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Capitolo XVI
Passano quindici mesi. Qualcosa è però cambiato: Laurent è sempre alla bottega, ma non si ferma più a cena, e nessuno dei
due amanti desidera più momenti d’intimità. Attribuiscono il loro comportamento alla prudenza.
Thérèse è cambiata: senza Camille accanto nel letto, si è aperta al mondo circostante, non pensa più a Laurent con insistenza se
non quando un incubo la sveglia di soprassalto, lo vede come un cane da guardia che l’avrebbe protetta da qualunque pericolo.
Comincia a notare un giovane che spesso passa davanti alla bottega, se ne invaghisce, ma se lo dimentica poco dopo. Si iscrive ad
un gabinetto di lettura. Il pensiero di Camille ogni tanto le torna alla mente e la fa pensare a Laurent: ora vorrebbe sposarlo, ora
vorrebbe fuggire e non vederlo mai più. Il pensiero che Olivier sia felice con Suzanne senza aver dovuto commettere un omicidio
comincia ad istillare in lei il dubbio e il rimorso.
Laurent, allo stesso tempo, comincia a domandarsi che cosa lo abbia spinto ad uccidere un uomo: si convince che siano state le
carezze di Thérèse a stregarlo. Se potesse tornare indietro non lo rifarebbe. Passa il tempo e riprende le sue vecchie abitudini. Si
reca nuovamente dall’amico pittore, nel suo atelier, dove incontra una modella in posa. La sera se la porta a casa e per quasi un
anno se la tiene come amante in casa. La apprezza particolarmente in quanto non deve provvedere economicamente a lei, che po-
sando riesce a ricavare un buono stipendio per sopravvivere da sola. Non si considera infedele a Thérèse, e non riesce a capire se
ami veramente la modella. Quando vede Thérèse preoccupata, si preoccupa a sua volta perché teme di alterare quell’equilibrio
tanto faticosamente conquistato. Il pensiero di tenersi la modella e di abbandonare Thérèse sfiora la mente di Laurent, ma
all’improvviso non trova più la ragazza ad attenderlo in casa. Ripensa all’omicidio e si rende conto che tutto sarebbe stato inutile
se non avesse sposato Thérèse ora.
Dopo un anno di attesa, entrambi sono nuovamente consumati dal desiderio e Thérèse confida a Laurent di essere pronta a
sposarlo il prima possibile.
Capitolo XVII
Laurent si avvia verso casa, chiedendosi perché Thérèse si sia rifiutata di incontrarlo in camera sua. Arrivato in rue Saint-
Victor si trova improvvisamente colto dal terrore e decide di recarsi invece in un bar vicino per bere qualche bicchiere di vino.
Costretto dalla chiusura ad uscire, a mezzanotte, Laurent si dirige nuovamente verso casa. Entrando è colto nuovamente dal terro-
re per l’androne buio che lo separa dalla sua porta. Accende quindi un fiammifero per attraversare lo spazio. Dopo vari tentativi
infruttuosi, Laurent riesce ad entrare in casa e si da dello stupido per quella paura infantile che non riesce a comprendere.
Messosi a letto, comincia a sognare se stesso che si dirige verso casa di Thérèse. Dopo aver bussato alla solita porta dei loro
incontri clandestini, però, si trova di fronte ad aprirgli il cadavere decomposto di Camille. Svegliatosi di soprassalto, tenta nuova-
mente di addormentarsi ma ogni volta si trova ad immaginare sempre la medesima situazione. Deciso ad alzarsi e ad andare da
Thérèse è frenato dalla consapevolezza di dover ripassare davanti alla cantina buia. I tentativi di addormentarsi si susseguono uno
dopo l’altro con miseri fallimenti.
La mattina Laurent è spossato, ma deve comunque recarsi al lavoro. Si chiede se dormendo con Thérèse si sarebbe sentito più
al sicuro, protetto. Allo specchio lo sguardo cade sulla cicatrice del morso di Camille, e Laurent convinto che Thérèse potrebbe
guarire anche quella piaga a furia di baci.
Al lavoro è una pessima giornata, passata a combattere contro il sonno accumulato dopo la notte insonne. La sera Laurent si
reca a casa di Mme Raquin solo per scoprire che anche Thérèse è assediata dagli incubi.
Capitolo XVIII
Anche a Thérèse era comparso lo spettro del marito annegato. E come Laurent, la ragazza è convinta che la soluzione più rapi-
da al problema sia il matrimonio. Non potendo però dichiarare esplicitamente la loro intenzione di sposarsi, i due devono recitare
suggerire l’idea di un matrimonio tra
la loro parte così da spingere i conoscenti a i due, non dovendo così riconoscere la paternità
dell’idea, e tenendosi al riparo dai sospetti sull’assassinio di Camille per convenienza personale.
La decisione è presa a seguito dell’incapacità dei due di dormire: ogni notte lo spettro del cadavere marcescente di Camille è
nelle camere di Thérèse e Laurent. Thérèse diviene di giorno una sorta di cadavere ambulante, sfinita dalle notti insonni. Laurent è
invece terrorizzato, lui che non aveva mai avuto paura di niente. Era persino giunto, in una notte di pioggia battente, a rintanarsi
sotto ad un ponte per evitare l’androne tetro che portava alla sua porta.
Laurent comincia a farsi domande sulla sua condotta. Il matrimonio con Thérèse gli permetterebbe di vivere nell’ozio grazie
alla rendita della vecchia Raquin, e inoltre, si ricorda di aver ucciso Camille proprio per poter stare con Thérèse: sarebbe
un’idiozia rinunciare ora a quello per cui si era macchiato le mani di sangue.
