Lo vediamo nei boschi e nei prati, dove comitive di malviventi vanno a sporcare e a distruggere tutto quello che possono. Questi individui si giustificano sostenendo che quella è roba di nessuno e quindi si può fare quello che si vuole. La prima cosa da far capire a questa gente è che tutto è di tutti, e non di nessuno, che ogni cosa è esistente, ha una sua ragione di vita ed è legata a tutto il resto dell’ambiente.
L’importante è perciò abituare la gente a partecipare a fatti che la riguardano direttamente. Un fatto vero è che si parla e si sparla d’ecologia, di difesa della natura di rischi e di disastri ambientali, causati dell’incuranza, dall’ignoranza e dall’irresponsabilità dell’uomo. Oramai, la gente è “rassegnata” nel vedere l’ambiente distrutto dagli inquinatori e sembra che ormai non ci faccia più caso. Il vero motivo di questo disinteressamento si fonda sul fatto che tutti siamo inquinatori, sin dalla preistoria. Infatti, l’uomo per sopravvivere ha sempre tolto qualcosa alla natura, immettendo nell’ambiente i propri rifiuti.
Il culmine dell’inquinamento, però, si ha a partire dalla prima rivoluzione industriale. Durante questa rivoluzione, sono stati violentemente alterati tutti gli equilibri naturali, dovuti anche alla nascita delle prime industrie “abusive”, che sono state considerate amico – nemico del progresso.
Con la prima rivoluzione industriale i cieli dell’Inghilterra iniziarono a diventare sempre più neri, anche perché nessuno, essendo pronto ad un simile cambiamento, sapeva cosa in realtà fosse quella nube che si elevava al di sopra delle fabbriche provocando un’aria malsana.
In questo periodo, però, s’iniziò anche a sviluppare il carbone come combustibile e venne perfezionata la macchina a vapore da James Watt.
Oggi, dai “media” si sentono spesso termini difficili. Questi non fanno altro che accrescere la consapevolezza che il nostro pianeta è malato, addirittura moribondo, è pieno d’acciacchi e bisognoso di cure.
Infatti, l’inquinamento provoca seri danni all’ambiente, essendo un complesso di effetti nocivi che si ripercuotono sulla biosfera e sull’uomo.
L’uomo nella battaglia contro l’inquinamento, è solo con se stesso, con la sua negligenza e con la sua superficialità. Questa battaglia è la più difficile di tutte e consiste nella salvaguardia dell’ambiente umano. E, poiché contro le forze della natura non esistono vittorie certe, si può solo avere la speranza che un domani sarà tutto diverso: come prima dell’arrivo dell’uomo.
Il progresso tecnologico ha causato molteplici rischi all’ecosistema e da qui scaturisce l’esigenza di tutelare il nostro ambiente. Non avendo dati certi, sembrerebbe impossibile operare, ma al tempo stesso occorre recuperare il territorio mediante interventi ragionevoli per arginare i futuri danni. Oggi le campagne ambientalistiche stanno assumendo sempre maggiore importanza, ma ad esse si devono associare delle osservazioni costanti per ridurre al minimo il grave impatto ambientale, che può creare numerosi squilibri, operando con analisi effettuate sul suolo, sull’acqua e sull’atmosfera, che sono fondamentali per la salvaguardia del territorio e la prevenzione dell’inquinamento.
Il grave problema dell’inquinamento è riconducibile a tre principali cause: l’aumento della popolazione, il grande sviluppo delle città e l’utilizzo di tecnologie poco compatibili con l’ambiente.
Questi fattori determinano una crescente richiesta di alimenti con un conseguente aumento dei rifiuti.
Per combattere questo fenomeno basterebbe attuare una programmazione a tutti i livelli, locale, regionale, nazionale e internazionale in modo che l’uomo non abbia più il ruolo del predatore.
