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Il tema sugli effetti dei Mass media sui comportamenti individuali e collettivi costituisce uno dei
settori di ricerca più importanti delle scienze della comunicazione. A questo proposito, negli
anni 80 una scuola di pensiero parla delle carattere ciclico del potere mediatico, secondo cui a
ogni parte di enfatizzazione segue un ridimensionamento di questo potere. Di conseguenza
ogni nuovo medium, in seguito alla familiarità d'uso, viene valutato in modo più equilibrato e
consapevole. Altre teorie sono la cosiddetta teoria del proiettile di Walter Lippmann e Laswell,
secondo cui i media hanno il potere di imprimere direttamente i loro messaggi della mente dei
fruitori, la teoria della coltivazione di Gerbner, secondo cui alla base del comportamento
umano c'è l'assorbimento graduale di atteggiamenti e valori. Secondo questa teoria, per
esempio, la diffusione della violenza nella società non è dovuta alla semplice proiezione di
alcuni film di carattere violento, ma alla continua riproposizione di contenuti e linguaggi violenti
attraverso i media. Successivamente alcuni attori come Paul Lazarsfeld hanno ridimensionato
il potere dei media, in base all'assunto secondo cui l'individuo è in realtà capace di selezionare
L’influenza
autonomamente. dei Mass media dipende soprattutto dal tempo di esposizione e
dalla qualità dei contenuti trasmessi. A questo proposito, maggiore è l'esposizione, più alta
sarà l'influenza esercitata dai media. La televisione, in particolare, viene considerato "ladra del
tempo" e "serva infedele": infatti quando i bambini la guardano per molte ore non fanno molte
cose che in realtà potrebbero essere molto più importanti dal punto di vista del loro sviluppo. I
bambini vengono inoltre abbandonati ad una serva infedele che li espone a vicende
sconnesse. La tv inoltre è anche bugiarda in quanto trasmette una verità in parte falsa e
distorta. I valori della tv sono inoltre fondamentalmente valori del mercato, in quanto si tratta di
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uno strumento commerciale. Allo stesso modo, i valori morali della tv sono strettamente
intrecciati con il modo di raffigurare i personaggi. Infatti la moralità di una azione dipende
spesso da chi la compie, di conseguenza molti comportamenti immorali diventano accettabili
se adottati da personaggi amati dal pubblico. La spettacolarizzazione mediatica capovolge
quindi il rapporto tra valori morali. Non sono più i valori morali a determinare il piacere etico,
ma al contrario è il piacere estetico a legittimare i valori morali. In particolare possiamo
individuare una serie di effetti che il mondo come immagine produce sulla vita individuale e
sociale e sull'agire morale quali:
1.5.1 Atomizzazione delle nostre conoscenze ed esperienze
Dal momento che non sperimentiamo il mondo direttamente ma attraverso l'immagine come
oggetto di consumo fornito a domicilio, veniamo derubati della capacità di concepire la cosa
stessa e di prendere una posizione adeguata nei suoi confronti. Infatti se l'apparenza viene
rappresentata in modo realistico, la realtà al contrario diventa apparenza. Si ha pertanto un
capovolgimento del rapporto tra mondo e immagine.
1.5.2 Passivizzazione e liquefazione dell'oggetto
Veniamo trasformati in consumatori permanenti. Infatti, mentre come lettori siamo per esempio
ancora autonomi in quanto possiamo determinare il tempo e le parti da leggere o rileggere,
come radioascoltatori spettatori dobbiamo rispettare il ritmo del mezzo. Pertanto il nostro
rapporto col mondo diventa unilaterale in quanto ci abituiamo a vedere le immagini ma non a
essere visti e ad ascoltare ma non a essere ascoltati. Il consumatore, inoltre, assimila
qualsiasi cosa, sia il conformismo che il non-conformismo. L'iperconsumismo, inoltre, un
nuovo modello antropologico: l'homo consumericus, ovvero, il consumatore sfrenato e
iperindividualista che ha bisogno continuamente di nuovi beni di consumo per non annoiarsi. Il
mondo ci viene pertanto servito allo stato liquido, cioè in modo talmente diretto da poter
essere immediatamente consumato. I prodotti culturali, però, proprio diede la loro liquidità,
vengono assorbiti da noi senza essere percepiti.
1.5.3 Libertà illusoria
Noi siamo diventati individui sempre più liberi mentre la libertà si è trasformata in una libertà
sempre più immaginaria. A questo proposito si può parlare di epoca del trickster, cioè
dell'ingannatore, di chi consuma velocemente la propria illusione, creando delle bolle
provvisorie di significato che però hanno una durata limitata e per questo sono solamente
illusioni. Nella società multimediale, l'individuo intende la libertà come opportunità infinita,
pertanto ama fantasticare sulla propria libertà, evitando il confronto con la realtà esistente.
