
Si avvicina il tempo delle prove Invalsi. A maggio quasi due milioni di studenti saranno impegnati nei test. Un rito che si ripete, con la formula attuale, dal 2009. Interessati gli alunni di seconda e quinta elementare, terza media (che si svolge a giugno) e seconda superiore. Le prove, secondo quanto riporta l'Invalsi, servono a fornire i dati generali sul funzionamento della scuola, in particolare il grado di competenze raggiunto dagli studenti in due grandi aree: la comprensione di un testo e la padronanza della matematica in situazioni concrete. Le prove servono anche a fornire alle scuole i dati elaborati, in modo che siano possibili valutazioni sul piano didattico, confronti e migliorie. I dati sono anonimi e la valutazione riguarda l'istituto scolastico. Da sempre però, le categorie degli insegnanti e degli studenti non vedono di buon occhio il sistema, e anche questa volta - come ogni anno - tornano mobilitazioni e proteste.
Prove Invalsi alle superiori, sciopero della scuola
Cobas e Unicobas hanno convocato uno sciopero dei docenti e del personale Ata per boicottare i test nella scuola primaria e media (il 3) e il 9 maggio nelle superiori. "Si trasforma la figura del docente, derubricato a somministratore di prove standardizzate e illustratore di manuali per quiz", sostengono Piero Bernocchi (Cobas) e Stefano D’Errico (Unicobas).
Invalsi requisito di ammissione alla maturità dal 2019: UdS non ci sta
Al boicottaggio del 9 maggio parteciperà anche l’Unione degli Studenti che ha indetto manifestazioni e cortei per protestare contro "la valutazione punitiva basata sulla trasmissione di nozioni, senza la trasmissione di competenze critiche". Il sindacato studentesco prende posizione, inoltre, contro il decreto attuativo della Buona Scuola - recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri - che vuole il test Invalsi (insieme all'alternanza scuola lavoro) in quinta superiore, come requisito di ammissione alla maturità.