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Sintesi

Principato di Augusto - Riassunto dettagliato


Ottaviano voleva conquistare il potere in maniera graduale, sapeva che i cittadini romani avevano in odio monarchie e re, poiché volevano essere cittadini e non sudditi. Egli si presentò quindi come difensore delle tradizioni rifiutando la carica del dittatore (carica per emergenze, 6 mesi), decise di mantenere l’ordinamento repubblicano, accentrandolo nelle sue mani, e tutti i poteri dello Stato, annullando di fatto il principio della collegialità tra le varie cariche.

Egli non voleva essere considerato un sovrano, ma un principe, uomo politico più illustre, ossia il primo cittadino di Roma, deteneva il potere ma non governava da solo, da “principe” deriva poi principato. Ottaviano assunse poi la guida dello Stato. Trasformerà la repubblica in un principato autocratico.

Ottaviano diventa Augusto


Egli costruì il suo principato evitando di scontrarsi con il senato, assunse poi una serie di titoli:
∙ 31 a.C. Imperator, comandante supremo dell’esercito
∙ 28 a.C. Principe del senato, primo fra i senatori
∙ 28 a.C. diventò console
∙ 27 a.C. gli venne conferito dal senato il titolo di Augusto, degno di venerazione
∙ 23 a.C. Tribunicia potestas, poteri spettanti ai tribuni della plebe, ottenne il diritto di veto
∙ 23 a.C. Imperium proconsolare, prima per 5 anni, poi a vita, potere supremo militare- civile su tutte le provincie
∙ 12 a.C. Commendatio, responsabile approvvigionamenti, censore, pontefice massimo

Provincie senatorie e imperiali


Dopo aver consolidato il suo potere si dedicò alla riorganizzazione politica e amministrativa del territorio, le provincie furono divise in senatorie e imperiali:
Provincie senatorie: costituite dai territori di conquista più antichi, calmi e controllati da ex magistrati di nomina senatoria
Provincie imperiali: territori di conquista recente, esse necessitavano di un consistente esercito di occupazione, esse furono affidate a governatori nominati dal principe, i legati, che venivano scelti tra le file dei cavalieri
Per quanto riguarda l’Egitto, esso non fu nominato provincia, ma dominio personale del principe
Fisco ed erario:
Augusto impose che le entrate andassero al fisco, cassa separata posta direttamente sotto il suo controllo, anziché all’erario, tesoro pubblico, dove confluivano i più modesti introiti tributari delle province senatorie. Ai funzionari delle province fu anche assegnato un modesto stipendio per evitare la corruzione, infine fu creata una nuova categoria di esattori delle imposte, composta da funzionari statali. In seguito a questi provvedimenti le provincie imperiali si sentirono maggiormente tutelate e la loro romanizzazione fu fortemente favorita.


L’amministrazione di Roma e della penisola italica:
Augusto dovette riorganizzare l’amministrazione pubblica della capitale, egli non poteva governare da solo, per questo motivo si circondò di una cerchia influente di funzionari di nuovo tipo, i prefetti.
Esistevano vari tipo di prefetti:
- Prefetto urbano: amministrazione di Roma e garantiva l’ordine pubblico
- Prefetto dell’annona: approvvigionamento alimentare
- Prefetto dei vigili: polizia e di controllo incendi
- Prefetto del pretorio: comandante dei pretoriani, era un corpo militare scelto, era l’unico contingente armato di Roma e faceva da guardia personale del principe, essi avevano una paga tripla rispetto agli altri militari.
Infine augusto divise la penisola italica in 11 regioni, rimasero escluse Sicilia e Sardegna (province)

La tattica di Augusto


Augusto decentrò il potere affidando ai senatori cariche meno importanti e ai cavalieri cariche più importanti, i quali non avevano potere per sentirsi superiore ad Augusto. In questo modo non governava da solo, ma era comunque la forma ti potere maggiore presente a Roma.

La politica estera di Augusto


La politica estera fu orientata verso al consolidamento dei confini esistenti, tuttavia Augusto non rinunciò alla conquista di nuove terre:
- A Occidente sottomise le popolazioni montane del nord-Spagna
- In Africa ridusse ad uno Stato sottoposto la Mauritania
- Lungo il confine settentrionale sconfisse i Liguri e i Camuni
- Dopo le catene montuose sottomise le tribù in Rezia e nel Norico
- Conquistò le regioni della Pannonia, Ungheria, e della Mesia
I confini giunsero sulle rive del Danubio assieme al Reno, dove dopo quest’ultimo nel 9 d.C. Augusto segnò una sconfitta nelle terre dei Germani, dove le sue legioni vennero annientate a Teutoburgo.
A oriente proseguì la politica di sostegno ai regni locali fedeli a Roma, egli riuscì ad insegnare sovrani in Armenia, Tracia e Ponto. Con i parti Augusto sostituì l’arma della guerra con quella della diplomazia, nel 20 a.C. siglò un trattato di pace e vennero restituite le insegne militari prese a Crasso (53 a.C., Carre)


La società romana nell’età di Augusto


Tutte le limitate forme di opposizione vennero sempre represse con durezza da Augusto, egli poteva contare su un largo consenso popolare avendo stabilito pace e stabilità.

