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Il grido di un “ESSERE”
che non vuole sottostare al silenzio della massa.
Quadro storico-culturale di fine ‘800 primi ‘900
Marx lo definisce un apparato oppressivo, spersonalizzante e parassitario
diretto a contrapporre ai liberi comportamenti sociali una logica formalistica e
astratta. critica della filosofia hegeliana del diritto
Nell’Introduzione Marx parlò di “massa”
proprio riferendosi all’aggregazione proletaria non ancora organizzata.
Sviluppò il tema del problematico rapporto fra la massa lavoratrice
politicamente e culturalmente disgregata, in quanto priva di una coscienza di
classe, e l’avanguardia rappresentata dal partito degli intellettuali.
Nietzsche
Radicalmente diversa è, invece, la definizione che da di questo
concetto poiché identificò la massa più che con il proletariato con le classi
medie definite mera somma numerica di individui egoistici fra loro interagenti.
La “massa”, riteneva Nietzsche, aveva la caratteristica negativa di essere
facilmente suggestionabile e incarnava, inoltre, il trionfo della quantità sulla
qualità a scapito del merito e dell’intelligenza.
Nel XIX secolo ci si trovava comunque di fronte ad un tipo di forza lavoro
dualistica: il ristretto numero di operai qualificati da una parte, e dall’altra la
massa di manovali comuni, solitamente di origine contadina privi di
qualificazione e scarsamente remunerati. 8
Furono proprio i primi, eredi delle precedenti professioni artigiane, padroni di
ogni segreto del mestiere che godendo di una notevole autonomia lavorativa si
organizzarono da se il lavoro. Spesso esercitarono forme di comando e direzione
sulla massa dei dequalificati e diedero vita al nucleo fondatore delle prime
organizzazioni operaie tanto politiche che sindacali. L’evoluzione del pensiero
scientifico e le nuove scoperte tecnologiche generarono comunque una forte
fiducia nella capacità dell’uomo di indagare la realtà, nella scienza e nella
tecnica l’uomo trovava il modo per risolvere i suoi problemi.
filosofie della crisi
Da esso presero vita le successive e si posero le
premesse di quella “reazione idealistica” fatta di antideterminismo e
volontarismo, di irrazionalismo e di vitalismo che fu la risposta alle disillusioni
del progresso.
Allo spirito di fiducia nella scienza e nel progresso che animava l’epoca del
positivismo si oppose, dunque, negli ultimi decenni del secolo una tendenza di
valenza contraria che opponeva una concezione oggettivistica e razionalistica
della società e dell’uomo. 9
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Il positivismo aveva, per molti aspetti, posto in secondo piano il valore e la
funzione della “volontà” umana di fronte alla potenza oggettiva delle leggi
naturali che riguardano l’evoluzione del mondo.
Il positivismo tendeva a ridurre la vita a norma, a necessità e a questo spirito
deterministico vi si contrappose un’idea di libertà assoluta: un’immagine di Io
creatore e dominatore.
Contro l’oggettività della tecnica si ergeva la volontà del soggetto, la creatività,
la libertà dell’individuo capace di prevalere sul “numero”, sulla “massa”.
Fu l’irrazionalismo di fine secolo, rappresentato da filosofi come Nietzsche, a
dare voce all’Io che rifiutava il dominio delle cose e attraverso il mito del
superuomo volontà di potenza
e con la combatté l’idea di fredda ragione.
Nascita della tragedia dallo spirito della musica
Nella (1871), Nietzsche scrive
che l’arte sia uno degli strumenti utili all’uomo per spiegare l’essenza del
mondo e della vita e ad essa deve affidarsi la filosofia poiché solo attraverso
l’arte il pensatore riesce a vedere il vero mondo che si cela dietro l’apparenza
delle cose.
Egli ritiene che la tragedia sia stata la massima espressione artistica di tutti i
tempi poiché essa consente la vera comprensione dell’essere e in essa si
l’Apollineo e il
incontrano le due grandi forze che animano lo spirito greco:
Dionisiaco.
In essi si fa evidente il contrasto ordine e caos, nascita e morte che è il
fondamento ontologico della vita.