1.5.4 Smaterializzazione
E' in atto un processo di smaterializzazione in quanto lo scambio tra gli individui diventa
sempre meno relazionale e sempre più informazionale e funzionale. L'uomo in particolare
sostituisce sempre di più le poche relazioni profonde con numerosi contatti vuoti. La causa
della smaterializzazione e della interazione contorta tra la vita reale e la vita virtuale, però, non
sono gli strumenti elettronici, dal momento che l'utilità degli strumenti elettronici è determinata
proprio dal fatto che siamo costretti a modellare continuamente le nostre identità senza poter
rimanere legati saldamente a una sola di esse. La multimedialità, inoltre, ci permette di fare
tutto ma da lontano. Si tratta pertanto di un sistema asettico, fuori dal tempo e dallo spazio che
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ci dà l'impressione e l'illusione di essere in contatto con tutto il mondo, senza muoversi da
casa.
1.5.5 Frantumazione dell'uomo e destrutturazione morale
I mass media, attraverso la molteplicità dell'informazione destrutturano convinzioni, pregiudizi,
tradizioni e credenze locali. L'uomo viene inoltre frantumato da ciò che ascolta alla radio, vede
in televisione, in Internet in quanto i contenuti gli giungono senza alcun legame logico. L'uomo
frantumato e disarticolato, in particolare, che a proprio agio tra la folla anonima dei grandi
magazzini o nella comunità virtuale; si sente sorretto non più da una struttura ideologica, ma
dall'appartenenza al gruppo. Inoltre non è solo destrutturante il mezzo elettronico ma anche il
messaggio. Per esempio nel giornalismo fa notizia che ciò che viola la norma o va al di là del
normale. Siamo pertanto alla ricerca di notizie sensazionali e di comportamenti trasgressivi e
anormali.
1.5.6 Affettivizzazione ed esteriorizzazione dell'uomo
Un altro effetto è la scomparsa dell'egemonia del razionale e il ritorno dell'affettivo,
dell'immaginario e del pensiero sincretico. La conseguenza negativa della civiltà dei media
non è tanto la destrutturazione dell'uomo quanto l'alienazione del conformismo sociale, l'uomo
cioè non ascolta più la voce della sua coscienza e della sua interiorità. La velocità il rumore
rischiano pertanto di togliere all'uomo il tempo di essere se stesso, di vivere per quello che egli
è e non per quello che appare, per il suo abbigliamento, progetti che usa, secondo i modelli
sociali veicolati dai mass media. A questo proposito possiamo pensare a Pascal che nei suoi
pensieri ha scritto che "l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: cioè, dal non sapere
restare tranquilli in una camera". Questo significa che proprio perché il pensiero ci mette a
contatto con noi stessi, con la nostra interiorità, l'uomo evita la solitudine preferendo affannarsi
in tante attività e divertimenti. Questo comportamento però ci allontana da un vero rapporto
con noi stessi e dalle domande esistenziali che tutti dovrebbero porsi.
1.5.7 Violenza e adultizzazione dei minori
II presunto legame tra violenza televisiva e violenza reale è stato oggetto di numerosi studi. In
particolare, la tv può esercitare 3 potenziali effetti sui giovani telespettatori: effetto-aggressore,
cioè l'aumento di probabilità di avere un comportamento violento, l'effetto-vittima, cioè
l'aumento del timore di restare vittima della violenza e l'effetto-spettatore, cioè l'aumento
dell'indifferenza verso la violenza subita da altri. La massificazione della comunicazione
mediatica, inoltre, produce l'infantilizzazione degli adulti e l'adultizzazione dei minori. Infatti,
l'era della protezione dell'infanzia sta cedendo il passo all'era della scomparsa dell'infanzia. In
particolare, la membrana protettiva che serviva a preservare bambini da precoci esperienze e
dai segreti del mondo adulto, si è indebolita a opera dei Mass media che espongono i bambini,
senza alcuna protezione, ai segreti e alle esperienze anche più traumatiche del mondo adulto.
1.6 Il nuovo racconto digitale del mondo
Il mezzo che ha permesso di legare tra loro le tecnologie della comunicazione, ovvero il
telefono, il cinema, la radio e la televisione è stato Internet. Il digitale, in particolare, ha aperto
la strada all'era post-informazione, caratterizzata dalla personalizzazione dei flussi
comunicativi. Viene inoltre portato all'estremo il narrowcasting in quanto ora l'informazione si
rivolge a gruppi sempre più piccoli fino ad arrivare al singolo individuo. In un mondo concepito
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come immagine, il reale non è più un dato naturale, ma è un prodotto, un insieme costruito di
segni, simulacri e modelli di controllo. Si tratta pertanto di un iperreale, determinato dal
processo di virtualizzazione della nostra esperienza percettiva. Il dominio dell'immagine ci ha
inoltre fatto perdere la capacità di scegliere, di conoscere, di valutare e quindi comprendere
ciò che stiamo percependo. Esso inoltre ha determinato la caduta della fiducia nei mezzi
tradizionali come strumenti di conoscenza della realtà. La realtà, però, continua ad esistere e
può essere raccontata da noi stessi attraverso i cosiddetti new media. A questo proposito con
il digitale si assiste a una ritorno alla realtà, che si presenta addirittura come realtà aumentata
in quanto ogni strumento arricchisce di informazioni e immagine la realtà circostante. La realtà
aumentata è l'opposto della realtà virtuale. Infatti mentre la realtà virtuale è l'inserimento
dell'uomo in una realtà simulata, creata al computer, la realtà aumentata è l'integrazione di
oggetti virtuali in una scena reale. Il decennio tra il 2010 e il 2020 sarà il decennio dell