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Sintesi
Italiano: Giovanni Pascoli (simbolismo pascoliano);

Storia dell'arte: simboli massonici, Guernica (Pablo Picasso);

Matematica: Crittografia;

Geografia: America e USA;

Inglese: New York;

Storia: New Deal;

Economia Aziendale: finanziamenti.
Estratto del documento

primo uomo di fronte agli elementi del creato. La lirica di Pascoli assume quindi

tratti irrazionali e alogici: il poeta cerca nelle cose i particolari più impercettibili

e sensibili, le relazioni più sottili.

La poesia perde in tal modo ogni finalità morale e sociale e si affida totalmente

ala purezza della percezione sensoriale.

Nella poesia di Pascoli sono riconoscibili anche aspetti della cultura decadente,

tra cui:

Il ripiegamento su se stesso e l’attenzione all’interiorità;

 L’attrazione per l’ignoto;

 Il linguaggio suggestivo, ricco di significati simbolici.

Una volta venuto meno l’ordine razionale del mondo sostenuto dal Positivismo,

Pascoli reagì recuperando il valore etico della sofferenza. La sua ideologia ,

fortemente pessimistica e intrisa di un profondo umanitarismo, lo convinse ad

abbandonare la politica militare e ad aspirare alla concordia tra gli uomini e alla

solidarietà tra le classi sociali.

L’ideale nazionalistica prese forma nel pensiero di Pascoli dalla paura e

dall’angoscia che suscitavano in lui il capitalismo e l’inarrestabile sviluppo delle

città, che rappresentavano vere e proprie minacce per l’esistenza serena degli

uomini. Pascoli, era molto turbato, inoltre, dal fenomeno dell’emigrazione, per

cui molte famiglie erano costrette a disgregare il proprio “nido”.

Secondo Pascoli l’Italia doveva proteggere i suoi cittadini meno agiati

procurando loro terre e lavoro. Questo ricordiamolo era alla base del suo

discorso “La grande proletaria si è mossa”.

IL SIMBOLISMO PASCOLIANO

La figura simbolica centrale e più ricorrente nella poesia di Pascoli è quella del

nido, cui viene attribuito un profondo e ricco significato. Il nido allude al

microcosmo degli affetti domestici e quindi è sinonimo di casa, di amore, di

unione, di calore e di protezione. Il nido è il ritorno ad una condizione protetta e

inconsapevole, che è assicurata dai genitori: richiama dunque all’infanzia, di

cui la culla è figura dominante, perché meglio di ogni altra esprime il rapporto

madre figlio, con aspetti di regressione verso il grembo materno.

Al tema del nido si legano anche simboli di chiusura protettiva come quello

della siepe: con i suoi sinonimi (muri, cancelli, barriere), è espressione di ciò

che circonda e che difende la casa-nido. La siepe, inoltre, a livello personale,

serve a proteggere dalle minacce dell’esterno, simboleggiate, ad esempio,

dalla figura del ladro; a livello sociale la siepe allude alla mitizzazione del

mondo della campagna, inteso come mondo chiuso nei suoi ritmi e nella

ciclicità dei suoi lavori, da difendere e da proteggere rispetto alla minaccia del

mondo moderno.

Una funzione analoga ha l’immagine della nebbia, che fascia la casa ed il nido,

e cosi protegge dal mondo esterno e dalla morte.

Un altro simbolo importante è quello della strada che unisce la casa al

cimitero e sta a significare quella sorta di cordone ombelicale che mantiene un

collegamento fra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Molto vicino all’immagine della casa-nido è infatti il tema dei morti: la loro

presenza non è viva solo nel ricordo, ma è “reale” in certo modo nel presente,

perché i morti nella casa piangono, sussurrano, amano, toccano, parlano. I

morti, nella poesia di Pascoli, sussistono in una specie di limbo, di condizione

intermedia tra la vita e la morte, dove ritornano, soprattutto la sera, per

incontrare i vivi.

Al nido sono sempre contrapposte immagini di minaccia: il temporale, il lampo,

la notte, la bufera: e soprattutto il buio, simbolo assoluto di condizione di

oscurità in cui l’uomo si trova.

Si crea cosi una fondamentale opposizione, tipicamente pascoliana, fra interno

ed esterno: fra un interno caratterizzato da una serie di significati legati alla

protezione, alla quiete e alla pace, e un esterno dove domina invece un senso

di paura, di violenza e di minaccia.