Esistono vari tipi d’inquinamento: dell’aria o atmosfera, dell’acqua, del suolo…
“l’inquinamento atmosferico”è un problema di notevole complessità soprattutto nelle città, per il quale si stenta di trovare una soluzione efficace. Le maggiori emissione di gas che lo causano, sono il traffico auto-veicolare, gli impianti di riscaldamento domestico e, appunto per questo, i gas inquinanti che si trovano maggiormente nell’atmosfera sono, oltre agli idrocarburi, l’anidride solforosa, l’ossido di azoto, di carbonio.
Nell’inquinamento delle acque, oltre alla presenza di materiali nocivi, vi sono altre sostanze, tipo il piombo, il rame.
Inoltre vi è l’inquinamento del suolo, dove la maggiore causa sono i pesticidi.
L’inquinamento del suolo, non può essere considerato come un fenomeno autonomo. Esso, infatti, è sempre strettamente collegato con quello dell’acqua perché, molto spesso, è provocato dallo scarico di liquami oppure, perché può produrre come contaminazione l’inquinamento della falda acquifera sotterranea.
Con l’inquinamento del suolo, è strettamente legata anche quella che si suol dire la piramide biologica. Infatti, risalendola, si nota che eliminando i mammiferi carnivori, quelli erbivori, non divenendo preda, aumenterebbero di numero e quindi, brucando, i pascoli si trasformerebbero in deserti. Un’altra grave causa d’inquinamento del suolo, consiste dalla massa di rifiuti solidi prodotti dalle città e dalle industrie. I rifiuti, costituiscono un problema perché la nostra è una società di rifiuti. Il vero problema non è il tipo di rifiuto che si butta, ma la quantità. Infatti, viene buttato all’incirca una tonnellata di spazzatura. I rifiuti vengono divisi in due gruppi: biodegradabili (tutti i materiali di natura organica) e non biodegradabili (plastica, vetro, metalli, ceramica…) oppure agricoli (usati in agricoltura), industriali (usati in fabbriche) e urbani.
I rifiuti urbani, generalmente, sono formati da scarti alimentari, da carta, da materie plastiche, da bottiglie di vetro… ed anche da fanghi provenienti dagli impianti di depurazione dell’acqua. I rifiuti industriali, contengono materiali speciali e tossici come scarti o sottoprodotti che vengono fuori dalle lavorazioni di tipo chimico o meccanico. Alcune volte, questi tipi di rifiuti vengono esportati nei paesi del terzo mondo, via mare.
Per evitare o ridurre al minimo l’inquinamento del suolo, i rifiuti urbani dovrebbero essere immessi nelle discariche controllate, ovvero in aree opportunee in cui i rifiuti d’origine organica possano decomporsi. Sarebbe meglio anche fare una raccolta differenziata al fine di recuperare e riciclare alcuni materiali come carta e vetro. Le discariche dovrebbero essere localizzate in posizioni caratterizzate da grande spessore o distanti dalle falde acquifere sotterranee. Talvolta può essere vantaggioso usufruire di cave abbandonate di sabbia, argilla, pietra… contribuendo così anche al recupero delle aree degradate: quando la cava viene riempita si può procedere al recupero finale, ovvero al ricoprimento della discarica con uno strato di terreno su cui realizzare prati e boschi. Per i rifiuti di fabbrica, è necessario, invece, adottare sistemi di smaltimento adeguati, cercando di evitare ogni possibile contatto con una presumibile falda acquifera sottostante. Le eventuali aree di smaltimento, dovrebbero allora avere fondi resi impermeabili nel tempo con l’argilla, il catrame o il cemento.
Questi rifiuti, possono inoltre essere smaltiti in due modi: o con il compostaggio, o con la combustione.
La maggior parte dei materiali utilizzati viene scartata al primo uso, ma potrebbe essere riciclata con risparmio d’energia e materie prime. A spingere la nostra società verso il riciclaggio sono stati l’aumento del costo dell’energia e dell’eliminazione di rifiuti.
