Versione originale in latino
I. Igitur nato filio pater spem de illo primum quam optimam capiat: ita diligentior a principiis fiet. Falsa enim est querela, paucissimis hominibus vim percipiendi quae tradantur esse concessam, plerosque vero laborem ac tempora tarditate ingenii perdere. Nam contra plures reperias et faciles in excogitando et ad discendum promptos. Quippe id est homini naturale, ac sicut aves ad volatum, equi ad cursum, ad saevitiam ferae gignuntur, ita nobis propria est mentis agitatio atque sollertia: unde origo animi caelestis creditur. II. Hebetes vero et indociles non magis secundum naturam hominis eduntur quam prodigiosa corpora et monstris insignia, sed hi pauci admodum fuerunt. Argumentum, quod in pueris elucet spes plurimorum: quae cum emoritur aetate, manifestum est non naturam defecisse sed curam. "Praestat tamen ingenio alius alium." III. Concedo; sed plus efficiet aut minus: nemo reperitur qui sit studio nihil consecutus. Hoc qui perviderit, protinus ut erit parens factus, acrem quam maxime datur curam spei futuri oratoris inpendat. IV. Ante omnia ne sit vitiosus sermo nutricibus: quas, si fieri posset, sapientes Chrysippus optavit, certe quantum res pateretur optimas eligi voluit. Et morum quidem in his haud dubie prior ratio est, recte tamen etiam loquantur. V. Has primum audiet puer, harum verba effingere imitando conabitur, et natura tenacissimi sumus eorum quae rudibus animis percepimus: ut sapor quo nova inbuas durat, nec lanarum colores quibus simplex ille candor mutatus est elui possunt. Et haec ipsa magis pertinaciter haerent quae deteriora sunt. Nam bona facile mutantur in peius: quando in bonum verteris vitia? Non adsuescat ergo, ne dum infans quidem est, sermoni qui dediscendus sit. VI. In parentibus vero quam plurimum esse eruditionis optaverim. Nec de patribus tantum loquor: nam Gracchorum eloquentiae multum contulisse accepimus Corneliam matrem, cuius doctissimus sermo in posteros quoque est epistulis traditus, et Laelia C. filia reddidisse in loquendo paternam elegantiam dicitur, et Hortensiae Q. filiae oratio apud triumviros habita legitur non tantum in sexus honorem. VII. Nec tamen ii quibus discere ipsis non contigit minorem curam docendi liberos habeant, sed sint propter hoc ipsum ad cetera magis diligentes.
Traduzione all'italiano
Una volta nato il figlio per prima cosa il padre concepisca la migliore speranza su di lui così sarà più diligente fin dagli inizi. É infatti falsa lamentela secondo la quale a pochissimi uomini è concessa la capacità di apprendere le cose trasmesse, che in più verità perdono tempo e fatica per lentezza di ingegno. Infatti al contrario troverai molti agili nel pensiero e pronti all'apprendimento. E in effetti è ciò è naturale per l'uomo così per gli uccelli nel volo, i cavali per la corsa e le fiere per la crudeltà sono generati, così è per gli uomini la vita attività mentale; da qui l'origine dell'animo è ritenuta legata al cielo. In verità gli idioti e i negati a ogni apprendimento sono, secondo la natura dell'uomo, altrettanto rari che i corpi mostruosi segnati da anormalità, ma questi furono pochissimi. Prova ne è che nei bambini splende la speranza di moltissime potenzialità.
E quando queste vengono ameno con l'età è evidente che questa speranza non è venuta a mancare l'inclinazione naturale ma l'adeguata educazione. “tuttavia uno è superiore per ingegno ad un altro”. Lo concedo ma riuscirà più o meno: non si trova nessuno che non abbia ottenuto nessun risultato con lo studio. Chi abbia capito ciò appena diventerò à genitore si darà alla più attenta cura possibile ad aspettarsi il futuro buon oratore. Prima di tutto non sia scorretto il linguaggio delle nutrici le quali se possibili, Crisippo desiderò che fossero acculturate, sicuramente volle che venissero scelte le migliori per quanto le circostanze lo permettono. E certamente viene prima il criterio della moralità e tuttavia parlino in maniera corretta. Queste per prima il fanciullo dirà, le parole di queste si sforzerà di riprodurre attraverso l'imitazione e per natura restiamo tenacissimi a quelle abitudini con le menti non ancora formate, come persiste il sapore del quale si impregnano i recipienti nuovi. Come non si possono lavare i colori della lana una volta che sia stata mutata la sua bianchezza naturale. E proprio le abitudini peggiori sono quelle che aderiscono con maggior forza. Infatti quelle positive così facilmente si mutano in peggio: quando si potrebbero mutare le virtù in vizi? Non si abitui dunque nemmeno nell'infanzia al linguaggio che poi si debba disimparare. Ma nei genitori vorrei che ci fosse la massima cultura possibile. E non parlo soltanto dei padri: infatti sappiamo che la madre Cornelia contribuì moltissimo all'eloquenza dei Gracchi, il cui dottissimo discorso è stato trasmesso anche con lettere ai posteri. E la figlia di Gaio si dice che abbia riprodotto nel parlare l'eloquenza paterna e Ortensia figlio di Quinto tenuta davanti ai triumviri viene letta non soltanto nel rispetto del sesso. Ne tuttavia coloro ai quali non tocco l'apprendimento, non abbiamo minor cura di insegnare ai figli, ma sia per questo stesso motivo più diligenti in tutto il resto.