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-il pareggio del bilancio
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• Brigantaggio e questione meridionale
-Conflitto Chiesa – Stato
-militarizzazione del problema
-memoria storica
• Questione romana e Roma capitale
-impostazione cavouriana
-soluzione garibaldina
• La sinistra storica al governo
-Depreteris
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• L’Italia crispina
• L’unificazione della Germania
-Otto von Bismarck al governo
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-conseguenze economiche, culturali, politiche
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• Questione romana e Roma capitale
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-soluzione garibaldina
Quali problemi si trovò a fronteggiare la Destra storica appena salì al potere?
Le maggiori questioni erano le seguenti: dare allo Sato uniformità di leggi e amministrazioni locali; sanare il forte deficit del bilancio pubblico, figlio anche delle spese di guerra affrontate negli anni precedenti; sviluppare la produzione agricola e industriale, creando un vero mercato interno e costruendo infrastrutture necessarie; combattere l’analfabetismo ed infine colmare le differenze tra Nord e Sud
Qual era la forma di stato?
L’Italia nasce come monarchia costituzionale infatti in base allo Statuto Albertino il re era titolare del potere esecutivo che esercitava insieme al governo.
Chi poteva accedere al voto?
La democrazia italiana era una democrazia debole rispetto alle altre realtà europee, diretta sostanzialmente da una ristretta élites sociale. La legge elettorale del 1860 fissava la soglia per accedere al voto un censo elevato di almeno 40 lire di imposte dirette all’anno quindi era espressione del medesimo ceto sociale che poteva intraprendere una carica politica.
Chi si occupò della questione di risanamento delle casse statali? E in che modo?
Quintino Sella uno dei ministri delle Finanze definito anche il “Cavour delle finanze” definì il pareggio del bilancio una “questione d vita o di morte” per il nuovo stato. La sua strategia di risanamento seguì tre direttive principali: riduzione della spesa pubblica, aumento delle imposte e ricerca di nuove entrate. Le imposte cui fece ampio ricorso erano le imposte indirette che colpendo il consumo di generi di base (pane, tabacco, sale ecc) di fatto andavano a danneggiare i ceti popolari. Relativamente bassa era inoltre la quota di prelievo fiscale basata sulle imposte dirette cioè su tasse legate al reddito. Quintino Sella ideò la tassa sul macinato, come è nota comunemente l'imposta sulla macinazione del grano e dei cereali in generale, al fine di contribuire al risanamento delle finanze pubbliche.
Relazione di storia • La sinistra storica al governo
• La destra storica al governo -Depreteris
-problemi da affrontare -le riforme
-democrazia elitaria -trasformismo
-il pareggio del bilancio -colonialismo
- Tassa sul macinato • L’Italia crispina
• Brigantaggio e questione • L’unificazione della Germania
meridionale -Otto von Bismarck al governo
-problema dell’unificazione tedesca
-Conflitto Chiesa – Stato -Congresso di Berlino
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-memoria storica -proletariato
• Questione romana e Roma • Dal colonialismo all’imperialismo
capitale -missione civilizzatrice
-impostazione cavouriana -conseguenze economiche, culturali,
-soluzione garibaldina politiche
La destra storica al governo
Dal 1861 al 1876 l'Italia fu governata dalla Destra storica, così chiamata perché, come
la Sinistra di quel periodo, ebbe un ruolo storico nella formazione dell' Italia. La Destra
storica si ispira ai principi liberali mentre la sinistra storica ha come presupposto
fondante l’uguaglianza.
Quali problemi si trovò a fronteggiare la Destra storica appena salì al potere?
Le maggiori questioni erano le seguenti: dare allo Sato uniformità di leggi e amministrazioni locali;
sanare il forte deficit del bilancio pubblico, figlio anche delle spese di guerra affrontate negli anni
precedenti; sviluppare la produzione agricola e industriale, creando un vero mercato interno e
costruendo infrastrutture necessarie; combattere l’analfabetismo ed infine colmare le differenze tra
Nord e Sud
Qual era la forma di stato?
L’Italia nasce come monarchia costituzionale infatti in base allo Statuto Albertino il re era titolare
del potere esecutivo che esercitava insieme al governo.
Chi poteva accedere al voto?
La democrazia italiana era una democrazia debole rispetto alle altre realtà europee, diretta
sostanzialmente da una ristretta élites sociale. La legge elettorale del 1860 fissava la soglia per
accedere al voto un censo elevato di almeno 40 lire di imposte dirette all’anno quindi era
espressione del medesimo ceto sociale che poteva intraprendere una carica politica.
