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Apollodoro - Biblioteca - III, 48 - 51
Laio ed Edipo

48. μετὰ δὲ τὴν Ἀμφίονος τελευτὴν Λάιος τὴν βασιλείαν παρέλαβε. καὶ γήμας θυγατέρα Μενοικέως, ἣν ἔνιοι μὲν Ἰοκάστην ἔνιοι δὲ Ἐπικάστην λέγουσι, χρήσαντος τοῦ θεοῦ μὴ γεννᾶν (τὸν γεννηθέντα γὰρ πατροκτόνον ἔσεσθαι) ὁ δὲ οἰνωθεὶς συνῆλθε τῇ γυναικί. καὶ τὸ γεννηθὲν ἐκθεῖναι δίδωσι νομεῖ, περόναις διατρήσας τὰ σφυρά.

Dopo la morte di Anfione, assunse il potere Laio. E costui, sposata la figlia di Meneceo, che alcuni chiamano Giocasta, altri Epicasta, benchè il dio gli profetizzasse di non generare (perchè il nato sarebbe stato uccisore del padre), tuttavia genera un maschio, e consegna il piccolo da esporre a un pastore, dopo avergli trafitto le caviglie con fibbie.

[newpage]49. ἀλλ᾽ οὗτος μὲν ἐξέθηκεν εἰς Κιθαιρῶνα, Πολύβου δὲ βουκόλοι, τοῦ Κορινθίων βασιλέως, τὸ βρέφος εὑρόντες πρὸς τὴν αὐτοῦ γυναῖκα Περίβοιαν ἤνεγκαν. ἡ δὲ ἀνελοῦσα ὑποβάλλεται, καὶ θεραπεύσασα τὰ σφυρὰ Οἰδίπουν καλεῖ, τοῦτο θεμένη τὸ ὄνομα διὰ τὸ τοὺς πόδας ἀνοιδῆσαι.

Ma costui lo espose sul Citerone, e alcuni pastori di Polibo, re di Corinto, trovato il bimbo, lo portarono alla moglie di lui, Peribea. Costei, accoltolo, se lo alleva come proprio e curategli le caviglie lo chiama Edipo, postogli questo nome perché i piedi di lui si erano gonfiati.

[newpage]50.τελειωθεὶς δὲ ὁ παῖς, καὶ διαφέρων τῶν ἡλίκων ῥώμῃ, διὰ φθόνον ὠνειδίζετο ὑπόβλητος. ὁ δὲ πυνθανόμενος παρὰ τῆς Περιβοίας μαθεῖν οὐκ ἠδύνατο: ἀφικόμενος δὲ εἰς Δελφοὺς περὶ τῶν ἰδίων ἐπυνθάνετο γονέων. ὁ δὲ θεὸς εἶπεν αὐτῷ εἰς τὴν πατρίδα μὴ πορεύεσθαι: τὸν μὲν γὰρ πατέρα φονεύσειν, τῇ μητρὶ δὲ μιγήσεσθαι.

Il fanciullo, divenuto adulto e distinguendosi tra i coetani per la forza, veniva per invidia oltraggiato come bastardo. Egli, sebbene s'informasse da Peribea, non riuscì a saper nulla; recatosi allora a Delfi, chiese notizie dei propri genitori. E l'oracolo gli rispose di non avviarsi alla propria patria: avrebbe ucciso suo padre e sposata sua madre.

[newpage] 51. τοῦτο ἀκούσας, καὶ νομίζων ἐξ ὧν ἐλέγετο γεγεννῆσθαι, Κόρινθον μὲν ἀπέλιπεν, ἐφ᾽ ἅρματος δὲ διὰ τῆς Φωκίδος φερόμενος συντυγχάνει κατά τινα στενὴν ὁδὸν ἐφ᾽ ἅρματος ὀχουμένῳ Λαΐῳ. καὶ Πολυφόντου (κῆρυξ δὲ οὗτος ἦν Λαΐου) κελεύοντος ἐκχωρεῖν καὶ δι᾽ ἀπείθειαν καὶ ἀναβολὴν κτείναντος τῶν ἵππων τὸν ἕτερον, ἀγανακτήσας Οἰδίπους καὶ Πολυφόντην καὶ Λάιον ἀπέκτεινε, καὶ παρεγένετο εἰς Θήβας.

Inteso ciò e credendo di essere nato da coloro dei quali si diceva figlio, abbandonò Corinto, e viaggiando su un cocchio attraverso la Focide, per una via stretta si imbatté in Laio, che andava anche egli su un cocchio. E poiché Polifonte (costui era l'araldo di Laio) gli ordinò di cedere il passo e per la disobbedienza e l'indugio gli uccise uno dei due cavalli, Edipo preso dall'ira uccise Polifonte e Laio, e giunse a Tebe.

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