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Di conseguenza possiamo individuare diversi modi di regolazione del lavoro, in base ai soggetti (attore

individuale, attore collettivo, attore istituzionale) e ai rapporti regolativi (azione unilaterale, azione

negoziale, azione cooperativa).

I modelli di azione unilaterale sono caratteristici del periodo pre-fordista mentre la contrattazione collettiva

è tipica del periodo fordista (stesso lavoro, stessi interesse, facile da coordinare).

Nella società capitalista avanzata, invece, la terziarizzazione mette a rischio il ruolo delle associazioni di

rappresentanza degli interessi, in ragione del superamento delle modalità di inserimento standard nel

mercato del lavoro (non c’è un mutamento lineare).

3. In quale modo le associazioni di rappresentanza degli interessi contribuiscono al governo dello

sviluppo?

Le teorie sulla varietà dei capitalismi assegnano notevole importanza alle relazioni industriali nel

differenziare le risposte delle economie avanzate alle sfide comuni.

Negli ultimi trent’anni in vari paesi europei si sono sviluppate relazioni “triangolari” fra i governi e le grandi

associazioni degli interessi, ossia sindacati e associazioni imprenditoriali. In tale ambito, le associazioni sono

chiamate a condividere l’impostazione della regolazione economica.

Il ruolo più tradizione e rilevante che le associazioni svolgono nel governo dello sviluppo è la partecipazione

ad accordi di Concertazione.

L’approccio della concertazione diventa centrale negli Anni ’70 in Europa a seguito del tentativo di

formalizzare il meccanismo dello scambio politico: le associazioni di rappresentanza degli interessi, infatti,

perseguono i loro obbiettivi sotto la minaccia di ritirare la collaborazione all’ordine sociale e non solo alla

produzione.

Questo rapporto diseguale però è solo temporale. Infatti, le istituzioni politiche ottengono subito i vantaggi

promessi dalle associazioni, ovvero legittimazione e moderazione dei comportamenti. Ma dall’altra parte le

organizzazioni di rappresentanza ottengono un riconoscimento maggiore, un accesso a risorse pubbliche e

deleghe di funzioni pubbliche (cosidetto neo-corporativismo).

Il fenomeno ha sorti alterne nei decenni a seguire. Negli Anni ’80, sotto la spianta della retorica neoliberista

che auspicava a una politica monetarista e una de-regolazione, e la precarietà indotta dall’avvento del post-

fordismo, lo scambio politico e la concertazione entrarono in una fase di declino rischiando uno scontro

frontale con i sindacati.

Negli Anni ’90, si assiste al riemergere in forma di patti sociali per lo sviluppo e per la competitività, aventi

per oggetto regolazione del mercato del lavoro, struttura contrattuale e sistema di welfare. In questo

periodo, individuiamo tre gruppi di paesi:

i) Soluzioni consensuali alle nuove sfide a mezzo dei patti sociali in Italia, Olanda, Belgio, Austria,

Irlanda, Norvegia, Finlandia, Grecia e Spagna;

ii) Marginalità delle associazioni nella regolazione economica in Francia e Gran Bretagna;

iii) Coordinamento condiviso supportato dalla rilevante esperienza pregressa in Svezia e

Danimarca.

Il cambiamento che si verifica in questi anni è causato dalla trasformazione degli scenari (globalizzazione e

mutamento tecnologico), dal rinnovamento dell’agenda politica (riforma del mercato del lavoro e del

welfare state), dal mutamento delle priorità dell’universo aziendale (flessibilità e decentramento

contrattuale).

a) Che cosa sono le associazioni di rappresentanza degli interessi e quale interpretazione ne danno

diverse discipline?

Le associazioni di rappresentanza degli interessi sono organizzazioni che agiscono in nome e per conto di

gruppi economici più o meno ampi (attori collettivi, non istituzionali). Si distinguono in Sindacati,

organizzazioni che danno visibilità e difendono gli interessi dei lavoratori e in Associazioni Datoriali che

danno voce agli interessi di impresa.

Gli economisti definiscono le associazioni di rappresentanza degli interessi come corporazioni con effetti

distorsivi nel mercato, si considerino i rent-seeking bodies che pregiudicano l’allocazione efficiente delle

risorse.

I politologi le considerano semplici gruppi di pressione, cioè attori politici deboli e di importanza secondaria

rispetto ai partiti.

I sociologi le vedono come delle subculture in grado di generare movimenti sociali.

I sociologi economisti le considerano come attori di primo piano nella regolazione delle economie avanzate.

b) Di quale tipo di potere godono le associazioni di rappresentanza degli interessi?

Le associazioni di rappresentanza degli interessi possiedono due tipi di potere:

il potere di mercato, ovvero la capacità di influire sulla micro-regolazione del mercato del lavoro, a mezzo

del controllo delle condizioni di cessione della forza lavoro;

il potere vulnerante cioè la capacità di orientare le modalità di regolazione del sistema economico e sociale,

attraverso la rivendicazione di nuovi diritti o la tutela di quelli esistenti.

Unità 14 _ Le strategie di ricerca sull’innovazione socio-culturale

1. Nelle società del capitalismo avanzato, come si studiano le fonti di innovazione socio-culturale

spontanea?

Le fonti di innovazione socio-culturale spontanea si studiano attraverso il “cool hunting”, che si impegna a

riconoscere e decodificare stili di vita ed immaginari collettivi nuovi.

