Versione originale in latino
Quos ubi Afranius procul visos cum Petreio conspexit, nova re perterritus locis superioribus constitit aciemque instruit. Caesar in campis exercitum reficit, ne defessum proelio obiciat; rursus conantes progredi insequitur et moratur. Illi necessario maturius, quam constituerant, castra ponunt. Suberant enim montes, atque a milibus passuum V itinera difficilia atque angusta excipiebant. Hos montes intrasse cupiebant, ut equitatum effugerent Caesaris praesidiisque in angustiis collocatis exercitum itinere prohiberent, ipsi sine periculo ac timore Hiberum copias traducerent. Quod fuit illis conandum atque omni ratione efficiendum; sed totius diei pugna atque itineris labore defessi rem in posterum diem distulerunt. Caesar quoque in proximo colle castra ponit.
Traduzione all'italiano
Quando Afranio con Petreio li scorse di lontano e li riconobbe, atterrito dalla situazione inaspettata, si fermò nei luoghi più elevati e schierò l'esercito in ordine di battaglia. Cesare lascia riposare l'esercito in pianura per non esporlo stanco al combattimento. Insegue e cerca di trattenere il nemico che tenta di nuovo di riprendere il cammino. I nemici sono costretti ad accamparsi prima di quanto avevano stabilito. Infatti le montagne erano a ridosso e a distanza di cinque miglia li attendevano strade difficili e strette. Desideravano entrare fra questi monti per sfuggire alla cavalleria di Cesare e, dopo avere posto presidi nelle zone più anguste, impedire l'avanzata del suo esercito e potere essi stessi senza pericolo e paura condurre le milizie al di là dell'Ebro. Essi dovevano tentare e portare a termine a ogni costo tale operazione; ma stanchi per il combattimento di tutto il giorno e per la fatica del cammino rimandarono al giorno successivo il progetto. Anche Cesare pone l'accampamento su un colle vicino.