Un’altra piaga per questo tipo d’inquinamento, sono i pesticidi. Fra questi il più comune o usato in agricoltura è il DDT. Questi distruggono sia le specie utili, sia quelle indifferenti presenti nel terreno; inoltre impoveriscono i sistemi, riducono la possibilità di ridurre calcio. Tra i diserbanti, la più pericolosa è la diossina. Ne basta una minima quantità per contaminare ogni cosa. Alcuni casi di contaminazione da pesticidi, sono stati ad ICMESA e a Vitman.
Un altro tipo di inquinamento del suolo, consiste nel diboscamento.
Come abbiamo accennato prima, esiste anche l’inquinamento dell’acqua. Si sa che senza quest’ultima, la vita sulla terra sarebbe impossibile. Ad esempio, il mare con gli innumerevoli esseri viventi che lo abitano, è la più grande riserva del pianeta… ma esso è minacciato dai veleni e dalla sporcizia che gli uomini vi riversano continuamente. Si continua, infatti, a scaricare nei fiumi e quindi nei mari, una grande quantità di sostanze nocive, come petrolio, nafta, solventi chimici, metalli pesanti, detergenti, detersivi, liquidi di fogna, rifiuti radioattivi… che si accumulano ed ostacolano il normale sviluppo della vita.
L’inquinamento delle acque può essere d’origine industriale, agricola e domestica.
L’inquinamento d’origine industriale è causato dall’immissione nei fiumi, nei laghi e nei mari d’acque provenienti dalle varie lavorazioni spesso contenenti sostanze tossiche.
Quest’immissione di sostanze inquinanti avviene tramite fognature urbane o scarichi diretti senza che siano stati preventivamente costruiti impianti di depurazione. Sono circa mezzo milione le sostanze che sono immesse nelle acque, provocando la morte del plancton.
D’origine industriale sono anche l’inquinamento termico, radioattivo, idrocarburi.
L’inquinamento d’origine agricola è dato dall’uso sconsiderato di fertilizzanti chimici, il cui eccesso viene incanalato dalla pioggia nei corsi d’acqua. Le sostanze più dannose di questo tipo d’inquinamento sono i pesticidi, come i diserbanti, gli insetticidi, che sono notevolmente tossici e difficilmente degradabili.
L’inquinamento domestico è anche dovuto allo scarico di residui organici, detersivi ed altri rifiuti. I detersivi delle lavatrici vanno nelle fogne e successivamente si spostano nei fiumi e nei mari. La loro schiuma è come un velo sottilissimo che si sparge nelle acque e impedisce la diffusione dell’ossigeno, perciò, la vita delle alghe distrugge la vegetazione costiera. Un altro grande pericolo per le acque inquinate consiste nell’eutrofizzazione e nella formazione di mucillagine.
L’eutrofizzazione è il fenomeno d’evoluzione in ambienti acquatici verso uno sviluppo eccessivo di vegetazione in seguito ad un enorme arricchimento di materiali organici nelle acque.
L’eutrofizzazione artificiale è provocata dagli scarichi agricoli, industriali e urbani nelle acque e si manifesta in modo drammatico. Infatti, le alghe salgono in superficie e i pesci muoiono.
In condizione climatiche favorevoli (inverni miti e privi di burrasche) le alghe producono delle sostanze gelatinose: la mucillagine.
Come abbiamo accennato prima, alcune volte ci sono delle petroliere che vanno in mare aperto per lavare le cisterne. Altre volte, invece, succede che queste petroliere hanno alcuni incidenti e di conseguenza tutto il petrolio che trasportano cade in mare, inquinandolo.
Vi sono varie petroliere che hanno avuto questo tipo d’incidente tra cui la petroliera Jessica (febbraio 2001) e la superpetroliera Torrey Canyon protagonista della catastrofe del 1967. La petroliera Jessica era considerata una carretta e di conseguenza non avrebbe potuto viaggiare in mare. Essa, però, nel febbraio del 2001, trasportando petrolio, ebbe un incidente vicino le coste dell’isola di san Cristobel. Riversò in mare una grande quantità di petrolio e alcuni animali di specie già estinte, morirono (il fenicottero rosa, per esempio). Inoltre, con quest’incidente, si aveva la paura che l’oceano pacifico, cambiando “umore” avrebbe potuto trasportare il petrolio su tutte le isole circostanti, provocando la morte d’altri esemplari.
