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Colonialismo e letteratura
15/09/22, 18:31 colonizzazione italiana
Colonizzazione Italiana
Colonizzazioni
i
nglese
francese Dopo aver conseguito l’unità, l’Italia cercò di conquistare possedimenti
italiana coloniali fuori d’Europa, sia per dirigere in territori di sua appartenenza la
spagnola popolazione esuberante,che già si avviava all’emigrazione transoceanica,
portoghese sia per aprire nuovi sbocchi al suo commercio.
belga Le pressioni dell'industria armatoriale, cantieristica, siderurgica che non
trovavano in patria sufficienti occasioni di profitto non erano estranee a
queste sollecitazioni imperialistiche. Del resto le altre potenze avevano già
I racconti del colonialismo iniziato da anni a formare i loro imperi coloniali, e negli ultimi tempi queste
mire si stavano estendendo a dismisura.
Radici Infatti in questo ventennio di fine del secolo le grandi potenze avevano
Shaka Zulu
Cuore di tenebra iniziato a spartirsi il mondo; una vera e propria era imperialistica. Chi per
Il crollo procurarsi materie prime, chi per estendere i suoi commerci, chi per
L'arco dei traditori piazzare nelle esportazioni il surplus della produzione in patria, e chi per
Il mio nome è Rigoberta Menchù accaparrarsi le grandi miniere di oro o di diamanti.
La morte di Artemio Cruz
L'odore dell'India Soffermiamoci in Italia che si buttò nell'avventura colonialistica senza
Passaggio in India avere nè i mezzi logistici, nè il potenziale economico e tanto meno abili
La grande proletaria si è mossa statisti. Le sollecitazioni vennero dai nuovi governi della Sinistra (Crispi) e
Lord Jim soprattutto dettate da questioni di prestigio.
Colpo di luna Fin dal 1869 la compagnia di navigazione genovese Rubattino aveva
occupato la Baia di Assab sulla costa occidentale del Mar Rosso, per
I personaggi crearvi un deposito di carbone.
Stanley
Gordon
Livingstone
Colombo La conoscenza della Somalia fu opera di LUIGI ROBECCHI
BRICCHETTI, di ANTONIO CECCHI e specialmente di VITTORIO
BOTTEGO, il quale in due viaggi (1892-93 e 1895-97) scoprì le sorgenti
del fiume Giuba e determinò il corso dell'Omo-Bottego, immissario del
lago Rodolfo.
Alle esplorazioni tennero dietro occupazioni di piccoli territori. Ma Francia
e Inghilterra allarmate di così tanto dinamismo, si affrettarono a occupare le
regioni più ricche; e anche la Germania si fece avanti arditamente. Nel
1882 il governo italiano impossibilitato a fare una vera e propria spedizione
coloniale offensiva, ebbe una singolare idea: comprò la Baia di Assab dalla
Compagnia Rubattino. Messa così una base, che diventò ben presto con
l'invio di alcune migliaia di soldati una testa di ponte, nel 1884 occupò la
città di Massaua, anch'essa sul Mar Rosso, con lo scopo di farne un porto
commerciale delle regioni retrostanti. Di qui poi l'Italia avanzò verso
l'interno, per occupare la parte settentrionale dell'Altipiano Etiopico.
L'avanzata e poi l'insediamento fu ostacolato dal Negus Giovanni II,
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sovrano dell’ Etiopia. I possedimenti furono allora riuniti sotto il nome di
COLONIA ERITREA (1890).
Alcuni anni dopo - nel '95, dopo che l'Italia si era spinta a occupare anche
ilTigreè - Menelik rinnegò le sue promesse, e provocò una guerra che, dopo
varie vicende, terminò con la sfortunata battaglia di ADUA (1 marzo 1896).