La duplicità dell’istinto artistico greco si mostra attraverso le maschere di
Apollo e Dionisio, il primo dio della luce e della chiarezza, della misura e della
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forma; il secondo dio della notte e dell’ebrezza, del caotico e dello smisurato,
esprime l’impulso di liberazione e di abbandono. Il gioco dialettico di Apollineo
e Dionisiaco esprime il sistema di forze e impulsi che agisce all’interno di ogni
singolo uomo. L’Apollineo è illusione, il sogno che rende accettabile la vita
racchiudendola in forme stabili e armoniche. Nel Dionisiaco, invece, l’uomo
coglie l’abisso della sua condizione, è l’esperienza del caos, della vita in bilico
fra nascita e morte. Dionisio simboleggia l’energia istintuale, la libertà che si
oppone a qualsiasi ostacolo, è l’uomo che infrange i divieti e le barriere imposti
dalla cultura, che si libera dalle illusioni. Contro il positivismo della scienza dei
fatti egli afferma che non sussistono fatti reali ma solo interpretazioni della
realtà, non esistono né verità né falsità ma solo prospettive differenti della
realtà.
Il conoscere é di conseguenza un conoscere né vero, né falso in cui tutte le
verità si equivalgono poiché non può essere usato nessun criterio oggettivo per
preferirne una o un’altra.
Conoscere significa, dunque, valutare secondo i propri valori e il valore è ciò
che è utile per la vita.
Dopo aver criticato nelle pagine della nascita della tragedia l’ottimismo
scientifico ora, Nietzsche, critica uno degli aspetti dominanti della cultura
lo storicismo.
ottocentesca: Intendendo con ciò criticare l’eccessivo legame con
il passato e di conseguenza l’annullamento dell’elemento creativo che
caratterizza ogni cultura.
Vivere nel passato induce gli uomini ad assumere il ruolo di spettatori passivi
degli eventi che accadono. 12
Per combattere la “malattia storica” egli suggerisce di vivere in modo non
storico: l’uomo deve dimenticare, agire con incoscienza.
Aurora Gaia Scienza
Le opere (1881) e (1882) segnano la svolta del pensiero
Nietzscheiano che, se prima individuava nell’arte e nella religione gli strumenti
per comprendere il mondo, ora lo ritrova nella scienza.
L’arte non viene più vista come la forza che può guidare la civiltà moderna fuori
dalla sua decadenza poiché, al contrario della scienza che guarda alla realtà di
fatto, l’arte si richiama alle emozioni ingannatrici.
La scienza però non deve condurre ad una visione statica del mondo ma deve
La Gaia Scienza
aiutare l’uomo a vederlo in modo neutro. Ne egli parla di uno
spirito che può dirsi libero solo dopo essersi sottratto al dominio della religione,
della morale e che intende la vita come esperimento.
Se l’uomo occidentale si è perduto perché ha posto la sua vita al servizio della
morale, della metafisica volontà di Dio, lo spirito libero invece riconosce se
stesso come colui che crea e impone la sua volontà: l’infinito cui tende è
l’umanità stessa.
In queste due opere Nietzsche elabora una filosofia che libera dalle illusioni, lo
spirito libero non si limita a criticare la realtà ma inventa nuovi modi di vivere.
La scienza è gaia perché non è freddamente critica ma si abbandona alla
libertà di conoscere. morte di Dio
L’uomo annuncia per la prima volta la intendendo con ciò che al
di là dell’uomo non sussiste nessuna realtà. 13
Annunciando la morte di Dio Nietzsche dichiara l’avvento del Nichilismo nel
mondo moderno, è un evento tragico la cui prima conseguenza è la condizione
di orfana in cui ricade l’umanità intera.
Se Dio muore non ha più senso parlare di bene e male, l’uomo non sa più chi
è, da dove viene e dove va.
La categoria di Nichilismo serve per designare la negativa condizione in cui
l’umanità è costretta a vivere, per la quale nulla ha più senso.
Perdendo i valori cardine l’uomo prova dolore e demotivazione nei confronti
della vita, con la civilizzazione l’uomo ha perso di vista i valori vitali,
avvicinandosi al nulla.
A questo punto Nietzsche afferma che solo un uomo superiore che non si
accontenta di assistere alla rovina degli antichi ideali ma che al contrario sia
l’ideatore di nuovi, possa illuminare l’umanità.