La petroliera Torrey Canyon, riversò in mare circa 80 mila tonnellate di greggio. Si parlò di una catastrofe senza precedenti e si scrisse che si era toccato il fondo. Purtroppo il fondo non si tocca mai ed è per questo che dalla stiva dell’Amoco Cadiz di grezzo, uscirono 220 mila tonnellate.
L’inquinamento idrico sta lentamente trasformando l’ecosistema lagunare. Di quest’inquinamento esistono due fattori visibili e sono: la scomparsa di alcune specie sia animali sia vegetali, e anche la proliferazione delle alghe. La situazione dell’ambiente lagunare, è dovuto, soprattutto dalla mano dell’uomo. Il 53% dell’inquinamento, è dovuto alle fonti agricole, mentre il restante 47% agli scarichi industriali, civili, e urbani. Tra le lagune e i porti più a rischio c’è: il bacino scolante e il porto Marghera.
La laguna di Venezia, non riceve solo gli scarichi di Venezia, ma anche quelli del bacino scolante, comprendente le province di Venezia, Padova, Treviso. Le sostanze organiche e i nutrimenti (azoto e fosforo) costituiscono oggi il fattore principale d’inquinamento.
Tra il 1950 e il 1970 senza controlli precisi, smaltivano parte dei residui delle lavorazioni avvenute in laguna e anche residui solidi urbani. La situazione è migliorata negli anni 1980 con la costruzione d’impianti di depurazione.
Avvelenare la laguna significa anche uccidere le forme di vita che vi sono presenti.
L’inquinamento idrico in generale, è portatore anche di alcune malattie quali febbre, tifo, epatite virale, disturbi alla nutrizione dei bambini nel primo anno di vita…
Un altro tipo d’inquinamento, è quello dell’aria. L’atmosfera che circonda la terra, è occupata da aria composta per il 78% da azoto, per il 21% da ossigeno e per il resto da altri gas.
Le sostanze che inquinano l’atmosfera possono essere divise in due gruppi: inquinanti primari, e inquinanti secondari. La differenza consiste nel fatto che i primi vengono da fonti facilmente identificabili e i secondi si formano nell’atmosfera a partire da quelli primari. Un esempio d’inquinante secondario è l’acido solforico.
Nell’aria delle aree urbane sono presenti anche altre sostanze come il monossido di carbonio, gli ossidi d’azoto e gli idrocarburi incombustibili.
Inoltre nell’atmosfera sono presenti anche altre sostanze pericolose, ma al tempo stesso, più pesanti tra cui il piombo, il cloro, il cromo e alcune particelle d’amianto.

Le condizioni meteorologiche possono influenzare in modo inverso l’inquinamento atmosferico.
Ad esempio, quando nell’aria vengono immesse le sostanze inquinanti e c’è il vento forte, queste s’incontrano con i gas di scarico e salgono in alta quota.
Quando il vento è debole, i gas di scarico restano sopra le città e si accumulano nei bassi strati.Questo fenomeno viene chiamato inversione termica.
L’inquinamento dell’aria dà vita anche ad altri fenomeni tra cui le piogge acide. Queste contengono appunto l’acido proveniente da questo tipo d’inquinamento. Queste piogge acide, anche se sembrano normalissime provocano seri danni. Se l’acido emanato dai tubi di scappamento sale fino al cielo velocemente, la pioggia diviene dannosa per animali e piante. Inoltre, queste piogge possono addirittura corrodere il marmo, il cemento e la pietra rovinando o a volte distruggendo monumenti, edifici e statue…
Questi tre tipi d’inquinamento si possono definire quelli di maggiore rilevanza poiché sono i più diffusi e alla portata dell’occhio umano.
N’esistono, però, di altri, tra cui quello acustico.
