Versione originale in latino
Litteris perlectis Domitius dissimulans in consilio pronuntiat Pompeium celeriter subsidio venturum hortaturque eos, ne animo deficiant quaeque usui ad defendendum oppidum sint parent. Ipse arcano cum paucis familiaribus suis colloquitur consiliumque fugae capere constituit. Cum vultus Domiti cum oratione non consentiret, atque omnia trepidantius timidiusque ageret, quam superioribus diebus consuesset, multumque cum suis consiliandi causa secreto praeter consuetudinem colloqueretur, concilia conventusque hominum fugeret, res diutius tegi dissimularique non potuit. Pompeius enim rescripserat: sese rem in summum periculum deducturum non esse, neque suo consilio aut voluntate Domitium se in oppidum Corfinium contulisse; proinde, si qua fuisset facultas, ad se cum omnibus copiis veniret. Id ne fieri posset, obsidione atque oppidi circummunitione fiebat.
Traduzione all'italiano
Letta attentamente la risposta, Domizio, dissimulandone il vero contenuto, comunica in consiglio che Pompeo sarebbe presto giunto in loro aiuto; esorta i presenti a non perdersi d'animo e ad allestire le strutture di difesa della postazione. Lo stesso Domizio, in un colloquio segreto con pochi suoi intimi, manifesta invece la decisione di darsi alla fuga. Dal momento che il volto di Domizio non s'accordava con le sue parole ed egli in ogni suo atto agiva con troppa esitazione e timidezza rispetto al suo solito comportamento dei giorni precedenti e più del solito si tratteneva molto a parlare in segreto con i suoi con la scusa di doversi consigliare, mentre evitava le assemblee ufficiali e le riunioni, non si poté per troppo tempo nascondere e dissimulare la verità. Pompeo infatti aveva risposto di non avere intenzione di trascinare la situazione alle estreme conseguenze; Domizio non era andato a Corfinio per suo consiglio o per suo ordine: quindi, se ne aveva possibilità, che facesse da lui ritorno con tutte le milizie. Ma questo era impossibile per l'assedio e per le linee di fortificazione attorno alla città.