Eppure i due sono afflitti da strane sensazioni ogniqualvolta il loro pensiero si volge al matrimonio e riporta inevitabilmente a
galla il ricordo di Camille e del suo omicidio.
Capitolo XIX
Lo stratagemma dei due amanti sta nel frattempo funzionando. Thérèse si atteggia in maniera strana e la cosa preoccupa non
zia non vuole perdere l’unica figlia che le è rimasta e si risolve a chiedere consiglio al vecchio Michaud. La
poco Mme Raquin. La
cura, secondo il maresciallo, è semplice: Thérèse si sente sola dopo la morte del marito e ha bisogno di un nuovo sposo. Mme Ra-
quin è sconvolta nel capire che il figlio è già stato dimenticato da tutti tranne che da lei, ma alla fine realizza che Michaud potreb-
be avere ragione.
Per favorire la scelta, Laurent aveva già da un po’cominciato ad atteggiarsi a ragazzo servizievole: si presenta tutti i giorni a
casa di Mme Raquin all’uscita del lavoro per aiutarla, vista la sua semi-infermità, e si premura della salute di Thérèse. Ogni volta,
Laurent tira fuori il ricordo di Camille, e riesce a far piangere la vecchia madre, sapendo di avere così su di lei un controllo pres-
soché assoluto.
Uno dei giovedì, Mme Raquin si rende conto di quanto effettivamente Laurent sia premuroso nei confronti suoi e della nipote
e decide che quello sia l’uomo giusto: avrebbe trovato in lui un nuovo figlio.
a casa, Michaud si offre di accompagnare per un tratto Laurent per tastare il terreno: l’uomo si finge
Al momento di tornare
sorpreso, e ipocritamente dichiara di non voler tradire il ricordo dell’amico morto sposandone la moglie. La stessa situazione si sta
svolgendo a casa tra Mme Raquin e Thérèse: la giovane finge di accettare per pura abnegazione la proposta della zia.
La sera seguente, quando Laurent entra in casa, Michaud comunica che tutto è deciso. Invitati a baciarsi, i due promessi sposi
sono colti all’improvviso dal terrore, come intuissero le angosce dell’altro.
A questo punto mancano solo alcune formalità: Laurent chiede il consenso del padre (consenso concesso senza troppi proble-
mi) e Mme Raquin intesta i suoi 40.000 franchi alla nipote e al genero che si sarebbero comunque presi cura di lei. Alla fine, in
giorno del matrimonio è alle porte.
Capitolo XX
Il risveglio è per i due sposi gioioso: sarebbero finalmente finite le notti insonni tormentate dagli incubi. Thérèse attende Su-
prepara l’abito per la cerimonia. L’uomo rimane scosso alla vista della ferita sul collo. Presa
zanne per la toeletta, mentre Laurent
la carrozza, Laurent si reca a prelevare Grivet. In merceria, al loro arrivo, ad attenderli ci sono Thérèse, la vecchia Raquin, Mi-
chaud, Olivier e Suzanne.
La cerimonia in municipio e in Chiesa si svolge in maniera impeccabile. Il pranzo, tenuto in un piccolo ristorante di Belleville,
ha come invitati solo sette persone, le più vicine alla famiglia. A tavola i due sposi si rivolgono occhiate rapide e si rivolgono sor-
risi forzati, si sentono come ancora separati da qualche ostacolo insormontabile. I commensali si alzano da tavola presto e già alle
21:30 sono di nuovo nella bottega, per accompagnare gli sposi alla camera da letto. I due sposi non provano però la minima impa-
zienza; anzi, il contatto con la mano di Thérèse, senza motivo apparente, fa trasalire Laurent, che entra nella camera nuziale bar-
collando come un ubriaco.
Capitolo XXI Raquin per l’occasione sembra non lenire
Laurent entra in camera. La stanza arredata con oggetti graziosi da Mme
l’inquietudine che lo attanaglia. Thérèse è immobile sulla sedia, che fissa Laurent con uno sguardo colmo di disagio, ribrezzo e
paura. Seduti uno di fronte all’altro, i due sposi non aprono bocca, nonostante i quasi due anni in cui non si erano più potuti incon-
trare soli. Nonostante l’idea che le nozze avrebbero eliminato ogni paura e apprensione, ecco i due sposi incapaci di fare qualun-
que cosa. Lo sguardo dei due è privo di desiderio, nonostante gli sforzi per cercare dentro se stessi qualche rimasuglio della vec-
chia passione.
I discorsi di Laurent sono accolti con semplici cenni da Thérèse fino a che entrambi divengono consapevole che non è necessa-
rio parlare perché l’altro intuisca i propri pensieri. Ed ecco che lo spettro di Camille trova posto in mezzo alla stanza, nello spazio
vuoto fra i due sposi che si fissano atterriti immaginando i pensieri reciproci. I tentativi per una conversazione banale falliscono
miseramente. A fianco di queste conversazioni innocenti, i due tengono una conversazione silenziosa e terribile. Il pensiero di
Camille di sta facendo uscire lentamente di senno.
Ripercorrono la loro storia, dal primo incontro alla merceria, ma si interrompono nel timore di nominare il nome di Camille. Il
va quindi al cadavere steso all’obitorio; Thérèse chiede a Laurent se lo avesse visto, ma l’uomo non risponde. Alla sua
pensiero
richiesta di un bacio sul collo, Thérèse si ritrae inorridita. L’uomo allora la afferra con forza appoggiandole la testa contro il suo
collo, ma si accorge che il contatto con Thérèse è più doloroso che lenitivo e si allontana.
Camminando avanti e indietro nella stanza, Laurent nota qualcosa nell’angolo: l’orrore lo attanaglia vedendo il volto marce-
scente di Camille. Poi