A questo tipo d’inquinamento, ormai, non ci bada più nessuno, visto che i rumori fanno parte della vita d’ogni giorno. I rumori, dal rombo di un’automobile, all’aspirapolvere, s’insidiano in tutte le case, aggredendo l’orecchio umano.
Ciò che rende maggiormente dannoso il rumore per l’orecchio sono l’intensità e la frequenza. L’intensità viene misurata in decibel. L’udito umano non riesce a percepire alcun suono al di sotto dei 10 decibel, mentre al di sopra degli 80 decibel, vi possono esseri seri rischi per l’udito umano. La frequenza si misura con l’Hertz.
L’uomo, oltre ad inquinare ciò che gli sta intorno, sta iniziando a contaminare anche ciò che ha sulla testa: la galassia. Tanto è vero che un altro tipo d’inquinamento non molto conosciuto, ma anch’esso di un sua valore, è quello dello spazio. Infatti, in questo, ogni anno, palloni sonda, satelliti e robe varie, si rompono e rimangono sospesi in aria, provocando la cosiddetta spazzatura del cielo. La Nasa, ha deciso che, ogni anno, un oggetto debba cadere sulla superficie terrestre.
A questi tipi d’inquinamento subentrano altri problemi, come ad esempio l’effetto serra e il buco nell’ozono.
L’ozono è un gas presente nell’atmosfera e si forma durante le piogge o i temporali. L’ozono, gioca un ruolo importante con i raggi ultravioletti del sole. Infatti, questo li imprigiona. Se mancasse questo filtro, le radiazioni potrebbero giungere sulla superficie terrestre provocando danni addirittura irreparabili. Purtroppo, da alcuni anni a questa parte, l’ozono presente nella stratosfera sta diminuendo anche in modo preoccupante.
Ricerche molto approfondite hanno permesso di scoprire che a causare tutto ciò sono i cloro – fluoro – carburi, che sono dei gas che si trovano nelle bombolette spray, nei condizionatori…
Nella regione antartica, gli scienziati, hanno scoperto un vero e proprio buco pari al doppio degli USA.
Esistono tre fasce di raggi ultravioletti: gli UVA, o ultravioletti medi; penetrano in profondità e fanno perdere elasticità alla pelle, la fanno avvizzire e provocano lesioni; gli UVB, detti raggi ultravioletti medi, provocano i danni peggiori e sono più intensi d’estate: poi, infine, ci sono gli UVC, sono i più forti e i più dannosi; ma non raggiungono il nostro pianeta perché filtrati dall’ozono.
La presenza abnorme di gas sulla terra provoca l’intrappolamento del calore (l’effetto serra). L’accumularsi di questo calore porta all’aumento della temperatura, provocando notevoli variazioni all’ecosistema terrestre.
I gas causa di quest’allarmante situazione sono:
- l’anidride carbonica prodotta dall’uso di combustibili fossili, dall’abbattimento sconsiderato di vaste aree di alberi e dagli incendi che distruggono molti ettari di bosco;
- i cloro – fluoro – carburi con i gas CFC ed HCFC prodotte dalle bombolette spray e dai condizionatori d’aria;
- il metano;
- l’ossido di azoto.
Il buco nell’ozono, così come l’effetto serra, porta anche altre preoccupazioni: i raggi del sole, arrivando con tutto il loro calore sulla terra, sciolgono i due Poli.
La persona più ottimista crede che fra 1000/2000 anni Venezia, l’Australia, tutte le pianure e le isole verranno sommerse.
Inoltre c’è un altro problema, e cioè che le acque degli oceani, piano piano, si stanno riscaldando.
Unendo questi due problemi si è arrivati ad una conclusione disastrosa: la terra, piano, piano, si trasformerà in un pianeta simile venere, con un’aria rovente e priva di forme di vita.
Esistono anche alcuni rimedi per combattere tutti i tipi di inquinamento o, per lo meno, dovrebbero esistere.
Per combattere l’inquinamento dell’aria, per esempio si potrebbe pensare di installare alcuni impianti di depurazione da parte delle industrie, capaci di neutralizzare i fumi velenosi, e di altre ciminiere, affinché i venti possano disperdere le immissioni nell’atmosfera.