I soldati italiani vi combatterono con valore, ma il loro capo, ORESTE
BARATIERI, non seppe guidarli alla vittoria; e l'Abissinia si sottrasse al
protettorato italiano.I confini fra Colonia Eritrea e l'Abissinia rimasero
fissati dal fiume Mareb, dal suo affluente Belesa e dal torrente
Muna.Frattanto fin dal 1890, in seguito ad accordi con il sultano di
Zanzibar, l'Italia aveva acquistato il possesso della Somalia che nei primi
anni fu amministrata dalla Società del Benedir; ma nel 1908 passò alla
dipendenza del governo. Per lungo tempo, soltanto la zona meridionale, o
Benedir (capitale Mogadiscio), fu dominio diretto; la zona settentrionale
comprendeva tre protettorati: il Sultanato di Obbia; il territorio di Nogal; il
Sultanato dei Migiurtini: tutti e tre amministrati da un commissario
residente a Benedir Alula. Il Governo Nazionale fascista abolì i protettorati
e ridusse tutto il territorio a dominio diretto. La Colonia Somalia si ingrandì
poi con l'Oltregiuba, zona a ovest del fiume Giuba, ceduta dall'Inghilterra
all'Italia, in esecuzione dei patti fatti per la guerra europea. La grande
avventura africana iniziò nel 1935. L'Impero Etiopico, confinante con le
colonie dell'Eritrea e della Somalia molestava i possedimenti italiani con
frequenti razzie e con atti di ostilità. (Questo era quanto riportavano i
giornali). Un incidente più grave del solito (ma alcuni storici riferiscono
pretestuoso) fece "traboccare la bilancia". L'Italia chiese soddisfazione dei
danni morali e materiali subìti per opera degli Abissini cui il Negus non era
in condizione di soddisfare. Fu dunque ritenuto "giusto" , "necessario" e
"sacrosanto"... "nell'ora solenne", ricorrere alle armi (3 Ottobre 1935)
nonostante l'ostilità dichiarata della Società delle Nazioni, che offrendo una
ambigua solidarietà al Negus, bandì contro l'Italia il blocco economico con
le (blande) Sanzioni.
Dopo tante crisi militari (esonero De Bono) e dopo un attacco giudicato
immorale (l'uso dei gas iprite) il 5 maggio del 1936 il corpo italiano di
spedizione guidato da Badoglio (quasi in gara con Graziani nell'arrivare
primo) entrava ad Addis Abeba, la capitale dell'Ex Impero Scioiano. Il 9
maggio dal balcone del Palazzo Venezia, Mussolini annunciava al popolo
italiano che i territori ( 1.149.000 kmq) e le genti (8 milioni di abitanti) già
appartenenti all'Impero Etiopico venivano posti sotto la sovranità piena ed
intera del Re d'Italia, il quale assumeva anche il titolo di Imperatore.
Cartina geografica della Libia
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Cronologia
Acquisto della baia di Assab 1882
Conquista prima colonia
africana dell'Italia (Dogali, città 26 gennaio1887
eritrea)
Possedimenti italiani riuniti nella 1890
Colonia Eritrea
Conquista della Somalia 1908
Conquista dell’Etiopia 1935
Cartina generale delle colonie italiane in Africa con rotte commerciali
Fonte Testo:
Rielaborazione dei testi:
L'Africa "italiana", in Guida dell'Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica
Italiana, Milano, 1938,
“Il Colonialismo Italiano”, in “Encarta 2002”/Storia Italiana/Colonialismo Italiano, a cura
di Matteo Dominioni
Fonte Cartine:
L'Africa "italiana", in Guida dell'Africa Orientale Italiana, Consociazione Turistica
Italiana, Milano, 1938.
(Nicola Ubaldini Emanuele Volpe
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Colonizzazioni
i
nglese
francese Colonizzazione spagnola
italiana
spagnola
portoghese
belga La vera storia della colonizzazione spagnola ebbe inizio con le grandi
scoperte geografiche del XV secolo e rispose al bisogno di allargare le aree
I racconti del colonialismo commerciali ormai insufficienti. Motivazione principale fu la ricerca
dell’oro, delle spezie, dello zucchero, che spinse le navi dai porti di
Radici smistamento di Lisbona e Porto (Portogallo), di Cadice e Palos (Spagna)
Shaka Zulu verso i paesi di origine delle merci richieste e alla ricerca di nuove rotte più
Cuore di tenebra veloci. Questa nuova colonizzazione ebbe la caratteristica che rivolgeva il
Il crollo suo raggio d’azione a tutto il mondo, in modo particolare le Americhe;
L'arco dei traditori
Il mio nome è Rigoberta Menchù mentre in passato la Spagna, soprattutto, aveva rivolto la sua attenzione allo
La morte di Artemio Cruz sfruttamento di miniere d’oro in Africa.
