della coesione dei prigionieri fu l'inizio della loro disgregazione

sociale che per Reicher e Haslam è stata indotta dalla percezione di impossibilità a lasciare

l'esperimento. Il collasso si manifestò con l'adesione dei prigionieri alle regole dei carcerieri che

venne ritenute giuste:meglio una tirannide che uno scontro perso in partenza.

Groupthink.

Il fenomeno del groupthink rientra tra i processi che cercano di rispondere alla domanda se il

gruppo sia più efficacie rispetto agli individui nel prendere decisione e nella risoluzione dei

problemi.

Negli anni '50 Bavelas e Leavitt diedero una prima risposta:l'efficienza delle soluzioni dipende dalla

forma della rete di comunicazione interna e dalla tipologia di problema. Nella rete,i nodi

rappresentano i membri di un gruppo e i legami sono i canali di comunicazioni tra essi. Le reti si

distinguono in base a due indici quantitativi fondamentali:

distanza:il numero minimo di legami che occorre per andare dal nodo A al nodo B

• centralità:il numero di comunicazioni che passano tramite un nodo della rete.

I componenti di una rete di comunicazione di forma differente hanno diversi indici di distanza e

centralità. Esistono diverse configurazioni delle reti e tra queste è necessario individuare quella più

efficacie per trovare soluzioni e condividere informazioni. Con una serie di esprimenti,Leavitt cercò

di rispondere al quesito. Mise 5 partecipanti intorno ad un tavolo costruito con dei tramezzi che

permettevano di variare la forma della rete. Diede 6 cartoncini con solo alcuni simboli uguali:chiese

di individuare il simbolo presente su tutti i cartoncini. Le rete centralizzate si rivelarono più efficaci

rispetto a quella decentralizzate:chi è in posizione centrale può facilmente raccogliere le

informazioni tra tutti i membri e trovare la soluzione.

Le reti decentralizzate si rivelarono più interessanti. Se in quelle centralizzate,il leader mostrava

molta soddisfazione e un morale alto,in quelle decentralizzate tutti i membri erano soddisfatti grazie

al contribuito apportato. Le rete centralizzate richiedono meno comunicazioni ma più impegno

cognitivo e sono adatte a compiti semplici dove un solo individuo più gestire tutte le informazioni;

le reti decentralizzate sono ottime per i compiti più complessi e meno strutturati.

Janis identificò una forma particolarmente danno di processo decisionale in cui sono coinvolti i

gruppi:il groupthink,una sindrome del processo decisionale in cui i membri del gruppo tralasciano

la ricerca e la valutazione di soluzioni alternative e potenzialmente preferibili per giungere a scelte

disastrose.

Janis analizzò alcune scelte particolarmente disastrose:Pearl Harbor,la Baia dei Porci,la guerra in

Vietnam. Li confronta con altri casi politici in cui le scelte sono state efficaci.

Le decisioni disastrose sono caratterizzate da alcuni fattori che favoriscono il groupthink:l'elevato

coesione del gruppo,l'isolamento di chi prendere le decisioni rispetto agli esperti,la mancanza di una

leadership imparziale e di procedure decisionali metodologiche,l'omogeneità ideologica dei membri

del gruppo e una forte pressione dovuta a minacce esterne. Con queste condizioni aumenta il rischio

che i gruppi limitino la ricerca e l'analisi delle informazioni e si limitino a ricercare il massimo

consenso interno. Sintomi del groupthink sono un ottimismo ingiustificato,la percezione di

invulnerabilità del gruppo e i processi di evitamento. Quest'ultimi comprendono l'autocensura,gli

stereotipi verso l'outgroup e l'emergere di credenze circa la moralità dell'ingroup.

Il groupthink ha avuto un notevole successo ma è stato analizzato in modo sistematico da un

numero ristretto di studi con risultati complessi e contraddittori soprattutto perché è difficile

scomporre i processi di gruppo. Recenti revisioni evidenziano che:

è necessario distinguere tra qualità del processo decisionale e qualità della decisione:un

• processo scadente può portare a ottime decisioni e viceversa

la coesione del gruppo ha effetti contrastanti:in alcuni casi i membri non coesi sono più

• autocensori;in altri gruppi più coesi vengono scoraggiati i dissidenti e percepiscono le

proprie decisione meno rischiose

la presenza della leadership autoritaria e sbilanciata,l'assenza di procedure decisionali o di

• procedure poco codificate,una forte pressione esterna favoriscono processi decisionali

scadenti e potenzialmente peggiori ma diverse sono le motivazioni scatenanti.

Il groupthink è una sindrome caratterizzata dall'interazione di diversi sintomi e può esser visto come

un costrutto interpretativo utile a riconoscere ed eliminare dinamiche che potrebbero attivarsi nei

gruppi che devono decidere velocemente su questioni importanti.

Le comunità di pratiche.

Implicito nel groupthink è l'assunto che i gruppi analizzino più o meno efficacemente le

informazioni disponibili per prendere decisioni più o meno efficaci. Wegner guardò da una

prospettiva diversa introducendo le comunità di pratiche.

Wegner sposta l'attenzione dal prodotto delle decisioni al processo di interazione nei gruppi reali.