Gli impianti di depurazione dell’aria realizzano l’abbattimento degli inquinanti in vari modi:
- utilizzando la forza di gravità, per cui le particelle di polvere vengono raccolte e trattenute in base al loro peso e alla loro dimensione;
- mediante filtri con materiale di varia porosità, con i quali le particelle vengono trattenute come in un setaccio;
- mediante filtri a pioggia, in cui l’aria da depurare viene mescolata con gocce d’acqua che possono catturare le particelle inquinanti;
- mediante filtri elettrostatici, in cui l’aria da depurare viene fatta passare attraverso un campo elettrico, che permette di trattenere le particelle ancora più piccole.
Se vogliamo che la vita sulla terra rimanga sempre a livelli accettabili, dobbiamo combattere in tutti i modi, l’inquinamento. Oggi i problemi sono due: cercare di non inquinare più e rimediare al danno fatto sino ad oggi.
Gli interventi possibili possono essere di vari tipi:
- personale: nel quale ognuno deve contribuire per quanto gli è possibile a non sporcare questo mondo: non buttare per terra immondizia, fare la raccolta differenziata…
- sociale: dove è importante risvegliare l’opinione pubblica su questo problema in modo da “forzare” i singoli individui a seguire un comportamento più responsabile nel trattamento e lo smaltimento di sostanze pericolose;
- statale: in cui lo stato deve promulgare leggi severe e rigorose che regolamentino l’uso delle sostanze chimiche e pericolose e lo scarico di rifiuti d’ogni genere;
- mondiale: tutte le nazioni dovrebbero fare qualcosa per evitare questo problema.
Per ad esempio provare a ridurre l’inquinamento del suolo, si potrebbero usare dei raccoglitori d’immondizia da mettere nei prati; onde evitare di buttare tutta l’immondizia per terra.
C’è una scienza che si occupa dell’inquinamento ed è l’ecologia.
La parola ecologia fu creata nel 1866 dal biologo tedesco Ernest Haeckel partendo dal vocabolo greco “oikos” che significa casa. La prima manifestazione ecologica risale al 1837 anno in cui numerosi pittori ed intellettuali si riunirono per protestare contro il taglio delle foreste. Ebbero successo e nel 1863 venne istituita una riserva di 624 ettari. L’educazione ambientale costituisce un rinnovamento della scuola. L’ambiente non può essere considerato solo come una fonte di risorse, ma piuttosto come un sistema complesso comprendente anche l’uomo. La deforestazione su scala massiccia si riferisce quasi sempre alle foreste tropicali e alle foreste pluviali. Le foreste boreali costituiscono il più esteso ecosistema terrestre del pianeta e rappresenta la principale fonte di legno industriale e di fibra derivata dal legno. Gran parte del legname viene tagliato dalle compagnie che stanno disboscando le foreste tropicali. La deforestazione spreca ricchezze naturali, minaccia culture indigene, deteriora la biodiversità delle aree del pianeta. La vegetazione sostiene una varietà di vita animale. La distruzione delle foreste non è un problema che riguarda le singole regioni. Man mano quindi che vengono tagliate, le foreste riducono la loro capacità di immagazzinare carbonio. È possibile che le emissioni di gas serra mettano in crisi la capacità di immagazzinare carbonio. Un altro problema è costituito dalle trivellazioni utilizzate per estrarre il petrolio. Infatti, con questo metodo, in Siberia, sono state degradate oltre un milione d’ettari.
I maggiori responsabili di tutto quello che succede nel nostro ambiente, siamo noi. Noi dovremo iniziare ad assumerci le nostre responsabilità, cercando di capire che la terra non è dell’uomo, ma l’uomo della terra e perciò tutto quello che si fa all’ambiente, si ripercuote sull’uomo.
Se è vero che la natura è la madre dell’uomo, posso concludere sostenendo che l’uomo sta facendo di tutto per rimanere orfano.
