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IL RAPPORTO CONTRIBUTIVO
27. I contributi previdenziali e i soggetti tenuti al loro pagamento
Se lo stato interviene al finanziamento degli enti previdenziali e, tuttavia il reperimento dei mezzi necessari al raggiungimento dei fini e istituzionali di questi ultimi ancora avviene mediante l'imposizione dell'obbligo del pagamento di contributi previdenziali ad alcune categorie di cittadini.
Tenuti al pagamento dei contributi previdenziali sono il datore di lavoro dei soggetti protetti.
Accanto a questi, i lavoratori subordinati sono tenuti al pagamento dei contributi previdenziali. In questi casi è responsabile dell'adempimento dell'obbligo contributivo è il datore di lavoro che ha diritto di rivalsa nei confronti del lavoratore.
Per i lavoratori parasubordinati, la contribuzione previdenziale è posta anche a carico dei committenti, mentre per la tutela realizzata a favore dei lavoratori autonomi ed i liberi professionisti sono gli stessi soggetti protetti.
che il datore di lavoro è tenuto a versare contributi previdenziali anche per i lavoratori dell'agricoltura. Questo contributo di solidarietà ha lo scopo di migliorare la tutela in caso di malattia per i lavoratori agricoli. Inoltre, il datore di lavoro è tenuto a versare un contributo per finanziare l'assistenza sanitaria ai pensionati. Questo avviene tramite il contributo di fedeltà, che viene imposto da una gestione pensionistica diversa da quella del regime generale gestito dall'INPS. Questo contributo di solidarietà è obbligatorio per i datori di lavoro e viene versato sulle somme destinate al finanziamento di forme volontarie di previdenza integrativa o complementare. In alcuni casi, ci sono anche altre situazioni in cui il datore di lavoro è tenuto a versare contributi previdenziali.lavorativo. Per quanto riguarda i dipendenti, l'obbligo del pagamento dei contributi previdenziali ricade sui datori di lavoro. Tuttavia, anche le società cooperative e le società, anche di fatto, sono tenute al pagamento dei contributi per i loro soci impiegati nei lavori da esse assunti. La tutela previdenziale dei lavoratori autonomi, e in particolare dei liberi professionisti, si realizza anche attraverso i contributi a carico dei committenti. Questa è la situazione dei clienti dei liberi professionisti, che devono versare i contributi previdenziali. Inoltre, gli artigiani, i commercianti e i coltivatori diretti sono tenuti al pagamento dei contributi previdenziali, anche per i familiari che lavorano abitualmente nell'impresa artigiana o commerciale o nei fondi, nonché per i familiari a loro carico. In questi casi, esiste un rapporto lavorativo tra il soggetto obbligato al pagamento dei contributi e il beneficiario delle prestazioni previdenziali.Familiare o un rapporto associativo, sottratto alla disciplina del diritto di lavoro e designato dalla dottrina come rapporto di lavoro familiare.
Funzione previdenziale e obiettivi di politica economica
Il sistema di finanziamento della previdenza sociale è stato modificato con i provvedimenti legislativi che hanno predisposto la fiscalizzazione degli oneri e sociali e gli sgravi contributivi e per le imprese industriali che utilizzano effettivamente lavoratori nel mezzogiorno.
A questi provvedimenti, e ne sono succeduti numerosi altri, sia di carattere generale, sia limitata a particolari settori della produzione o singole regioni, sempre connotati dalla temporaneità.
Attualmente, la fiscalizzazione degli oneri sociali è diventata strutturale e cioè definitiva, mentre il regime degli sgravi contributivi per il mezzogiorno è stato sostituito.
Per effetto della fiscalizzazione e datore di lavoro, e a volte anche lavoratori sono, o erano, esonerati.
dall'obbligo del versamento di alcuni o di una parte di alcuni contributi previdenziali, mentre l'onere corrispondente è, ed era, assunto dallo stato.
Tutti questi provvedimenti sono esclusivamente destinati al perseguimento di finalità di politica economica e tenendo ad incrementare la competitività delle imprese e i livelli occupazionali.
Sia il godimento degli sgravi contributivi sia quello dei benefici della fiscalizzazione sono stati condizionati alla c.d. clausola sociale e, cioè, all'erogazione ai dipendenti di un trattamento economico e normativo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi nazionali del settore.
29. La contribuzione figurativa
La contribuzione figurativa può essere riconosciuta, a seconda dei casi, d'ufficio o su domanda dell'interessato.
