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I DATI:

riguardo alle aspettative dei giovani, condotto chiedendo ai ragazzi:

“Che tipo di persona ti piacerebbe diventare?” e “Qual è la cosa a cui non vorresti

rinunciare?”. Dalle risposte è emerso un dato positivo che evidenzia come i giovani

abbiano voglia di mettersi in gioco, tentando la sfida di raggiungere il successo

lavorativo senza rinunciare alla possibilità di farsi una famigli.

Altri dati emersi sono invece negativi, emerge che con l’avvicinarsi della maggiore

età, i soggetti tendano a sviluppare un livello decrescente di fiducia nella vita

lavorativa. Gli studenti di quarta superiore, rispetto a quelli di seconda, mostrando

meno fiducia riguardo alla possibilità di avere un lavoro stabile a trent’anni di età

(84% contro 87%), guadagnare molto (44% contro 58%) e svolgere un lavoro

piacevole (77% contro 87%). Un altro dato che necessita di una riflessione emerge

alla domanda:

“Come ti senti nel tempo libero?”, a cui il 33% degli intervistati ha risposto di sentirsi

annoiato, triste, solo o senza niente da fare, mentre il 23% ha affermato di sentirsi

impegnato (con forti disparità regionali, che vanno dal 19% di Salerno al 27% di

Bergamo e Torino).

QUALITATIVO, attraverso la somministrazione di 120 interviste condotte in

profondità, attraverso il sistema della Triangolazione giovani-genitori-insegnanti;

le interviste sono state suddivise in 7 aree tematiche:

1. Capitale sociale, e culturale d'origine del soggetto. Per capitale sociale si intende

l'insieme

delle relazioni, frequentazioni che possono arricchire conoscenze, informazioni,

posizionamenti. Il capitale culturale è l'insieme dei mezzi simbolici trasmessi in

primo luogo

dalla famiglia d'origine. Il capitale culturale oltre ad informazioni, conoscenze,

comprende

buone maniere, buon gusto, uno stile di vita che delinea l'habitus del ceto di

appartenenza.

2. Valori. Le indagini rivelano un sistema ampio e differenziato, in cui comunque è

possibile

riscontrare degli orientamenti di fondo: responsabilità interpretata come passione e

liberta'

o come senso del dovere; autonomia, interpretata come capacita' di scelta

consapevole o

come consapevolezza delle proprie abilita' e dei propri limiti; valori familiari, di

matrice

religiosa; onesta' e rispetto;

3. Uso delle tecnologie. Il riferimento è in particolare ad Internet, al suo uso;si parla

di

generazione internet, blog generation. Diversi gli atteggiamenti, le posizioni dei

genitori

che vedono perdere il privilegio di custodi del sapere; i genitori possono essere

assenti,

educare ad uso responsabili della rete, o censurarne l'uso. Gli adolescenti a loro volta

possono essere adolescenti on line, con un esperienza solitaria dell'uso della rete, gli

adolescenti possono utilizzare la rete come rifugio, o non utilizzarla affatto come

accade per

il cluster degli svantaggiati marginali , e dunque per lo più per i ragazzi di origine

straniera.

4. Religiosità. Si parla di religione fai da te oggi. I ragazzi hanno una visione

personale di Dio

e dei precetti, della confessione penitenza.L' impegno religioso attivo si coniuga

positivamente con lo sviluppo progettuale, la partecipazione associativa, la riuscita

scolastica.

5. Lavoro. Assistiamo con l'avanzare dell'eta' al passaggio dal lavoro sognato alla

realta' del

lavoro, ad una rappresentazione del lavoro, che è strumento dell'autonomia

abitativa ,che si

sgancia dal sogno, elemento di congiunzione tra presente e futuro .

6. Scuola. L'indice di significativita' del sistema scolastico, elaborato alla scopo di

comprendere scelte e progetti di vita dei gionani, ha rilevato rispetto agli indici del

network scolastico e del gruppo dei pari , realizzati con le medesime procedure,

un'incidenza

minore.

L'indice confrontato con le variabili strutturali, sesso, eta', status, rivela un'

importanza della scuola che decresce con l'avanzare dell'eta', che comunque è più

forte nel

sesso femminile, e un'invariabilita' rispetto alla nazionalità.

Nelle citta' del Sud la ridotta

significativita' dell'indice può spiegarsi con il debole legame tra istruzione e

occupazione.L'insegnate si pone come figura importante nella gestione di situazioni

complesse, nel veicolare i saperi, nell'orientare ma soprattutto nell'essere persona su

cui

contare, dunque, nell'affidabilita', che denota un'ambiente di socializzazione ove i

membri si

sentono reciprocamente obbligati.

7. Uso del tempo libero. Il capitale culturale d'origine si rileva in grado di

influenzare le scelte

del tempo libero ma senza determinale in maniera assoluta, perchè anche nei soiggetti

appartenenti

a ceti superiori, il capitale culturale, economico, sociale d'origine può fungere solo da

mantenimento di uno status, con atteggiamenti degli stessi soggetti che si pongono

sul versante

della discontinuita' con il capitale culturale d'origine con il suo conseguente spreco.

IL secondo anno vede un momento di analisi quantitativa, che si avvale di strumenti

come il questinario.