Chi si occupò della questione di risanamento delle casse statali? E in che modo?
Quintino Sella uno dei ministri delle Finanze definito anche il “Cavour delle finanze” definì il
pareggio del bilancio una “questione d vita o di morte” per il nuovo stato. La sua strategia di
risanamento seguì tre direttive principali: riduzione della spesa pubblica, aumento delle imposte e
ricerca di nuove entrate. Le imposte cui fece ampio ricorso erano le imposte indirette che colpendo
Brigantaggio e questione meridionale
Il distacco tra Nord e Sud si era già manifestato in forma gravissima sin dai primi giorni dell'Unità,
con un fenomeno che investì l'intero Meridione tra il 1861 ed il 1865: il brigantaggio. La situazione
si aggravò subito dopo la vendita all'asta dei beni demaniali ed ecclesiastici. I compratori
appartenevano prevalentemente alla nuova borghesia rurale che si stava rivelando ancora più
avara e tirannica dei vecchi padroni. L'aggravarsi delle condizioni dei contadini causò la ripresa dei
disordini che in pochi mesi assunsero le proporzioni di una vera e propria guerriglia.
Ma chi erano i briganti e per che cosa combattevano?
Il grosso delle bande era costituito da braccianti, cioè contadini salariati esasperati dalla miseria; accanto ad
essi lottarono anche ex garibaldini sbandati, ex soldati borbonici e numerose donne, audaci e spietate come gli
uomini.
All'inizio essi combatterono per due scopi l'uno in contrasto con l'altro:
1)ottenere la riforma agraria che Garibaldi non aveva concesso deludendo le loro speranze;
2) impedire la realizzazione dell'Unità d'Italia per far tornare i Borboni, cioè proprio quei re che avevano sempre
protetto i latifondi delle nobiltà e della Chiesa, negando ogni riforma.
I briganti, quindi, non furono "criminali comuni", come pensò la maggioranza degli italiani, ma un esercito
di ribelli che, all'infuori della violenza privata, non conoscevano altra forma di lotta.
Questa sfiducia in ogni forma di protesta e di lotta organizzata fu il nucleo della vera "Questione meridionale".
Come venne sconfitto il brigantaggio?
Il governo di destra scelse la via militare. La legge Pica prevedeva che i briganti fossero giudicati da tribunali
militari e passibili della condanna a morte. I due eserciti l’uno regolare l’altro costituito da numerose piccole
bande, si fronteggiarono dunque in una guerra civile che si concluse con la sconfitta del brigantaggio sul piano
militare.
Questione meridionale
Nel complesso di delineò sin dal 1861-1876 quella che fu chiamata “questione meridionale”, vale a dire il ritardo
di sviluppo economico, sociale e civile del Mezzogiorno e della Sicilia rispetto al resto del paese e il senso di
estraneità, a complicare le cose intervennero teorie esplicative a carattere positivista che sostenevano, senza
alcun fondamento scientifico, che vi fosse una differenza antropologica, in negativo, dei meridionali rispetto agli
italiani. Conflitto Chiesa-Stato
Il governo come reagisce a tale rottura?
Lo stato italiano non aveva alcuna intenzione di determinare una frattura completa con la
Chiesa essendo quella cattolica la confessione religiosa della stragrande maggioranza dei suoi
cittadini. Nel 1871 venne varata una legge detta Legge delle guarentigie (garanzie) volta a
regolare il rapporti tra Italia e Santa Sede. Lo stato italiano riconosce al pontefice le stesse
prerogative che riconosce al re e inoltre viene versata nelle casse della Chiesa una quantità
esorbitante di denaro.
In che modo reagì la Chiesa?
Nel 1874 Pio IX scrisse una lettera rivolta agli italiani nella quale è riportato il divieto da parte
dello Stato di finanziare la Chiesa. Inizia così il lungo conflitto tra Chiesa e Stato dal 1874 al
1929. Le leggi Siccardi erano delle leggi di separazione fra Stato e Chiesa del Regno di
Sardegna che abolirono i privilegi goduti fino ad allora dal clero cattolico, allineando la
legislazione piemontese a quella degli altri stati europei. ma il conflitto ha in realtà le sue
origine nella Rivoluzione Francese infatti nel 1866 venne emanata una legge per confiscare i
beni ecclesiastici su tutto il territorio italiano, di mo che alla Chiesa non rimanesse altro che il
potere spirituale.
