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Informagiovani, è che la dispersione scolastica supera il 15% [...]» [4 ottobre 2008, Nellabanlieu romana soffocata dall'odio: "basta stranieri, ci hanno portato via tutto, LaRepubblica].

I media cercano di presentare la realtà per come bisognerebbe guardarla, senza filtri per arrivare direttamente al pubblico. Anche per il racconto della situazione francese nel primo periodo analizzato per LaRepubblica si parla di crisi d'identità data dal fatto di non contenere il profondo malessere che questi eventi hanno portato in superficie. «[...] Per questo Chirac ha lanciato la proposta di una speciale task force composta da volontari, che aiuti i giovani a trovare lavoro, soprattutto i giovani in difficoltà, attraverso l'offerta combinata di sostegno e formazione a chi ne abbia bisogno[...]» [14 novembre 2005, Chirac: "Fermezza e giustizia contro la crisi d'identità", La Repubblica].

Le difficoltà e...

le problematiche legate all'integrazione vengono analizzate dai politici, dai media e dall'opinione pubblica. I media sicuramente hanno dato un aiuto in più per interpretare al meglio la situazione, ma in altri casi la voce di chi vive nella sofferenza e nell'esclusione non è particolarmente contemplata.

3.3 Violenze e scontri con la polizia

La violenza e la rabbia durante le rivolte hanno provocato diverse reazioni da parte dell'opinione pubblica, che ha visto i rivoltosi come una minaccia alla quotidianità da dover controllare. Negli articoli de Le Monde è particolarmente frequente il racconto degli attacchi verso la polizia come "guerra" tra due schieramenti. Ciò che a volte è stato raccontato è la colpevolezza degli agenti di polizia per certi accadimenti preoccupanti verso i giovani, come controlli più frequenti in certe zone e più attenzione verso ragazzi di certe etnie. Ci sono stati anche

episodi di violenza fisica che hanno scatenato maggiormente la frustrazione dei giovani rivoltosi. Analizzando gli articoli in alcuni periodi, la preoccupazione si aggira intorno a problematiche come la criminalità e la radicalizzazione legate principalmente alle fasce d'età più giovani. Visti come pericolo, le strade e i luoghi pubblici sono costantemente pattugliate e i controlli differenziati in base all'appartenenza etnica-religiosa creano sofferenza. In entrambe le testate giornalistiche, si nota l'allarme che le più grandi città francesi e italiane lanciano riguardante l'insicurezza delle periferie. Con l'aumento degli agenti e l'aumento dei controlli, si assiste a conflitti tra polizia e "bande" di giovani che sfociano in scontri. Questo è dovuto anche a causa dell'assenza di terze parti che mediano nel conflitto tra i giovani e la polizia.

il sistema giudiziario è in gran parte assente, in quanto non svolge più il suo ruolo di istituzione terza. Spetta infatti alla magistratura, in questo caso alla Procura, controllare e dirigere le azioni della polizia. Cercando di rispondere ai reati elaborandoli in tempo reale, il sistema giudiziario è sempre più in sintonia con il lavoro della polizia sulla strada pubblica e sta indirizzando l'azione della polizia sempre meno verso gli aspetti più nascosti e organizzati della criminalità. [16 gennaio 2006, Ces brimades qui empoisonnent l'atmosphère des banlieues, Le Monde]. In questo caso si mette in risalto il fatto che la polizia non sia impegnata a ricercare dinamiche certe e dimostrate riguardanti i collegamenti diretti con la criminalità, ma la ricerca si focalizza solamente sulle strade e tra i giovani si sente il peso della presenza di numerosi agenti per le strade, temendo di essere tra le figure sospettate di.

piccoli reati. Nel secondo periodo de Le Monde viene messo in evidenza questo confronto tra ciò che è successo prima delle rivolte e gli anni successivi, analizzando l'aspetto più critico del fenomeno che innescò le violenze tra le due "fazioni" soprattutto tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila.

Anche in Italia la presenza delle forze dell'ordine è forte e per le strade il senso di controllo è mirato alla criminalità organizzata, ma in molti casi a subire errori di giudizio e controlli mirati sono i giovani. Nel secondo periodo de La Repubblica notiamo le parole che vengono riportate dalle principali figure politiche del paese che utilizzano i media per rassicurare la popolazione circa l'evolversi dei cambiamenti nel pattugliamento delle strade. "Abbiamo già un contingente militare per l'operazione 'Strade sicure', ora si tratta di fare una norma per mandare più"

"Soldati non da far girare con le camionette, perché non vogliamo militarizzare la città, ma per presidiare i luoghi fissi e liberare così forze ordine da mandare in giro". Il procuratore: "Peggio che nelle banlieu. Per fermare l'escalation di violenza e criminalità nelle periferie di Napoli, serve un intervento organico che cambi il contesto in cui agiscono clan e microdelinquenza" [7 febbraio 2016, Alfano: "A Napoli ci vuole l'Esercito", La Repubblica].