Zarathustra
Questo tema anticipa la filosofia di che altro non è che il culmine
Aurora Gaia Scienza.
di quella annunciata in e
I tre insegnamenti fondamentali che Zarathustra intende donare agli uomini
Superuomo, dell’Eterno ritorno dell’eguale
sono la dottrina del quella e la
Volontà di potenza.
Il Superuomo è l’incarnazione di un nuovo tipo di uomo nato dopo la morte di
Dio, cioè dopo la caduta dei vecchi valori, che è in grado di vivere pienamente
la ricchezza e la contraddittorietà dell’esistenza. È un uomo dallo spirito libero
e forte, spinto da impulsi distruttivi e costruttivi, dallo spirito Dionisiaco che lo
induce a rifiutare il fatalismo del mondo in cui è costretto a vivere. 14
È al di sopra del bene e del male, è uno spirito creatore che salverà l’uomo dal
Nichilismo. Poiché Dio è morto l’unica realtà cui il superuomo si richiama è la
vita terrena.
La nuova umanità, poiché non esiste una vita ultraterrena deve essere fedele
alla terra: il legame con la terra è per l’uomo dell’età nichilista l’unica
possibilità di salvezza.
È nella terra, Grande Madre da cui ebbero origine tutte le cose, che egli ritrova
le sue origini. Il posto di Dio è quindi occupato non dal superuomo ma dalla
terra.
Il superuomo è un uomo di questo mondo che vive questa vita consapevole del
fatto che al di là di essa c’è il nulla: la grandezza del superuomo sta nel vivere
la vita come una condizione momentanea da valorizzare costantemente.
In Zarathustra Nietzsche passa dal concetto di superuomo a quello dell’eterno
ritorno dell’eguale con cui intende dire che il tempo non ha fine e che il divenire
non ha scopo.
Egli è giunto alla conclusione che il tempo non procede in modo rettilineo né
verso un fine trascendente, né verso una finalità immanente.
L’uomo occidentale è quindi prigioniero di un’errata concezione lineare del
tempo secondo cui ogni cosa ha un inizio e una fine e tutto tende ad un fine
prestabilito.
Il passato condiziona perché irreversibile il presente, mentre, il futuro s'impone
come un evento incombente che condiziona le scelte del presente.
Alla concezione lineare Nietzsche oppone quella ciclica secondo la quale gli
eventi sono destinati a ripetersi in eterno. Tutto ritorna e ogni istante vissuto
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non modifica il corso della storia ma semplicemente si ripete, non vi è la
possibilità di orientarsi nel tempo rispetto a principi assoluti.
L’eterno ritorno però non deve indurre l’uomo ad accettare con rassegnazione
l’accadere degli eventi, nella visione lineare del tempo, infatti, ogni istante
acquista significato solo se legato agli altri che lo precedono e lo seguono.
Il corso del tempo muove verso un fine che trascende i singoli momenti di cui è
costituito: ogni momento del tempo e dunque ogni singola esistenza in ogni suo
attimo di vita, possiede tutto intero il suo senso. fisica
Contrapposta al pensiero filosofico Nietzscheliano, la nel 1905 subì un
tempo.
mutamento che riguardava soprattutto il concetto di
Il tempo non è un oggetto o un processo reale, pertanto non possiamo ne
vederlo ne toccarlo. È una grandezza definita solo in base al metodo impiegato
per la sua misurazione: per questo l’uomo ha ideato nuovi sistemi di misura.
La nozione di tempo indica quando un evento si verifica o quanto dura.
Abbiamo termini infiniti per indicare il tempo presente, passato e futuro; il
tempo della nostra esistenza rappresenta la nostra vita. Se due eventi si
manifestano in tempi diversi, la durata del tempo intercorso tra essi è chiamata
intervallo, mentre se si manifestano contemporaneamente si chiamano
simultanei. L’uomo è riuscito a misurare il tempo prendendo in considerazione
fenomeni naturali e periodici e scegliendo come unità di misura l’intervallo
necessario per il ripetersi del fenomeno preso in considerazione. Alle unità di
misura di tempo e ai loro multipli e sottomultipli ha dato dei nomi. La terra