Come si inserisce Leone XIII in questo sfondo?
pubblica un enciclica la “rerum novarum” nella quale la chiesa dialoga con il mondo intero ed
esprime un parere sulle ultime scoperte del mondo moderno. Nell’enciclica il papa si rivolge
agli stati liberali riportando che la chiesa non potrà mai accettare il primato dell’economia
sull’uomo Lavoro non può essere non ricompensato per la dimensione spirituale.
Questione romana e Roma capitale
Quali sono le strategie di Cavour ?
Cavour aveva indicato il principio “libera Chiesa in libero Stato” per risolvere la complessa
questione romana. L’Italia infatti non solo era nata senza comprendere territorialmente
Roma e Lazio, ancora sotto il controllo pontificio, ma non aveva avuto il riconoscimento da
parte di Pio IX che non intendeva rinunciare al potere temporale su Roma, considerando
l’esistenza di uno stato della Chiesa una garanzia per la libertà spirituale e religiosa dei
cattolici. “libera Chiesa in libero Stato” significava che lo Stato si impegnava a garantire la
libertà religiosa ma la Chiesa non doveva includersi negli affari pubblici ma limitarsi
all’ambito spirituale ed ecclesiastico.. Al momento della nascita del Regno d’Italia due
emissari di Cavour si erano recati a Roma per offrire a Pio IX protezione da parte del nuovo
Stato in cambio della rinuncia al potere temporale ma la proposta fu respinta.
Quale soluzione ideò Garibaldi?
Per Garibaldi non vi erano dubbi:si doveva ripetere l’azione di forza a base popolare con cui
era stato liberato il Sud. Garibaldi si imbracò per la Calabria con l’idea di risalire la penisola
fino a Roma. La sua azione venne bloccata da Vittorio Emanuele III. Il 29 Agosto 1862
sull’Aspromonte l’esercito italiano aprì il fuoco sui garibaldini che si arresero senza
combattere.
Cosa garantì l’annessione di Roma?
Napoleone III cadde prigioniero nel corso di una guerra franco-prussiana e l’Italia coglie il
momento per agire. In un primo momento si esplorò per via diplomatica affinchè Pio IX
accettasse la fine del potere temporale, garantendogli la completa indipendenza sul piano
spirituale ma di fronte al rifiuto del pontefice, l’esercito italiano varcò i confini dello Stato
Pontificio. Si ottenne in tal modo l’annessione di Roma
La Sinistra storica al governo
Dopo la caduta del governo di Destra chi passa al potere?
Depreteris tracciò le linee essenziali del programma di governo di sinistra moderata basato su tre
principali obiettivi: l’estensione del diritto di voto e dell’istruzione; la diminuzione delle imposte
indirette e in particolare della tassa sul macinato ed infine interventi statali per combattere lo
squilibrio tra Nord e Sud.
Quali riforme attuò il governo di Sinistra?
La riforma della scuola elementare fu realizzata con la legge Coppino (1877) che stabiliva
l’istruzione obbligatoria per i bambini dai sei ai nove anni e inoltre si accentuò il carattere laico
dell’istruzione. Una nuova legge elettorale dimezzò il censo necessario per godere del diritto di
voto e fece così aumentare la percentuale di persone aventi diritto. Anche l’impopolare tassa sul
macinato fu abolita nel 1884
Cosa si intende per trasformismo?
Depreteris invitò esplicitamente i deputati della Destra a “trasformarsi” per allearsi alla Sinistra
moderata. Nacque allora un termine “trasformismo” con un’accezione negativa in quanto
fenomeno causato dalla tendenza al compromesso, in nome di interessi personali o corporativi.
L’Italia si occupò in quel periodo delle espansioni territoriali?
Gli anni della Sinistra al governo videro anche l?Italia tentare di avviare una espansione territoriale
in Africa imitando l’imperialismo delle grandi potenze europee.
Chi si successe a Depretis?
Alla sua morte subentrò Francesco Crispi un ex mazziniano. Del suo governo ricordiamo il Codice
penale Zanardelli che abolì la pena di morte e riconobbe il diritto di sciopero. Inoltre per favorire lo
sviluppo industriale Crispi adottò una politica protezionistica che determinò una guerra
commerciale con la Francia e andò ad avvantaggiare le industrie del Nord e i latifondisti del Sud ma
essa finì nel complesso col danneggiare l’agricoltura meridionale che aveva bisogno di esportare