3.3.1 Perquisizioni e controlli mirati

Nel primo periodo de Le Monde emerge come la massiccia presenza degli agenti di polizia abbia scatenato il malcontento generale dei giovani delle banlieues. In particolare si ritiene ingiusto che la percentuale dei controlli sia maggiore per quanto riguarda i ragazzi di origine maghrebina o in generale ragazzi disoccupati che si incontrano in gruppo nei luoghi pubblici per mancanza di impiego e senza attività da fare durante

La giornata. Diverse vicende hanno contribuito a creare questo dubbio circa lo stereotipo dei ragazzi "criminali", che per guadagnare dei soldi in più si ritrovano per organizzare piazze di spaccio e organizzare dei furti. Anche nel primo periodo de La Repubblica viene analizzato l'intervento politico per cercare di controllare ogni angolo delle città, facendo distinzioni tra ragazzi di origine italiana e ragazzi di origine straniera. Particolarmente preoccupante negli anni in Francia, è stata l'identificazione razziale di molti giovani che venivano perquisiti senza motivi validi. "[...] Dobbiamo trovare qualcosa di diverso dal profiling razziale. La Francia è l'unico paese europeo che pratica questo tipo di controllo massiccio dei suoi giovani, preferibilmente neri o nordafricani. Non lo vediamo da nessun'altra parte in Europa. [...] Come possiamo spiegare che altri Paesi europei riescono a garantire la loro sicurezza senza

"Umiliare la loro popolazione di colore? Perché la Francia non può farlo?" [12 gennaio 2009, Trente ans de désespérance en banlieue, Le Monde].

La pratica non ufficiale del controllo mirato genera molto dibattito che prova a mettere in discussione le scelte da parte delle forze dell'ordine. Potrebbe essere stato chiesto direttamente dalla classe politica questo intervento o lo stereotipo e la rappresentazione sociale del giovane di periferia ha innescato meccanismi che hanno portato anche la polizia a generalizzare nei loro controlli. I giovani sono stanchi di questa idea di essere categorizzati in base alla loro appartenenza etnico-religiosa e in base alla situazione di disoccupazione che vivono subito dopo aver concluso gli studi, o in alcuni casi etichettati come "fallimento" nelle situazioni di abbandono scolastico. Sicuramente molti giovani optano per la strada che in quel momento di disperazione porta soldi come lo spaccio, ma nel caso ci"

Fosse una riqualificazione del territorio e opportunità lavorative, in molti sceglierebbero questa strada sicura.

3.3.2 Razzismo giudiziario in base all'appartenenza etnica

Spesso il giudizio di certi reati o l'ingiusto coinvolgimento di alcuni giovani porta gli agenti di polizia a ritenere che portare in isolamento per qualche giorno nella caserma del proprio comune sia la soluzione adatta per "punire". In molti casi hanno dimostrato che avvengono degli arresti di giovanissimi, alcuni per reati minori e altri per sospetto ingiustificato, vengono lasciati nelle piccole celle utilizzate per una breve temporalità senza passare tramite processi o senza l'intervento della giustizia e di avvocati. In più ci sono stati episodi in cui gli agenti si organizzavano tramite proposte razziste per colpire determinati quartieri frequentati da giovani di diversa etnia.

"Nel 2019, "sono state avviate una trentina di indagini giudiziarie contro agenti"

di stato istituzionale. Questo fenomeno è evidente anche nelle statistiche, che mostrano unadisproporzione nel numero di fermi e controlli nei confronti delle persone di colore rispetto adaltre etnie. Questo crea un clima di sfiducia e discriminazione nei confronti delle forze dell'ordinee alimenta tensioni sociali. È fondamentale che vengano prese misure concrete per combatterequesto problema, come ad esempio l'implementazione di programmi di formazione sull'antirazzismoper gli agenti di polizia e l'istituzione di meccanismi di controllo indipendenti per garantire unarisposta adeguata alle denunce di violenze e discriminazioni. Solo attraverso un impegnoconcreto e una volontà di cambiamento si potrà costruire una società più giusta e inclusiva.3.3.3 Guerriglia simbolica contro gli agenti di polizia

«All'inizio dell'estate, il tradizionale confronto tra giovani e polizia si fa più teso nelle periferie parigine, mentre il governo inasprisce le misure contro le bande. Negli ultimi giorni gli incidenti si sono moltiplicati, in particolare a Seine-Saint-Denis. [...] Quest'anno i tafferugli iniziano un po' prima, ma questo è uno degli aspetti che viene banalizzato. Una banalizzazione che i poliziotti presi di mira denunciano» [1 luglio 2009, «Banlieues: le face-à-face entre jeunes et police se tend à l'approche du 14 Juillet, Le Monde].

Questa «guerra» tra giovani delle banlieues e polizia è ormai radicata da anni e nel secondo periodo de Le Monde si nota come viene portata avanti questa situazione al di là delle rivolte. Nonostante non ci sia qualcosa per cui protestare, la presenza dei poliziotti nei quartieri provoca molto.

il disagio tra i giovani sfoci in scontri anche per piccoli eventi. Le forze dell'ordine francesi cercano in ogni modo di garantire l'ordine pubblico evitando che
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A.A. 2021-2022
54 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher silviakosova di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Genova Carlo.