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Estratto del documento

L'ECONOMIA AZIENDALE

• E' complementare all'economia politica

• E' orientata al cambiamento, alla ricerca di modalità migliori di svolgimento dell'attività economica

• Vuole combinare l'innovazione tecnologica con l'innovazione economica

• Vuole contribuire al progresso economico come strumento di progresso civile

• Adotta il principio dell'unitarietà nello studio dei fenomeni aziendali (tutti i tipi di istituti, gestione + organizzazione + rilevazione, contemperamento degli interessi, aggregati aziendali)

Capitolo 2: Gli istituti

La società umana, il bene comune, le istituzioni e gli istituti.

Una persona partecipa a più società umane. Questo perché:

• Riesce a raggiungere risultati migliori di quelli individuali;

• Per soddisfare la socialità.

Ogni società umana ricerca il bene comune dei suoi membri. Bene comune: prodotto della cooperazione societaria

che condiziona i singoli nella società. È un bene per tutti i membri. L'azione coordinata produce rendita organizzativa e risultato residuale. Rendita organizzativa: data dalla cooperazione per uno stesso fine, è un vantaggio economico e deve essere diviso tra tutti. Il risultato residuale è un risultato (positivo o negativo) che avanza dopo la spartizione e che deve essere attribuito a uno o più soggetti. Ricevono il risultato residuale coloro che hanno il diritto-dovere di governare sull'istituto. Istituzioni: regole e strutture di comportamento relativamente stabili per i singoli e per i gruppi. Istituti: le società umane che assumono caratteri di istituzioni, ovvero di regole e strutture di comportamento relativamente stabili (stato, famiglia, imprese, partiti politici). Processi di istituzionalizzazione: quando particolari regole e strutture diventano di uso comune e codificate. L'istituzionalizzazione riflette e consolida le strutture.

di potere esistenti.

Istituto: si presenta come complesso di elementi e di fattori, di energie e di risorse personali e materiali. È duraturo e il suo permanere è della specie dinamica ed è ordinato secondo proprie leggi. È un'unità e persegue fini comuni. Interdisciplinare.

Le società umane che chiamiamo istituti si dividono in famiglie [naturali] e organizzazioni [scopi specifici e con regole di comportamento esplicite e progettate].

Gli istituti, le aziende e gli aggregati di aziende

L'economia aziendale studia gli istituti che hanno attività economica abbrilevante [ricavi, costi, risparmi, investimenti]:

  1. Famiglie;
  2. Imprese;
  3. Istituti pubblici;
  4. Istituti nonprofit.

Azienda: ordine strettamente economico di un istituto [insieme degli accadimenti economici]:

  1. Azienda familiare di consumo e di gestione patrimoniale: istituto primario della società umana. Genera, alleva, educa e assiste le persone. Il patrimonio è
  2. Azienda di produzione: istituto economico sociale con dominanti finalità di tipo economico. Sono parte rilevante della società umana perché partecipano al raggiungimento del bene comune della società. Ci sono comunque rapporti sociali non solo economici; 3. Azienda composta pubblica [di produzione e di consumo]: lo stato controlla gli istituti pubblici. Si articola in amministrazioni [stato, regioni, province e comuni] dette istituti pubblici territoriali. Finalità economiche necessarie ma non rilevanti. Non sono istituti pubblici quelli i cui membri traggono vantaggio dal loro operare; 4. Azienda nonprofit [di produzione, di produzione e di consumo]: di natura privata, divieto di distribuire il risultato reddituale tra quelli che esercitano il controllo. La componente

    L'economia ha vario peso. L'economia non è di persone singole ma di aziende e di aggregati di aziende. Le 4 classi sono accomunate dal fine soddisfacimento dei bisogni umani e dal mezzo attività economica. Sono differenti però i fini immediati e gli assetti istituzionali.

    Aggregati di aziende: insieme di aziende avvinte da forti relazioni istituzionali, soggette a un indirizzo strategico unitario esplicito ma a volte tacito. [i consorzi di imprese, le associazioni in franchising, i distretti industriali]. Anche lo stato si articola in istituti da analizzare sia singolarmente sia come aggregato.

    Famiglia: Interessi economici istituzionali [dei membri dell'istituzione]. Interessi economici non istituzionali [di altri in relazione con l'istituto ma non membri].

