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Sintesi

I Severi


Morto Commodo, nel 192, si aprì una crisi politica: il senato tentò di ripristinare il principio dell’elezione con Elvio Pertinace che rimase al potere per 3 mesi, venne ucciso dai pretoriani dopo aver ridotto le spese militari, i quali poi “misero all’asta” il ruolo di imperatore, acquistato da Didio Giuliano, anche se in Pannonia era già stato eletto Lucio Settimo Severo come imperatore, si verificò poi la ribellione della Siria e della Britannia che causarono una guerra civile: Dido venne assassinato, Lucio si alleò con Clodio Albinio e sconfisse nel 194 Nigro e nel 197 eliminò anche Clodio.

Settimo Severo


Venne eletto imperatore nel 193 con la moglie Domna, governò incontrastato fino al 211. Egli segna il passaggio da “Principato” a “Dominato”, dove l’imperatore rinuncia ad ogni dipendenza dal senato e basa il suo potere sulla forza militare delle legioni.
Fu anche un ottimo politico:
‐ Politica interna: piena autocrazia, potere assoluto dell’imperatore
‐ Senato perse molti poteri e ruoli politici
‐ Gli alti gradi della burocrazia ed esercito affidati ai cavalieri
‐ Rafforzò il prestigio dei pretoriani, reclutabili fra tutti i soldati dell’impero

Sul piano militare si impegnò a difendere i confini, minaccia rappresentata dai Parti e Settimo nel 198 ne conquistò la capitale, Ctesifonte, crollò la dinastia degli Arsacidi e nacque quella degli Sasanidi, che nel 226 mise nuovamente a rischio il confine.
-Istituì una milizia stabile ai confini dell’impero, aumentò il numero di legioni, concede la cittadinanza a tutti i soldati e ne aumenta la paga.
-Istituì l’annona militare: ogni proprietario agricolo doveva dare parte del raccolto allo stato per le truppe, la quota era fissa e non variava in base a periodi di piena o carestia, ciò portò al rafforzamento dell’esercito ma anche ad una campagna sempre più povera.
-Per quanto riguarda la politica economica aumentò la pressione fiscale e coniò le monete con una minore percentuale di metallo prezioso, ciò diede inizio ad una grave inflazione. Questi provvedimenti accentuarono la crisi economica dell’impero, avendo provocato la stagnazioni delle iniziative commerciali e l’impoverimento di molte persone.
Durante la campagna in Britannia, con i figli Caracalla e Geta, Settimo morì, 211 d.C., prima di morire disse ai figli “non siate in disaccordo, arricchite i soldati, disprezzate chiunque altro”.

Caracalla


Alla morte del padre salì Caracalla, Marco Aurelio Antonino, il quale dovette reprimere i tentativi di insurrezione e riaffermare la propria autorità sul senato, egli eliminò anche il fratello Geta.
Il nome dell’imperatore è legato a l’Editto di Caracalla (212) che concesse la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell’impero. Lo scopo era di estendere a tutti i cittadini il pagamento dell’imposta di successione e delle tasse, venne diffusa in tutto l’impero la lingua e cultura di Roma, da inizio ad un periodo estremamente incerto
Caracalla è anche ricordato per la costruzione delle terme e le campagne vittoriose contro Alamanni e Parti, inoltre aumentò le paghe dei soldati. Egli morì nel 217 per via di una congiura guidata da Marco Opellio Macrino che so fece proclamare imperatore dall’esercito, ma venne assassinato non appena ridusse la paga dei soldati.

Elagabalo


A salire al potere fu il nipote di Caracalla, il quale tentò di introdurre un nuovo culto a Roma, il culto del dio Sole, ritenuto inaccettabile, Elagabalo fu trucidato nel 222 e a salire al potere fu il cugino Alessandro Severo
Alessandro Severo
Succube della madre Giulia Mamea, collaborò con il senato e proseguì nell’opera del diritto romano, con la collaborazione di Ulpiano. Fece comunque scelte simili a quelle dei precessori:
autoritarismo, pressione fiscale, difesa dei confini, concessioni militari. Dovette anche fronteggiare i parti che lo sconfissero nel 231 in Oriente, in Occidente, 234, riuscì a fronteggiare i Germani e nel 235 venne assassinato con la madre

Il periodo di anarchia militare, periodo di crisi


Anarchia: totale assenza del governo di uno stato

Dalla morte di Alessandro (235) fino a Diocleziano (285), 50 anni, si succedettero al potere almeno 20 imperatori legittimi, nominati dalle legioni in cambio di promesse, e venivano uccisi se questi non soddisfavano le promesse fatte ai soldati che avevano ottenuto uno strapotere.
Le cause della caduta a questo sistema furono:
‐ Minaccia dei barbari
‐ I Parti, con Artashir I e Shapur I, aspiravano a ricostruire l’antico impero persiano
‐ I Germani lungo il limes danubiano
‐ I pirati
Le continue lotte tra imperatori facevano si che nessuno fosse in grado di governare e difendere l’immenso territorio imperiale, che iniziò ad essere diviso:
• Impero delle Gallie-259/ 273
• Regno di Palmira 267/272
Questi erano diventati stati indipendenti da Roma, nacquero dall’esigenza delle regioni di difendere la propria romanità oltre che sintomo di tendenze autonomistiche e centrifughe.