Altri oggetti o fenomeni, nella poesia pascoliana, presentano una complessa

valenza simbolica, spesso dal duplice significato, per un verso positivo e per

l’altro negativo.

Le campane, ad esempio, indicano un’atmosfera di sogno o di evasione verso

l’infanzia, ma evocano anche la morte e quindi un senso vago di dolore ed

angoscia. Altro esempio possono essere gli uccelli: lontani dalla violenza, essi

sono simbolo soprattutto di leggerezza e di rapimento estatico; ma alcuni di

essi esprimono anche un senso di angoscia e richiamano ad una minaccia di

morte.

I fiori, non offrono sempre uno spettacolo sereno di bellezza. Il loro fascino è

spesso ambiguo e seduttivo: sono i simboli della solitudine e

dell’incomunicabilità, e insieme di una sessualità rimossa, che attrae ma anche

spaventa.

Tra gli altri simboli citati da Pascoli troviamo le costellazioni, che

simboleggiano il mistero della vita ed esprimono anche l’ansia dell’infinito o il

cielo, che si presenta, nella poesia di Pascoli, quasi come un’estensione

protettiva del nido a tutto l’universo.

Per spiegare in modo più approfondito l’utilizzo dei simboli nella poesia

pascoliana ho deciso di analizzare una sua poesia.

X AGOSTO

San Lorenzo, io lo so perché tanto

di stelle per l'aria tranquilla

arde e cade, perché sì gran pianto

nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:

l'uccisero: cadde tra spini:

ella aveva nel becco un insetto:

la cena de' suoi rondinini.

Ora è là come in croce, che tende

quel verme a quel cielo lontano;

e il suo nido è nell'ombra, che attende,

che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:

l'uccisero: disse: Perdono;

e restò negli aperti occhi un grido

portava due bambole in dono...

Ora là, nella casa romita,

lo aspettano, aspettano in vano:

egli immobile, attonito, addita

le bambole al cielo lontano

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi

sereni, infinito, immortale,

Oh! d'un pianto di stelle lo inondi

quest'atomo opaco del Male!

Il 10 agosto, giorno di San Lorenzo, per Pascoli è ima data dolorosa perché gli

ricorda la morte del padre.

In questa notte una strana pioggia cade dal cielo: una pioggia di stelle.

Il poeta, quasi rispondendo alla sorpresa di chi non sa spiegarsi il meraviglioso

fenomeno, afferma con sicurezza: «io lo so perché»; ma prima di rivelarlo

racconta un apologo, quella della rondine innocente rimasta uccisa e

l’assassinio di un uomo.

È evidente come Pascoli, in questa poesia, alluda all’assassinio del padre.

Il tema centrale della lirica è la malvagità umana di cui sono vittime, per

interesse o per un capriccio crudele, un uomo e una rondine. Queste due

creature innocenti diventano qui SIMBOLO dell’ingiustizia e del male che

regnano in questa nostra piccola terra.

La rondine ritornava al “tetto”, un “uomo” al suo “nido”: il poeta ha scambiato i

due termini per rendere più evidente la compenetrazione analogica fra la

tragedie della rondine e quella dell’uomo.

La rondine portava un insetto per i suoi rondinini, l’uomo due bambole per le

sue bambine; era un atto d’amore stroncato dalla malvagità umana.

Lenta è la cadenza in questa lirica, che assomiglia a un pianto sommesso,

disperato. Il verso «e restò negli aperti occhi un grido» è sonoro, un grido

straziante dell’anima.

Poi il tono si fa pacato sino all’ultima quartina: è un’invocazione del poeta al

cielo perché purifichi la Terra. Capitolo 2

LA MASSONERIA, TRA SIMBOLI E FILOSOFIA.

Come già detto prima, la Massoneria aveva un legame particolare con i

simboli.

Prima di poter spiegare quali sono i simboli utilizzati dalla Massoneria bisogna

Che cos'è un simbolo?

rispondere a questa domanda:

Trovare un significato concreto alla parola “SIMBOLO” risulta difficile poiché la

parola “simbolo” ha subito nel tempo forti oscillazioni di significato spesso

mescolata e confusa con altri termini (come allegoria, emblema o segno) che

vogliono dire tutt'altro.