    Famiglie Imprese Stato, Istituti istituti nonprofit pubbliciterritoriali Aziende Aziende Aziende di Aziende Aziende familiari di produzione composte nonprofit consumo e di pubbliche [digestione]

    Formattazione del testo

    [produzione epatrimoniale di consumo]Finalità Sociali, Economiche Sociali e Sociali, morali, etiche, morali culturali religiose

    Fine Appagamento Produzione di Produzione e Appagamento economico o dei bisogni rimunerazioni consumo di di bisogni di immediato dei membri monetarie e di beni pubblici associati o altra natura e collettività in rimunerazioni generale e rimunerazioni

    Portatori Membri [più Prestatori di Componenti Variadegli altri soggetti lavoro e di dell’entità combinazioni interessi eventuali] capitale di politica e di associati, economici rischio prestatori di donatori, istituzionali lavoro stato, prestatori di lavoro

    Portatori di Altre famiglie Fornitori, Fornitori, Fornitori, interessi imparentate, clienti, conferenti conferenti economici prestatori di conferenti capitali di capitali di non lavoro capitale di prestito, altri prestito, Stato, istituzionali domestici prestito istituti “clienti” pubblici

    Processi Consumi, Negoziazioni di

    Produzione e Produzione [oeconomici gestione beni, consumo di produzione ecaratteristi patrimoniale, trasformazioni beni pubblici, consumo] dici lavoro, studio tecniche, raccolta di beni, raccoltanegoziazioni di tributi di donazionicredito e dirischiModelli economici alternativiPerché l'attività economica non è svolta totalmente all'interno delle famiglie?
    1. Limitate dimensioni economiche della famiglia;
    2. Specializzazione rende tutto più efficiente e si produce di più;
    3. Una famiglia non può produrre tutto ciò che ha bisogno [qualità].
    Perché non si va al mercato?
    1. Costi di transizione [costi sostenuti per negoziare e concludere un contratto per ciascuna operazione di scambio]: molto elevati perché scarsa fiducia e contratti complessi;
    2. Le parti decidono di aggregarsi sotto una stessa autorità entrando a far parte di uno stesso istituto i cui costi di integrazione [costi di gestione delle

      transizioni interne ad un istituto] sono più bassi. Perché non è tutto centralizzato?

      1. La massa di informazioni da integrare e raccogliere che giunge al centro è enorme e supera la capacità umana;
      2. Difficoltà di individuare i veri bisogni, preferenze e competenze delle singole persone;
      3. Sovrasemplificazioni, uniformità e iniquità si diffondono  svanisce la motivazione al lavoro.

      Perché gli istituti esterni alla famiglia [imprese, ...] si differenziano in macroclassi?

      Fattori a cui è dovuta la divisione in macroclassi:

      1. Se ce ne sono tanti la concorrenza stimola l'innovazione e l'efficienza;
      2. Deve esserci anche lo stato perché deve intervenire quando l'azione privata produrrebbe inefficienze e iniquità;
      3. Opportunità di dare spazio ad attività organizzate altruistiche e di solidarietà.

      Perché si trovano realtà molto diverse all'interno di ogni

      macroclasse? Fattori che incentivano le differenze:

      1. Le differenti caratteristiche dei prodotti e dei mercati → aziende diversificate;
      2. Vantaggi competitivi derivano dalla diversità;
      3. Innovazione di un'azienda attraverso un brevetto fa sì che sia differente per determinati periodi di tempo;
      4. Le differenze di competenze e di propensioni di singole persone e gruppi.

      Fattori che incentivano le uguaglianze:

      1. Imitazione delle altre realtà perché sono più evolute o innovative;
      2. Attaccamento a modelli di impresa giudicati "normali", affidabili e corretti [istituzionalizzazione];
      3. Uniformità a regole formali;
      4. L'integrazione tecnica dei mercati attraverso lo sviluppo di fonti di energia, comunicazione e trasporto.

      L'uniformità e la varietà dipendono dalla "storia" e dai gradi di libertà. Insiemi di obiettivi simili possono realizzarsi con configurazioni aziendali.

      differenti[equifinalità] e una stessa configurazione d'impresa può essere funzionale a obiettivi differenti [plurifinalità].

      Specializzazione

      La specializzazione ha tre livelli:

      • Per macroclassi di istituti;
      • Nell'ambito di ciascuna classe di istituti;
      • Nell'ambito delle singole aziende.

      È vantaggiosa perché si produce:

      1. Modo più efficiente;
      2. Maggiore qualità;
      3. Minor fatica;
      4. Più rapidamente.

      I vantaggi sono detti "economie di specializzazione" derivano da alcune fonti delle e. di s.:

      1. Processi di apprendimento: ripetizione crea:
        • destrezza fisica;
        • scoperta di modalità più efficienti;
        • repertorio di situazioni problematiche che si sono risolte.
      2. Limiti e non uniformi distribuzioni delle competenze individuali: alcune abilità sono complesse e richiedono particolari doti individuali;
      3. Differenziazione degli orientamenti tecnici e manageriali: a

      compitispecializzati devono corrispondere persone specializzate;

      3) Costi di apprestamento e di passaggio tra le fasi: se una stessa persona fapiù fasi della lavorazione deve dedicare tempo e attenzione a preparare lafase successiva [costi di setting/ di apprestamento]. Così si diminuisconoma non si eliminano. Il primo deve effettuare operazioni di controllo dellefasi successive.

      4) Differenti performance tecniche degli impianti e delle attrezzature: sesono generiche [costi e qualità accettabili una pluralità di azioni] ospecializzati [una sola lavorazione ma molto efficiente];

      5) Identificazioni e motivazione al lavoro: se è specializzato si sente partedella sua attività

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
34 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ellyna94ever di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Roca Batllori Esther.