Campagne ambientalistiche: sono campagne che appoggiano la difesa dell’ambiente naturale dai danni dovuti all’intervento spregiudicato dell’uomo.
Traffico autoveicolare: questo tipo di traffico pone diversi problemi e ha innumerevoli conseguenze. Tra i maggiori esponenti dei problemi si ha l’aria malsana nei centri e il rumore. Le conseguenze sono che i gas serra che vengono dispersi nell’ambiente, i cambiamenti climatici che avvengono ecc…
Falda acquifera: zona sotterranea, costituita da terreni permeabili in parte o del tutto impregnata da acqua.
Piramide biologica: metodo usato per rappresentare i rapporti d’alimentazioni (catena alimentare) di un ecosistema.
Biodegradabili: sono quei rifiuti che si decompongono e formano a volte materiale che si può usare per coltivare il terreno, mentre i non biodegradabili, non si decompongono, come ad esempio una busta di plastica può restare anni vicino ad un fiume senza subire modifiche.
Raccolta differenziata: con questo termine s’indica un nuovo metodo di buttare la spazzatura. Infatti, ogni cosa ha un suo cassonetto: carta, plastica, bottiglie di vetro, lattine…
Compostaggio: con quest’azione si cerca di trasformare i rifiuti in composti utilizzabili come concimi.
Combustione: (o incenerimento) si bruciano i rifiuti. Questo processo non è più molto utilizzato perché si è capito che si facilita l’inquinamento dell’aria.
Diossina: composto chimico formato da quattro atomi di carbonio e da due d’ossigeno che nell’anello da esso costituito contiene due doppi legami. È il più potente fra tutti i diserbanti.
Icmesa: è un paese che si trova in provincia di Milano. Fu contaminato da pesticidi e un’intera zona è stata evacuata.
Vitnam: durante la guerra si voleva eliminare l’erba per vedere i guerriglieri. Morirono molte persone e oggi in quella zona ce ne sono anche molte malate di tumore.
Plancton: insieme d’organismi che vivono sospesi in acque marine o in acque dolci. I suoi componenti sono d’origine vegetale (plancton) e animale (zooplancton). Quello della superficie è costituito da piante e animali (epiplancton).
Inquinamento termico: è dovuto agli scarichi delle centrali termoelettriche e termonucleari nelle acque.
Inquinamento radioattivo: è dovuto alla presenza d’onde elettromagnetiche nell’aria che vanno successivamente a depositarsi nell’acqua.
Idrocarburi: composti di carbonio e ossigeno. D’idrocarburi n’esistono vari tipi.
Eutrofizzazione: il termine deriva da eutrofia che vuol dire buona nutrizione.
Mucillagine: è la proliferazione delle alghe che producono sostanze gelatinose.
Petrolio: è un tipo d’energia non rinnovabile usato come combustibile. Si è formato moltissimo tempo fa dal plancton.
Febbre: aumento della temperatura corporea che si manifesta all’insorgere di molte malattie.
Epatite virale: malattia ad evoluzione acuta o cronica. È mortale.
Tifo: malattia infettiva che si manifesta con febbre elevatissima, cefalea, astenia…
Acido solforico: viene prodotto nella combustione d’idrocarburi.
Piombo: è un elemento fortemente nocivo per la salute. L’inquinamento da piombo, però, non minaccia la specie umana, bensì le pinte.
cloro: svolge ruoli importanti, sia nell’organismo umano, sia e soprattutto in quello animale.
cromo: deriva dalle attività completamente differenti l’una dall’altra. L’inquinamento da cromo porta all’uomo dei cancri, soprattutto ai polmoni.
Intensità: è in termini usati tutti i giorni il volume.
Frequenza: è il timbro usato. Più è alto, più c’è il rischio che il timpano si rompa.
Decibel: è l’unità di misura dell’intensità di un suono o rumore.
Effetto serra: con il buco nell’ozono sono le principali conseguenze dell’inquinamento atmosferico.
Cloro – fluoro – carburi: sono i gas contenuti nelle bombolette spray.