Lo studio si concentra sulla capacità di alcune persone di porsi all’origine dei cambiamenti di larga portata

(cambiamenti negli stili di vita e degli immaginari collettivi). Il meccanismo ha natura autenticamente

sociale: la novità nasce da un comune feeling, poi attraverso alcuni corpi conduttori della novità presenti

nella società si verifica il passaggio per contatto/contaminazione.

Il cool hunting è un metodo perché possiede:

a) Una modalità cognitiva prevalente;

b) Una teoria della conoscenza;

c) Una gamma di soluzioni per affrontare i problemi di ricerca: diverse tecniche;

d) Una sequenza di prassi procedurali.

Il cool hunting nasce negli Anni ’80 negli USA e ha finalità diverse in base al fatto che segua un indirizzo

sociale (analisi del mutamento) o un indirizzo di mercato (business idea, concept).

Nel passaggio dalla modernità alla post-modernità diventa sempre più importante in virtù della centralità

delle forme di creatività orizzontale: personalizzazione, estetizzazione, stilizzazione della vita quotidiana.

Le fonti di innovazione socio-culturale spontanea sono studiate per mezzo di una limitatissima bibliografia,

elaborata in base a più prospettive disciplinari e per differenti finalità.

. Vi sono pochi contributi accademici, per lo più di matrice economico-aziendale.

. Troviamo un embrionale manualistica prodotta dalle agenzie che si occupano delle analisi di tendenza.

. i risultati sono inaccessibili a studiosi e largo pubblico, in quanto sono state fatte attraverso indagini multi-

cliente e studi su commissione.

. qualche anticipazione è presente su riviste specializzate e siti web dedicati.

Alla visibilità del fenomeno contribuiscono:

. il best seller “no logo” di Klein (2000);

.la novella “pattern recognition” di Gibson (2003);

. la puntata di CSI New York.

Durante lo studio, l’organizzazione delle basi dati è complessa ed articolata.

Si possiedono una quantità rilevante di informazioni, anche se non necessariamente esaustiva di segnali

deboli di innovazione.

Il flusso ininterrotto di rilevazioni dalla natura eterogenea.

Documentazioni novità per mezzo di più rilevazioni.

Una volta organizzati i dati, si procede all’elaborazione delle informazioni: a causa dell’aspetto in ombra in

letteratura si utilizza un approccio soggettivo, guidato dalla sensibilità dei ricercatori. L’eterogeneità e la

complessità del materiale raccolto sono fonte di complessità. L’elaborazione viene conclusa con un

“learning by doing”.

L’analisi dei dati è effettuata con una duplice lettura: interne (sensibilità e valori) ed esterna

(manifestazioni). La prima scrematura è fatta dai ricognitori che si impegnano a cogliere l’innovativo e il suo

contrario. Successivamente l’equipe di ricerca attua un progressivo approfondimento delle dimensioni

rilevanti.

2. Quali ragioni determinano il successo del cool hunting?

Tra le ragioni che determinano il successo del cool hunting vi sono i cambiamenti nelle scelte di consumo.

Infatti, i processi di formazione degli stili di vita e della relativa instabilità sono sempre più complessi e

l’avvento del web 2.0 favorisce la circolazione della novità e della contaminazione tra mondi lontani.

Anche i mutamenti del sistema economico, ovvero il rinnovamento dell’organizzazione della filiera di

produzione, di distribuzione e promozione, determinano il successo del cool-hunting.

Analizzando tali ragioni di successo, dobbiamo partire dalla definizione di stili di vita, ovvero il modello

comportamentale che riflette le modalità preferenziali di inclusione e partecipazione sociale.

Le modalità di formazione degli stili di vita dipendono dagli attori, dai criteri guida e dalle dinamiche di

diffusione.

Gli attori possono essere élite con o senza potere e la gente comune.

I criteri guida sono la distinzione e la differenziazione.

Le dinamiche di diffusione sono l’effetto gocciolamento, l’effetto risorgivo e per contaminazione.

Nella società tradizione, l’attore che portavano alla formazione degli stili di vita era l’élite con potere, la

quale attraverso la ricerca della stima e dell’onorabilità utilizzavano risorse per segnalare, confermare e

difendere la propria posizione nella struttura sociale (differenziazione).

E le dinamiche di diffusione avvengono per effetto a gocciolamento.

Nella società moderna, caratterizzata da urbanizzazione, industrializzazione e informatizzazione, gli attori

sono élite con e senza potere. La prima vuole mantenere e difendere la propria posizione nella struttura

sociale mentre la seconda ricerca il benessere, attraverso i sempre più frequenti avanzamenti tecnologici.

Anche in questo caso assistiamo ad una diffusione dello stile di vita per effetto gocciolamento.

Nelle società post-moderna, caratterizzata da terziario avanzato e web 2.0, gli attori sono l’élite con e senza

potere e la gente comune che si vogliono distinguere ma anche differenziare (cioè personalizzano il proprio

stili di vita che diventano strumento di costruzione dell’identità personale con l’obbiettivo di segnalare la

propria unicità, autorealizzazione e autogratificazione). Le dinamiche di diffusione avvengono per effetto

gocc

Dettagli
A.A. 2015-2016
50 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cristina.mellano di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Cugno Anna.