In origine "simbolo" era un oggetto diviso in due, per esempio un vaso

spaccato in due.

Presso gli antichi greci i "simboli" erano dei segni di riconoscimento che

consentivano ai genitori di riconoscere a distanza di tempo i figli esposti. Per

analogia la parola è stata poi utilizzata per indicare i gettoni che conferivano il

diritto a percepire un salario, e quindi ogni forma di appartenenza.

Ho detto questo perché capire l'origine della parola aiuta a capirne il significato

profondo.

Il simbolo è qualcosa che separa e unifica insieme, rievocando l'idea di una

unità che è stata spezzata ma che può ricostituirsi. Nel simbolo è perciò

essenziale l'idea del "rinvio a" qualcosa d'altro da sé, dell'apertura verso a

qualcosa d'altro. Perciò il simbolo, nella sua dinamica più profonda, assume

sempre una dimensione e un significato religioso o, come nel caso della

Massoneria, un significato esoterico.

Un significato esoterico perché la Massoneria è una società esoterica, lo si

deduce dal fatto che, essendo una dottrina di carattere segreto, gli

insegnamenti sono riservati agli iniziati, ai quali è affidata la possibilità della

rivelazione della verità occulta, e cioè del significato nascosto.

Proviamo a capire, adesso, il significato dei singoli simboli massonici.

Squadra e compasso

Sono i simboli basilari della Massoneria, in quanto necessari

per elevare costruzioni stabili e regolari. Diventano quindi

per analogia i simboli dei delle virtù e delle conoscenze che

inducono alla perfezione dello spirito. In questa chiave si

può identificare nella Squadra la Morale e nel Compasso la

Spiritualità. In altri termini, la Squadra simboleggia la rettitudine ; il compasso,

invece, la Volontà, la Capacità, il Genio.

Filo a piombo e livella

Il filo a piombo è l'elemento dell'equilibrio interiore e suggerisce

l'idea dell'ascesa stabile, lineare, disegnando una linea verticale

idealmente infinita - in quanto conduce alla perfezione. Allude alla

ricerca del mistico ma anche all'elevazione indispensabili per una

costruzione che si innalzi per quanto possibile verso la dimensione

superiore.

La livella, strumento destinato alla designazione della

perpendicolarità, dell'orizzontale rispetto al verticale, significa la

capacità di costruirsi un sistema di riferimento, e perciò

l'arricchimento spirituale, mentre per altri versi simboleggia il comune destino

della Morte. Maglietto e Scalpello

Il Maglietto rappresenta la forza di volontà, la ferrea

determinazione ad agire per il bene, secondo quanto

dettato da Virtù e Coscienza; lo Scalpello rappresenta

l’Idea, cioè la capacità di distinguere le parti utili della

pietra, essenziali alla costruzione, da quelle inutili.

La combinazione della forza di volontà e della capacità di

discernimento produce il graduale perfezionamento dei

pezzi dell'opera.

Così, se il Maglietto esprime la volontà di agire, lo Scalpello simboleggia la

conoscenza di ciò che deve esser fatto, di contro a ciò che deve essere evitato

Pietra grezza e levigata

In senso generale, la metafora della pietra è legata alla sua assimilazione con il

massone stesso; il lavoro massonico di squadratura e di

levigatura della pietra grezza corrisponde al lavoro su sé

stesso che il massone compie per passare dallo stato

informe, incosciente e passivo del profano a quello formato,

regolato e creativo del libero muratore. Come la pietra

grezza è inadatta alla edificazione della cattedrale, perché

male si combina con le altre pietre e produce instabilità e

disarmonia, così la pietra cubica, regolare e levigata, si

assembla nella sua unicità con le altre ugualmente lavorate,

e contribuisce in tal modo all'edificazione del Tempio.

Questa correlazione implica, di conseguenza, che un

massone lavora al bene e al progresso della Patria e dell'Umanità prima di tutto

incessantemente migliorando sé stesso.

Il Regolo

Emblema della perfezione e dell'ordine che risultano

dall'azione giusta ed equilibrata, dai tempi remoti è lo

strumento della comparazione tra grandezze e della

armonia della proporzione. Citato nella Bibbia, era anche

lo strumento con cui l'egizio dio Ptah misurava il crescere

della acque del Nilo e significava la legge. Qualunque sia

la scala utilizzata, allude alla necessità di impostare

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