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iniziativa guerra di parole

Il 5 marzo 2016, alle 10, si terrà a Roma, nel carcere di Regina Coeli in via della Lungara 29, un duello di retorica tra detenuti e studenti. Come novelli Cicerone, dovranno cimentarsi nell'arte della persuasione dimostrando un'innata abilità con le parole.

Un tempo, la retorica veniva considerata una vera e propria arma, capace di smuovere le masse e portare grande potere a chi la possiede. E oggi, chi la spunterà?

#GUERRADIPAROLE - La squadra che più abile nel difendere la propria tesi con argomentazioni credibili: bandito sbraitare o insultare. Un sofisticato esercizio di civiltà, che consiste nell’affermare le proprie ragioni solo con lo strumento pacifico della parola: ormai, diciamoci la verità, risulta difficile trovarne esempi. Soprattutto se ci capita di accendere la Tv o di fare un giro su Facebook. Due round da venti minuti per mettere a tacere la squadra avversaria, grazie alle formidabili doti dell'eloquenza. Il tema? I confini della legittima difesa.

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CHI VINCERA'? - Sia i detenuti che gli studenti verranno preparati allo “scontro” da PerLaRe (Associazione Per La Retorica), da Flavia Trupia, la presidente, e dall’attore Enrico Roccaforte. Le due squadre sceglieranno i loro portavoce, che li rappresenteranno nel dibattito del 5 marzo. Una giuria - composta da un linguista, un attore, due giornalisti, un avvocato - decreterà la squadra vincitrice.

GUERRA DI PAROLE A NEW YORK - L’iniziativa, organizzata da PerLaRe insieme alla Crui, alla Casa Circondariale di Roma Regina Coeli, all’Università di Tor Vergata, ha un precedente. Il Bard college di New York ha avviato un programma di riabilitazione nei penitenziari, che prevede la realizzazione di gare di retorica. Nel settembre 2015, i detenuti del carcere Eastern Correctional Facility di New York si sono confrontati con gli studenti di Harvard, sconfiggendoli in un duello basato solo sulla forza delle argomentazioni. "Le gare di retorica hanno l’obiettivo di preparare i partecipanti ad affrontare la vita e il lavoro, contesti in cui è inevitabile confrontarsi con opinioni diverse. E, in queste occasioni, saper usare lo strumento della parola può fare la differenza" sostengono gli organizzatori.

Carla Ardizzone