In questo periodo notiamo anche una crisi economica, l’economia romana si basava sulle conquiste, ma dopo aver raggiunto la massima espansione le ricchezze vennero meno. Nel frattempo le spese per il mantenimento dell’esercito erano enormi, soprattutto per via dei poteri che avevano ottenuti i militari.
Venne aumentata la pressione fiscale e svalutata la moneta, tuttavia i benefici iniziali che portarono questi provvedimenti contribuivano all’impoverimento generale.
Oltre che al denaro a venir meno erano gli schiavi, ciò portò all’affidare i lotti dei proprietari terrieri a contadini semi-liberi che pagavano un affitto in natura. La differenza tra semi-liberi e schiavi divenne sempre più piccola, stessa cosa con il ruolo dell’artigiano, affidato ai liberti.
Vediamo quindi un processo di semplificazione, la società divisa in:
- Semi-liberi impoveriti, humiliores
- Una piccola elite di ricchissimi latifondisti, honestiores

In questo periodo notiamo anche una vera e propria crisi mentale e psicologica, una crisi spirituale, nell’impero si diffuse un timore per il futuro, non venne meno però il sentimento di superiorità dei Romani verso i barbari. A dare sicurezza alla gente sono i culti orientali a cui aderirono moltissime persone.
Un simbolo della crisi è l’imperatore che inaugurò il periodo di anarchia militare, Massimino il Trace (235 d.C.), era un gigante rozzo ignorante, convinto che l’imperatore dovesse solo guidare gli uomini in battaglia, in questo periodo troviamo anche spiragli di luce: l’imperatore Publio Licinio Gallieno (235-268) ricordato per due riforme:
- Stabilì una separazione tra carriera militare e amministrativa
- Introdusse innovazioni militari, potenziando cavalleria rispetto a fanteria

Un altro imperatore è Lucio Domizio Aureliano (270-275) che abbatté le province ribellate e abbandonò la Dacia, fortificando le cinte murarie che circondavano Roma, ad egli si attribuisce anche una riforma religiosa, introdusse il culto del dio del Sole ed ebbe successo.
Estratto del documento

I SEVERI

Morto Commodo, nel 192, si aprì una crisi politica: il senato tentò di

ripristinare il principio dell’elezione con Elvio Pertinace che rimase al

Introduzione

potere per 3 mesi, venne ucciso dai pretoriani dopo aver ridotto le spese

militari, i quali poi “misero all’asta” il ruolo di imperatore, acquistato da Didio

Giuliano, anche se in Pannonia era già stato eletto Lucio Settimo

Severo come imperatore, si verificò poi la ribellione della Siria e della

Britannia che causarono una guerra civile: Dido venne assassinato, Lucio si

alleò con Clodio Albinio e sconfisse nel 194 Nigro e nel 197 eliminò

anche Clodio.

Settimo Severo

Venne eletto imperatore nel 193 con la moglie Domna, governò incontrastato

fino al 211. Egli segna il passaggio da “ Principato ” a “

Dominato”, dove

l’imperatore rinuncia ad ogni dipendenza dal senato e basa il suo

potere sulla forza militare delle legioni.

Fu anche un ottimo politico:

‐ Politica interna: piena autocrazia, potere assoluto dell’imperatore

‐ Senato perse molti poteri e ruoli politici

‐ Gli alti gradi della burocrazia ed esercito affidati ai cavalieri

‐ Rafforzò il prestigio dei pretoriani, reclutabili fra tutti i soldati

dell’impero

-Sul piano militare si impegnò a difendere i confini, minaccia rappresentata

dai Parti e Settimo nel 198 ne conquistò la capitale, Ctesifonte, crollò la dinastia

Arsacidi Sasanidi,

degli e nacque quella degli che nel 226 mise nuovamente a

rischio il confine.

-Istituì una milizia stabile ai confini dell’impero, aumentò il numero di

legioni, concede la cittadinanza a tutti i soldati e ne aumenta la paga

-Istituì l’annona militare: ogni proprietario agricolo doveva dare parte del

raccolto allo stato per le truppe, la quota era fissa e non variava in base a

periodi di piena o carestia, ciò portò al rafforzamento dell’esercito ma anche ad

una campagna sempre più povera

-Per quanto riguarda la politica economica aumentò la pressione fiscale e

coniò le monete con una minore percentuale di metallo prezioso, ciò

diede inizio ad una grave inflazione. Questi provvedimenti accentuarono la crisi

economica dell’impero, avendo provocato la stagnazioni delle iniziative

commerciali e l’impoverimento di molte persone.

Durante la campagna in Britannia, con i figli Caracalla e Geta, Settimo morì,

211 d.C., prima di morire disse ai figli “non siate in disaccordo, arricchite i

soldati, disprezzate chiunque altro”

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