L'indagine condotta sui giovani rivela come scelte e progetti di vita siano un mix di

fattori strutturali, contestuali, individuali, ed esista uno spazio di elaborazione

soggettiva che dunque permette di fuorviare dall'idea che i fattori di contesto siano

predittori dei percorsi di vita dei soggetti, soggetti, che come rivela Margareth Archer

non si esauriscono nelle deteminazioni sociali e culturali .

Dall’indagine qualitativa sono emersi alcuni aspetti importanti:

- in merito alla scelta scolastica, dove le distinzioni per genere appaiono poco

significative, mentre risulta

più forte la variabile della nazionalità (gli stranieri sembrano più “eteronomi” per

tutta una serie di ragioni). La scelta dichiarata come autonoma è soprattutto di quei

giovani con elevato capitale culturale e sociale;

- in merito al vissuto scolastico, emerge un certo livello di disagio riguardo

all’esperienza scolastica e al rapporto con gli insegnanti, sovente connotato da

reciproca diffidenza o indifferenza. Gli insegnanti sembrano rifiutare di collocarsi in

termini di modello, piuttosto esprimono attenzione e cura nella forma

dell’accompagnamento di percorsi di soggetti che tuttavia in parte risultano sfuggire

all’azione educativa; per

quanto riguarda l’azione orientativa della scuola, questa risulta debole e scarsamente

legittimata dalla famiglia.

Di fatto, per gli studenti è la famiglia che guida e consiglia;

- riguardo agli adulti significativi (genitori, insegnanti), che esprimono convergenza

di opinioni nel riconoscimento che esistono compiti specifici per la famiglia e la

scuola, ma al contempo manifestano scarsa fiducia reciproca; le modalità di

comunicazione scuola-famiglia risultano tuttora ancorate a forme tradizionali poco

efficaci che sovente vanificano gli sforzi degli insegnanti e tengono per lo più i

genitori fuori dalla scuola;

- rispetto all’esperienza con le nuove tecnologie, che appare pervasiva e intensa,

soprattutto fra i giovani e mostra una grande influenza nel ridisegnare

l’appropriazione degli strumenti cognitivi e le forme di apprendimento, ma anche la

collocazione spaziale e temporale dei soggetti e il sistema di reperimento delle

informazioni;

- riguardo al quadro valoriale di riferimento, dove emerge una forte condivisione

tra giovani e adulti, e un accordo su quali sono i valori più importanti (libertà,

rispetto, ecc.); così pure una certa sintonia nel rappresentare la transizione verso

l’adultità, tuttavia i racconti mettono in luce anche un certa distanza tra la

condivisione ideale e le pratiche di vita, che portano alla luce piuttosto che una

linearità delle traiettorie di vita la tendenza a dilazionare le soglie di passaggio o a

considerarle anche in larga misura reversibili;

- nell’esplorazione della dimensione religiosa, che mette in luce come il progetto di

vita dei giovani sia largamente connotato da una laicità, intesa non come assenza di

religiosità o contrasto o negazione, ma come

laicità che contempla la possibilità di esprimere un bisogno di valori che hanno sì il

loro riferimento anche nella religione, ma non solo.

La religione dell’intimità è diffusa ampiamente in contrasto con la religione di chiesa

e legata alle pratiche e ai rituali.

L’appartenenza religiosa inoltre non chiude la possibilità dell’incontro con l’altro non

religioso o di altra religione, la relazione amicale risulta trasversale alle forme di

appartenenza e di credenza;

- riguardo alla dimensione del non schooling, inteso come ”esperienza in situazione

descolarizzata” opposta a quello della cultura scolastica, che si profila come un’area

decisionale a carico del soggetto, ma fortemente influenzata dalle spinte famigliari e

dalle chance offerte nel territorio di residenza.

Il depotenziamento delle istituzioni formative sembra aver rafforzato la domanda, da

parte dei giovani (in particolare delle ragazze) di agenzie informali e non formali.

L’analisi delle interviste mostra come, nell’ambito delle scelte nell’informale, sia

messa in discussione la relazione educativa tradizionale (come passaggio di

informazioni o di modelli), ma al contempo sia richiesto al giovane una nuova

competenza relazionale, per consentirgli un’appropriazione dell’esperienza, dei suoi

significati e dei suoi gli usi.

In questo scenario, l’adulto è significativo nella misura in cui permette o ostacola il

giovane nel vivere un’esperienza di cui ha bisogno.

La scelta del tempo libero si profila in molti casi come del tutto discontinua rispetto

al capitale

culturale della famiglia.

Dal materiale raccolto nel corso delle interviste sono state tratte tutta una serie di

indicazioni che sono state poi ampiamente utilizzate nel corso della messa a punto del

questionario a risposte chiuse da somministrare a un campione rappresentativo,

suddiviso in due sottocampioni per età (II superiore, IV superiore).

In ogni realtà locale il campione è stato ulteriormente suddiviso secondo i diversi

indirizzi scolastici: licei, istituti tecnici, istituti professionali, in base a quote

proporzionali rispetto alle iscrizioni registrate nel precedente anno scolastico in

ciascuna città.

Concetti fondamentali

Il concetto di habitus

è presente nella teoria del sociologo francese Pierre Bourdieu e può essere definito

come "un sistema di schemi percettivi, di pensiero e di azione acquisiti

Dettagli
Publisher
A.A. 2009-2010
11 pagine
1 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher demanico di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Scardigno Fausta.