Una comunità di pratica non solo riceve ed elabora le informazioni ma apprende,con un processo

collettivo come muoversi nell'ambiente. Le comunità di pratiche condividono un interesse o un

obiettivo ed imparano reciprocamente come perseguirlo. Non è necessario che i membri della

comunità siano consapevoli del processo di apprendimento. È un processo cooperativo attraverso

cui i membri di un gruppo apprendono e sviluppano un insieme di conoscenze pratiche capaci di

mediare la sfera riservata alle azione per renderle intellegibili e prevedibili.

Le comunità pratiche hanno 3 dimensioni fondamentali:

impegno reciproco:i componenti del gruppo si riconoscono come

• complementari,condividono lo stesso contesto dove obiettivi,contribui e interessi personali

sono stati negoziati e siano negoziabili. Essi sono legittimi perché soggetti a critica e fondati

sul riconoscimento reciproco.

impresa comune:coordinamento tra obiettivi individuali e condivisi. C'è un impegno verso

• un fine condiviso e la possibilità di perseguire obiettivi individuali. I partecipanti

apprendono il significato delle proprie azioni,negoziano le finalità e riconoscono gli

obiettivi. Le stesse azioni assumono significati diversi perché funzionali ad un'impresa di

diverso significato.

repertorio condiviso:insieme di significati,gesti,abitudini,routine,parole condivise che

• permettono ai membri di un gruppo di agire in modo sensato. Senza riferimenti condivisi,

non è possibile identificarsi né identificare uno scopo comune.

Wegner ha ridefinito in chiave costruzionista lo studio dei gruppi e ha esteso la teoria

dell'apprendimento a molti domini. Le comunità di pratiche si soffermano sull'interazione reciproca

come elemento per la comprensione dell'evoluzione del gruppo,delle sue pratiche e della sua

capacità di svolgere un ruolo attivo nella costruzione della realtà.

La comunicazione è un elemento presente in tutti i temi affrontati:status,ruoli,leadership.

Pregiudizi,stereotipi e relazioni tra gruppi.

La forze dell'identità sociale.

L'identità sociale esprime l'intersezione tra processi individuali e dinamiche sociali con ricadute su

tematiche quali le relazioni intergruppi e la convivenza tra diversi.

H. Tajfel e i suoi collaboratori diedero l'impulso per lo sviluppo di questo filone a partire dagli anni

'70 come reazione europea.

La categorizzazione come sistema di ordinamento del mondo.

Il sistema cognitivo risponde alla complessità del mondo con la categorizzazione,la tendenza a

raggruppare oggetti in insieme percepiti come equivalenti. Lo scopo è economizzare le risorse del

sistema cognitivo per rendere più efficace e rapido il processo:ogni volta che si vede un oggetto non

si ripete tutto il processo ma si fa riferimento direttamente alla categoria.

Questo comporta delle conseguenze importante e rischiose:l'unificazione degli oggetti omette la

specificità dei singoli casi. È il fenomeno della accentuazione percettiva,ovvero dato una

categorizzazione,si tenderà a considerare più omogenei di quanto non lo siano in realtà gli oggetti

inclusi nella categoria e più differenti di quanto non lo siano gli oggetti inclusi in categorie diverse.

Il giudizio dato ad una categoria è solo in minima parte dettato dall'esperienza:è principalmente

determinato da processi culturali e sociali.

La categorizzazione come processo di costruzione sociale.

La categoria è una costruzione sociale utile a semplificare l'interpretazione ed è connessa con

l'evoluzione dei gusti ed è espressione di una rete di relazioni sociali. Una volta che la

categorizzazione è costruita,essa orienta la conoscenza e la percezione degli oggetti.

Rispetto all'altro,si avverte il bisogno di avere elementi di giudizio rapidi ed efficaci perché le

relazioni sociali sono molto importanti. Le persone sono molto complesse e,nel rapporto con l'altro,

la categorizzazione è basilare:le persone vengono percepite come gruppi e categorie. Il mondo

sociale si compone di persone unificate da qualche tratto. Alcune categorie sono più importanti,altre

sono marginali.

Identità sociale e autocategorizzazione.

Le modalità di funzionamento della conoscenza e la dimensione collettiva della percezione del

mondo sono state studiate da molte discipline umanistiche. Il contributo della psicologia sociale è di

aver studiato il funzionamento dei processi cognitivi e l'intersezione tra le dinamiche individuali e

sociali,ovvero i processi di formazione,mantenimento e cambiamento dell'immagine di sé.

Con identità sociale ci si riferisce al filone di studi detto Teoria dell'identità sociale che la definisce

come quella parte dell'immagine di sé che si ricava dalla consapevolezza delle proprie

appartenenze. Ognuno pensa a se stesso secondo ciò che lo caratterizza e lo diversifica dagli altri da

cui nasce l'individualità. Ognuno pensa a sé trasferendo su di sé le caratteristiche dei diversi gruppi

e categorie di appartenenza,dei ruoli che ricopre:la propria autopercezione è in relazione alle

immagine e alle aspettative connesse a queste appartenenze.

L'autocategorizzazione porterà a parlare di se stessi secondo livelli di categorizzazione più idonei a

descriversi con diversi livelli di inclusività. Il passaggio di livello avviene secondo la potenzialità

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
36 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/05 Psicologia sociale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LaTita di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia sociale ed ambientale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Inghilleri Paolo.