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decreto Bernini riforma medicina

Per chi sogna un futuro con il camice bianco, manca poco per potersi iscrivere alla facoltà di Medicina, che da quest’anno dice addio al vecchio test d'ingresso.

E con la firma di un nuovo decreto da parte della ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, si conosco ora maggiori dettagli - in via ufficiale - su come sarà la selezione in corso d'opera delle matricole, per stabilire chi potrà rimanere iscritto al corso di laurea prescelto - per diventare Medico Chirurgo, Odontoiatra o Veterinario - e chi invece dovrà cambiare strada.

Perché, ricordiamo, non ci sarà più la prova d'accesso di settembre ma la scrematura dei candidati avverrà alla fine di un primo "semestre filtro".

L'accesso ai corsi di laurea, invece, sarà libera.

Sarà però sempre una graduatoria nazionale a decidere chi potrà proseguire e chi no. Un elenco, questo, che si baserà sui voti ottenuti in tre esami fondamentali: chimica e propedeutica biochimica, fisica e biologia. Svolti prima dell'inizio del secondo semestre.

Indice

  1. La prova che decide tutto: come funziona
  2. Punteggi e graduatoria: la strada per il successo
  3. Iscrizione e "piani B": come muoversi
  4. Inizio e fine: il calendario dei corsi

La prova che decide tutto: come funziona

Le prove d'esame saranno tre, una per materia, e si svolgeranno contemporaneamente in tutta Italia tra la seconda metà di novembre e la prima metà di dicembre.

Ogni esame avrà una durata di 45 minuti e sarà composto da 31 quesiti. I primi 15 quesiti saranno a risposta multipla con cinque opzioni, mentre i restanti 16 quiz richiederanno il completamento con la parola corretta.

Ogni appello potrà essere ripetuto al massimo due volte, con un intervallo di 15 giorni tra un tentativo e l'altro.

Punteggi e graduatoria: la strada per il successo

Per ogni risposta esatta si otterrà un punto, le risposte non date varranno zero punti, mentre quelle sbagliate comporteranno una penalità di -0,25 punti. Questo significa che ogni esame avrà un punteggio massimo di 31 punti, per un totale di 93 punti complessivi tra le tre prove.

Per superare il test, sarà necessario ottenere un punteggio equivalente ad almeno 18/30.

Sulla base dei punteggi totali, si formerà la graduatoria nazionale, che sarà l'unica a stabilire chi avrà accesso al secondo semestre e chi, invece, dovrà optare per un corso di laurea alternativo.

Se il corso scelto da questi ultimi sarà sempre nell'area biomedica, sanitaria, veterinaria e farmaceutica, tutti i crediti (18 in totale) verranno mantenuti e riconosciuti durante il passaggio. Altrimenti, il riconoscimento dei crediti dipenderà dal regolamento del singolo ateneo.

Iscrizione e "piani B": come muoversi

Il decreto del MUR, inoltre, ha chiarito anche le modalità di iscrizione iniziali. Tutto avverrà tramite una piattaforma informatica che sarà disponibile entro luglio. Fin dall'inizio, lo studente dovrà indicare non solo la sede di Medicina, Odontoiatria o Veterinaria dove intende seguire il primo semestre aperto, ma anche dieci sedi preferite per il secondo semestre, nel caso in cui dovesse accedere alla graduatoria nazionale.

Lo stesso vale per il corso alternativo individuato come possibile "piano B". Tra i corsi affini, il Decreto Ministeriale menziona Biotecnologie, Scienze Biologiche, Scienze Zootecniche e Tecnologie delle Produzioni Animali, Farmacia e Farmacia Industriale.

Rientrano nella lista anche diverse Professioni sanitarie con un rapporto favorevole tra iscritti e posti disponibili per l'anno accademico 2025/26, come Assistenza sanitaria, Educazione professionale, Infermieristica, Ortottica ed assistenza oftalmologica, Podologia, Tecniche audiometriche, Tecniche audioprotesiche, Tecniche della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, Tecniche di fisiopatologia cardiocircolatoria e perfusione cardiovascolare, Tecniche di neurofisiopatologia, Terapia occupazionale e Tecniche ortopediche.

Inizio e fine: il calendario dei corsi

Di norma, i corsi del semestre aperto inizieranno il 1° settembre e si concluderanno entro il 30 novembre. Saranno le singole università a decidere le modalità di erogazione della didattica, nel pieno rispetto della loro autonomia.

Gli atenei, però, si dovranno impegnare ad adeguare tempestivamente i piani di studio per gli insegnamenti e, a partire dall'anno accademico successivo (il 2026/2027), anche i piani di studio dei corsi affini.