Quando il rapporto di lavoro rimane sospeso per effetto di determinati eventi (malattia, disoccupazione), lo svolgimento di cariche pubbliche elettive, i permessi
per i genitori di minori con handicap e nei casi di persecuzione politica laziale, la legge dispone che questi periodi si considerino come periodi di contribuzione ai fini del diritto alle prestazioni previdenziali e della determinazione della loro misura. In quei casi infatti, la sostituzione del finanziamento pubblico alla contribuzione posta a carico dei datori e dei prestatori di lavoro costituisce una precisa attuazione del principio della solidarietà, in quanto tende ad evitare che i soggetti protetti subiscano un pregiudizio per quanto attiene al futuro godimento delle prestazioni previdenziali. La legge consente per i non vedenti adibiti alle mansioni di centralinisti telefonici, nonché per i sordomuti e gli invalidi oltre il 74%, l'accredito su richiesta dell'interessato di due mesi di contributi figurativi per ogni anno di lavoro effettivo, sino ad un massimo di cinque anni. Il problema è quello di sapere se i mezzi necessari alla realizzazione della tutela previdenziale,una volta che destinata esclusivamente a realizzare un interesse pubblico generale, debbano essere reperiti mediante l'imposizione di contributi esclusivamente ad alcune categorie di cittadini. Quest'ultima alla soluzione realizzata per la gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali. 30. I contratti di riallineamento La connessione esistente tra politica economica e sociale e politica del finanziamento dei regimi previdenziali attuata mediante la contribuzione previdenziale è confermata dalla disciplina dettata dalla legge per i contratti di riallineamento. È impossibile una analitica esposizione del disciplina legislativa dei contratti di riallineamento. Le linee ispiratrici di quella legislazione: la ratio della disciplina dei contratti di riallineamento può essere agevolmente compresa se si tiene conto delle esigenze che essa tende a soddisfare. Il godimento degli sgravi e della fiscalizzazione ha condizionato.all'erogazione di trattamenti non inferiori a quelli previsti dalla contrattazione collettiva nazionale. Di conseguenza, le imprese che non avevano rispettato tali condizioni non avevano diritto agli sgravi fiscali e alla fiscalizzazione e sarebbero state obbligate a restituire le somme corrispondenti ai benefici indebitamente goduti. Dall'altra parte, quelle imprese erano anche inadempienti alle obbligazioni contributive. In questa situazione, il legislatore ha presunto che l'erogazione dei trattamenti retributivi inferiori a quelli previsti dalla contrattazione collettiva nazionale fosse un sintomo delle difficoltà economiche di quelle imprese che avevano potuto sopravvivere e mantenere livelli di occupazione. È stata avvertita l'esigenza di salvaguardare i livelli occupazionali alleggerendo l'onere della contribuzione previdenziale. L'esigenza è stata soddisfatta abilitando l'autonomia sindacale a stipulare contratti di riallineamento e cioèaccordi territoriali o aziendali che prevedono programmi di graduale (triennale e a volte quadriennale) riallineamento dei trattamenti retributivi praticati a quelli previsti dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Il trattamento retributivo previsto dai contratti di riallineamento è stato equiparato a quello previsto da contratti collettivi nazionali del settore. 31. L'emersione del lavoro sommerso La legge n. 383 del 2001 ha tende ad incentivare l'emersione del lavoro sommerso e persegue l'obiettivo di regolarizzare le posizioni contributive dei dipendenti di quelle imprese che non avevano adempiuto agli obblighi previsti dalla disciplina previdenziale e da quella fiscale. L'emersione del lavoro sommerso non ha rimessa alla contrattazione collettiva ma è affidata all'iniziativa dei singoli imprenditori. Questi hanno l'onere di presentare una dichiarazione di emersione con la quale si impegnano ad erogare, per il futuro, apropridipendenti e retribuzioni non inferiori a quelle previste dai contratti collettivi nazionali. Dichiarazione che doveva essere approvata dal sindaco sulla base delle indicazioni del C.I.P.E.
Il d.l.n. 210 del 2002 istituisce comitati per il lavoro e l'emersione del sommerso ai quali il datore di lavoro deve inviare la dichiarazione di emersione affinché ne valutino la fattibilità tecnica. La legge consente all'imprenditore di presentare a compiere individuale di emersione progressiva per il quale previsto una procedura particolare.
Due sono gli effetti della presentazione della dichiarazione di emersione. Per il periodo anteriore alla presentazione della dichiarazione di emersione, l'imprenditore può chiedere un concordato tributario e previdenziale che gli consente di regolarizzare gli inadempimenti fiscali e previdenziali. Regolarizzazione che avviene versando un'imposta sostitutiva, la quale è determinata nella misura dell'8% del costo
del lavoro irregolare utilizzato e dichiarato. All'imprenditore che ha presentato la dichiarazione di emersione si applica, per i piani successivi a quella presentazione, un regime contributivo di grande favore. Egli è tenuto a versare una contribuzione previdenziale. Con effetto dalla data di presentazione della domanda di emersione, la decisione del lavoratore costituisce rinuncia non impugnabile relativamente ai diritti di natura retributiva e risarcitoria per il periodo pregresso. 32. Il problema della natura giuridica dei contributi previdenziali Tutte le soluzioni possibili del problema della natura giuridica dei contributi previdenziali sono state proposte dalla dottrina: da quella per cui essi dovrebbero essere considerati come un corrispettivo delle prestazioni previdenziali, alla stregua dei premi delle assicurazioni private, fino a quelle che ne hanno sostenuto la natura di tributo, discutendosi poi se si tratta di tassa, di contributo speciale, di imposta in senso.stretto
oppure di imposta speciale.
L'opinione secondo la quale i cont