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La morte di Franco e la restaurazione della monarchia
Franco, ormai, restava poco da vivere: tornato al potere pochi mesi dopo, resistette fino al 20 novembre 1975, giorno in cui morì. La morte di Franco convertì Juan Carlos di Borbone due giorni dopo, il 22 novembre 1975, in Capo di Stato, e proclamato re in virtù della Successione nel Comando dello Stato. Fino a quel momento, il principe si era mantenuto discretamente in secondo piano, seguendo il modello di Franco. L'apparizione del generale, tuttavia, avrebbe permesso a Juan Carlos I di agevolare, come Re di Spagna, l'introduzione di un sistema politico democratico nel paese, che raccoglieva ampi consensi dentro e fuori Spagna.
La morte del Generale Franco e la restaurazione della monarchia posero il nuovo Re davanti a un dilemma: o continuare con una nuova forma e nuove modalità il sistema dittatoriale precedente, come desideravano i sostenitori del franchismo, oppure optare per una rottura radicale, come richiesto dall'opposizione politica.
basata sull'appoggio popolare. In concreto, le possibilità discelta del monarca erano assai ridotte: infatti la democrazia si affermò in breve tempo, senza i notevoli costi a livello sociale che si ebbero in altre nazioni, come il Portogallo e la Grecia, nel passaggio dallo stato autoritario a quello costituzionale. Dalla proclamazione di Juan Carlos quale re di Spagna fino all'entrata in vigore della Costituzione del 1978, il paese affrontò un periodo di Transizione. Questo triennio ha visto, in un primo tempo, l'elaborazione di un progetto che doveva aprire la porta ad un sistema di democrazia parlamentare: non limitava quello che sarebbe stato il nuovo sistema politico, ma semplicemente eliminava gli ostacoli posti dal regime franchista all'insediamento di un sistema democratico. In realtà, era l'atto di liquidazione del franchismo approvato proprio dalle Corti franchiste. Durante il mese di novembre la legge venne discussa dalle Corti.Che approvarono a grande maggioranza. Il governo voleva legittimare questa operazione sottoponendo la nuova legge ad un Referendum, a cui partecipò i 3/4 dell'elettorato, di cui il 94% diede l'approvazione. A partire da questo momento, il processo elettorale era già aperto per scegliere i deputati delle Corti Costituenti incaricate di elaborare una nuova Costituzione. Rilevante fu il fatto che tutte le forze politiche presenti alla Camera, inclusa parte dei neo-franchisti, parteciparono alla trasformazione costituzionale, di modo che la nuova Costituzione, raccogliendo in maniera più o meno evidente le formule già esistenti nel costituzionalismo italiano e tedesco, rappresentò un intento di equilibrio tra ideologie antitetiche.
Questa Costituzione, la più lunga della storia dopo quella di Cadice del 1812, risulta strutturata formalmente in 169 articoli, raggruppati in 10 Titoli; quattro disposizioni aggiuntive, nove transitorie, una derogatoria.
E una finale. Nel Titolo II viene delineata in tutti i suoi aspetti, la figura del Re quale Capo dello Stato della monarchia spagnola.
LA FIGURA DEL RE NELLA MONARCHIA SPAGNOLA
RUOLO
Il ruolo del sovrano spagnolo che coincide con quello di capo dello stato è:
Il Re è il Capo dello Stato, simbolo della sua unità. È definito dall'art 56,1 ("stabilità, è arbitro e regolatore del funzionamento delle istituzioni, assume la più alta rappresentanza dello Stato spagnolo nelle relazioni internazionali, specie con le Nazioni che appartengono alla sua comunità storica, ed esercita le funzioni che gli attribuiscono espressamente la Costituzione e le leggi").
Il monarca è il simbolo dell'unitarietà e della solidità dello stato che rappresenta, questo principio è comune ad altre costituzioni come quella italiana in cui "il capo dello stato rappresenta l'unità" nell'articolo 87,1.
Titolo II: Il ruolo del sovrano spagnolo
Il sovrano spagnolo, re Juan Carlos I della casata di Borbone, legittimo erede della dinastia storica, è garante del funzionamento delle istituzioni di cui è arbitro, inoltre è la più alta carica rappresentativa del suo paese nelle relazioni internazionali soprattutto con le nazioni della comunità storica europea.
La figura del re è considerata inviolabile e non soggetta a responsabilità.
Il suo ruolo costituzionale risulta necessariamente complesso sia perché, trattandosi di un organo non elettivo, la Costituzione non gli permette altro che nominare i membri della sua Casa e distribuire loro gli incarichi, a differenza di quanto accade nel sistema parlamentare di tipo repubblicano, come quello portoghese o quello italiano, nel quale il Capo dello Stato può prendere l'iniziativa di nominare, consultandosi con i partiti ma senza alcuna sua responsabilità, svariate magistrature.
nell'ambito del potere giudiziario e del Tribunale Costituzionale.ATTRIBUZIONI
Le principali assegnazioni che spettano al Re sono individuate sempre nel Titolo II, negli articoli dal 62 al 65:
- Approvare e promulgare le leggi;
- Secondo i termini previsti dalla Costituzione, ha la facoltà di sciogliere e convocare le Cortes, e indire nuove elezioni;
- Nei casi previsti dalla Costituzione, indire un referendum;
- Proporre il candidato alla Presidenza del Governo, e nel caso nominarlo, nonché porre fine alle sue funzioni nei termini previsti dalla Costituzione;
- Su proposta del Presidente, nominare e destituire i membri del Governo;
- Promulgare i decreti decisi nel Consiglio dei Ministri; concedere titoli e onorificenze a norma di legge e conferire le cariche civili e militari;
- Essere reso partecipe delle questioni di Stato ed essere a capo delle riunioni del Consiglio dei Ministri, quando lo giudichi opportuno, su richiesta del Presidente del Governo;
- Comando supremo delle forze.