L'odore dell'India
Passaggio in India La scoperta più densa di conseguenze fu quella delle Americhe da parte di
La grande proletaria si è mossa Cristoforo Colombo che ottenne dalla regina di Spagna Isabella di Castiglia
Lord Jim tre piccole navi con le quali salpò da Palos il 3 agosto 1492 sbarcando il 12
Colpo di luna ottobre a San Salvador.
Il successo di Colombo costrinse Spagna e Portogallo, i due paesi
I personaggi maggiormente interessati alla creazione di nuove rotte mercantili e di nuove
colonie, ad accordarsi per spartire rispettive sfere di influenza.
Stanley
Gordon Alla fase di esplorazione seguì l’assai meno eroica fase di conquista e di
Livingstone colonizzazione delle nuove terre. A farne le spese furono soprattutto le
Colombo popolazioni del Sudamerica. Non si trattava degli indigeni semiselvaggi
incontrati da Cristoforo Colombo, ma di stati e di imperi con storie
plurisecolari alle spalle, di civiltà complesse, che con straordinaria rapidità
vennero sottomesse ed annientate. Tra le ragioni della disfatta, non solo
politica ed economica, degli imperi azteco ed inca, vanno certamente
ricordate la schiacciante superiorità militare e psicologica dei conquistatori
europei, che inizialmente vennero accolti come incarnazioni di divinità. Ma
un peso certamente maggiore lo ebbero le malattie, specie quelle portate dai
colonizzatori, contro cui gli indigeni erano completamente indifesi, il
lavoro in miniera, lo sfruttamento cieco a cui vennero sottoposte tutte le
popolazioni locali.
Il primo impero ad essere attaccato fu quello degli Aztechi, che occupava il
Messico centrale; il conquistatore spagnolo Hernan Cortes riuscì ad averne
ragione in soli tre anni (1516-1522). La colonizzazione degli Spagnoli si
indirizzò allora verso le regioni dell’ antica e ormai declinante civiltà maya,
che si estendeva dalla penisola dello Yucatan alle foreste comprese tra
Messico e Guatemala, per poi dirigersi verso l’impero degli Incas.
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La gestione della colonizzazione da parte degli Spagnoli era basata,
nell’ambito dell’ordinamento fondiario, sull’assegnazione gratuita di
concessioni di terra sugli indigeni i quali venivano reclutati e sfruttati;
nell’ambito dell’ordinamento commerciale invece, era basata su
monopolio: un solo porto, quello di Siviglia, poteva fare commercio con le
Americhe, non era nemmeno consentito il commercio diretto tra colonia e
colonia. Questo portava ad un aumento dei prezzi mentre teneva poco
approvvigionato il mercato, d’altro canto alle stesse colonie mancava lo
stimolo della produzione .
Questa politica commerciale portò ad effetti rovinosi per la Spagna che
intorno al 700 vide smantellare le sue colonie e si vide rimpiazzare dalle
conquiste anglo-franco-olandesi
I popoli conquistati prima dell’arrivo dei conquistadores
Tra i popoli colonizzati dagli Spagnoli, le civiltà più importanti furono
quella azteca, maya e inca.
Gli Aztechi erano un gruppo indigeno messicano, che dal XIV al XVI
secolo d.C. impose il proprio dominio e la propria civiltà su gran parte
dell’America centrale. Gli Aztechi diedero notevole impulso all’arte,
costruendo piramidi a gradini, alle cui sommità il popolo partecipava a riti
di sacrificio agli dei. Apprezzata è anche la capacità creativa degli Aztechi
nella scultura.
Ancora più antica era la civiltà dei Maya, che abitavano nella parte
meridionale del Messico e dell’America centrale. Addirittura si pone
l’origine della civiltà maya all’anno 3113 a.C. Sicuramente dal 300 a.C. ci
fu uno sviluppo notevole della civiltà maya, con la fondazione di grandi
centri culturali. I Maya elaborarono l’arte della ceramica, rinventarono la
tessitura, costruirono grandi edifici, crearono città stato, ampliarono i
commerci via mare, fondarono colonie. Perciò la civiltà maya ebbe una
notevole espansione in tutta l’America centrale.
La civiltà inca, invece, ha inizio nel XII secolo, con grande fioritura
artistica e culturale. L’impero inca diventò molto potente; era dotata di una