Può esercitare il diritto di grazia, nei modi stabiliti dalla legge, la quale non prevede l'autorizzazione di indulti generali;
Alto patronato delle Reali Accademie;
Gli ambasciatori, gli altri rappresentanti diplomatici e i rappresentanti dei governi stranieri in Spagna sono accreditati presso di Lui;
Esprimere il consenso dello Stato al momento di assumere impegni internazionali mediante trattati, in conformità con la Costituzione e le leggi;
Al Re spetta, previa autorizzazione delle Cortes, dichiarare la guerra e fare la pace;
Tutti i suoi atti devono essere controfirmati dal Presidente del Governo e, nel caso, dai ministri competenti; sugli atti controfirmati, Egli non ha responsabilità.
Il Re mantiene la sua famiglia e la Real Casa utilizzando uno stanziamento globale ricavato dai bilanci dello Stato; a sua discrezione, nomina i membri civili e militari della Real Casa.
La sua capacità mediatica però è assai limitata e, in ogni caso,
la sua funzione ancestrale è quella di instaurare ogni istanza morale, capace di innalzarsi a simbolo vivente della Nazione nei momenti di forte ostilità. Il vero centro di decisione politica di tutto il sistema è collocato formalmente nel Parlamento, come si ricava dal tenore letterale dell'articolo 1.3 ("politica dello stato spagnolo è la monarchia parlamentare")
ELEGGIBILITÀ Titolo II la Corona
Secondo quanto stabilito negli articoli del della Costituzione, "di Spagna è ereditaria nelle persone dei successori di Sua Maestà Juan Carlos I di Borbone". Vengono poi specificati gli ordini con i quali è prevista la successione al trono:
- primogenitura e rappresentanza, essendo sempre preferita la linea anteriore a quelle posteriori;
- nella stessa linea, il grado più prossimo a quello più remoto;
- nello stesso grado, il maschio alla femmina;
- nello stesso sesso, la persona di età maggiore.
Caso di estinzione di tutte le linee aventi diritto al trono, saranno le Cortes forma più confacente agli interessi della a provvedere alla successione nella "Spagna". Saranno esclusi dalla successione gli aventi diritto al trono che decidano di contrarre matrimonio nonostante l'espressa proibizione del Re e delle Cortes. Tale proibizione si ripercuote anche sui discendenti futuri. È previsto l'intervento di una legge organica in caso di abdicazione, rinuncia, o qualunque dubbio di fatto o di diritto circa la successione alla Corona. L'art. 59 specifica e disciplina i casi in cui la reggenza non può essere esercitata dal Re in persona: quando il Re sia minore d'età, la reggenza viene affidata al padre o alla madre o, mancando entrambi, al parente maggiorenne primo nella linea di successione secondo quanto stabilito dalla Costituzione; in caso di incapacità del Re riconosciuta dalle Cortes, la reggenza sarà assunta dal
Principe ereditario, se maggiorenne. Qualora nessuno avesse il titolo per esercitare la reggenza, saranno le Cortes a provvedere affidandola ad una, tre o cinque persone. Per esercitare la reggenza bisogna essere spagnoli e maggiorenni. La reggenza sarà esercitata per mandato costituzionale e sempre in nome del Re.
L'art. 60, poi, regola le modalità dell'esercizio della tutela: esso, precisa il comma 2, è incompatibile con qualunque carica o rappresentanza politica. Il comma 1 afferma che il Re possa designare nel testamento un tutore, a condizione che sia maggiorenne e spagnolo di nascita; qualora manchi tale designazione, saranno il padre o la madre, finché vedovi, a esercitare la tutela. È previsto che, in casi diversi, siano le Cortes a nominare il tutore. Si precisa, infine, che la funzione di tutore e di reggente non possono essere cumulate se non nella persona del padre, della madre o di ascendenti.
diretti del Re“ ”.Le modalità di assunzione dell’incarico e di proclamazione davanti alle Cortes sicompletano con un giuramento. Per quanto riguarda il Re, egli deveosservare e fardichiarare fedeltà all’adempimento delle sue funzioni, di “osservare la Costituzione e le leggi, nonché rispettare i diritti dei cittadini edelle Comunità autonome”. Lo stesso giuramento, insieme all’atto di fedeltà alRe, viene prestato anche dal Principe ereditario, quando maggiorenne, e dalreggente o dai reggenti, al momento dell’assunzione del loro incarico.
CRONOLOGIA
1808-1813: GUERRA D’INDIPENDENZA
1808: Rivolta del 2 maggio a Madrid
1812: Costituzione di Cadice
1814-1833: REGNO DI FERDINANDO VII
1820-23: triennio liberale
1823-33: decennio nefasto