Il peso social-politico del ceto dei cavalieri si trasformò in una classe di potenti funzionari al servizio del principe, quasi uguale per il senato.
Augusto riuscì a far campare la plebe povera grazie a distribuzione del grano, mezzo efficace per contenere possibili forme di rivolta, Augusto difendeva le tradizioni della campagna e proprietà.
Egli varò un piano di grandi opere pubbliche, fu inoltre organizzato un efficiente sistema postale.

La riforma dell’esercito


Il potere di Augusto era concentrato sul consenso dell’esercito, che fu trasformato in una forza permanente che presentava un regolare stipendio, un premio alla congeda (appezzamento di terra) e una trattenuta periodica (per il pagamento di vestiario, armi ecc.).
Il reclutamento era volontario e aveva una durata di 20 anni, esso era utile per i ceti bassi poiché assicurava loro la sicurezza materiale e ai provinciali, i quali ottenevano la cittadinanza.

Le leggi sulla famiglia e la morale augustea


La propaganda augustea sosteneva che la crisi morale in cui Roma era caduta durante gli ultimi anni di repubblica fosse dipesa dall’abbandono delle antiche tradizioni, egli promulgò quindi una serie di leggi a difesa del matrimonio e della moralità pubblica e privata, i cittadini in età fertile furono obbligati a sposarsi e alle famiglie più numerosi vennero assegnati premi in denaro.
Una legge precise che l’adulterio non fosse più punito dal pater familias ma dallo stato con l’esilio e la confisca di metà del matrimonio, Augusto fece persino esiliare sua figlia.

Politica culturale


Numerosi intellettuali si fecero promotori della diffusione degli ideali augustei, Augusto voleva rinnovare lo Stato riaffermando i valori tipici romani del mos maiorum, opere di poeti come Virgilio, Orazio o Tito Livio esaltarono la superiorità romana sui popoli orientali, con le loro opere questi autori giustificarono culturalmente la supremazia romana.

Il circolo di Mecenate


Il circolo culturale più importante era quello che faceva riferimento a Gaio Mecenate, etrusco che riuscì a costruire una cerchia di poeti e scrittori disponibili ad appoggiare gli obbiettivi della politica augustea, gli intellettuali che diffusero presso l’opinione pubblica romana la convinzione che per Roma si fosse aperta una nuova epoca ricca e felice, un’età dell’oro.
Tuttavia non mancarono forme di dissenso poi represse da Augusto, un esempio fu Ovidio che venne esiliato per le sue opere di pessimo esempio per i giovani o perché si rifiutò di partecipare alla celebrazione pubblica del principe.
La Roma di mattoni diventa di marmo
“Ho trovato Roma in mattoni, la lascio in marmo” disse Augusto, egli fece costruire importanti monumenti che trasformarono il volto dei più importanti quartieri dell’Urbe, partendo dal Foro.
I suoi maggiori edifici furono:
- Il Pantheon: tempio dedicato a tutte le divinità romane
- L’Ara Pacis: altare eletto per decreto del senato nel Campo Marzio, dedicato alla pace augustea
Egli fece costruire la sua casa sul colle palatino, restaurò 82 templi religiosi e fece creare le prime biblioteche.


Differenze tra Cesare e Augusto


Entrambi avevano pari volontà di trasformare le istituzioni repubblicane:
Cesare: Si fece nominare dittatore, assumendo un potere assoluto. Aveva persone contro
Augusto: Formò pian piano una forma di monarchia assoluta, vigeva il rispetto del senato e nessuno gli era contro.
Quando Ottaviano diventò Augusto cambiò il suo aspetto
Estratto del documento

Augusto impose che le entrate andassero al fisco, cassa separata posta

direttamente sotto il suo controllo, anziché all’erario, tesoro pubblico, dove

confluivano i più modesti introiti tributari delle province senatorie. Ai funzionari

delle province fu anche assegnato un modesto stipendio per evitare la

corruzione, infine fu creata una nuova categoria di esattori delle imposte,

composta da funzionari statali. In seguito a questi provvedimenti le provincie

imperiali si sentirono maggiormente tutelate e la loro romanizzazione fu

fortemente favorita.

L’amministrazione di Roma e della penisola italica:

Augusto dovette riorganizzare l’amministrazione pubblica della capitale, egli

non poteva governare da solo, per questo motivo si circondò di una cerchia

La nascita della burocrazia

influente di funzionari di nuovo tipo, i prefetti.

statale:

Esistevano vari tipo di prefetti:

Prefetto urbano: amministrazione

Augusto

di Roma

creò

e garantiva

una efficiente

l’ordine pubblico

 burocrazia diretta da tecnici esperti, si

Prefetto dell’annona: approvvigionamento alimentare

 ridussero i poteri delle tradizionali

Prefetto dei vigili: polizia e di controllo incendi

 magistrature elettive repubblicane,

Prefetto del pretorio: comandante dei pretoriani, era un corpo militare

 inoltre la durata della carica consolare

scelto, era l’unico contingente armato di Roma e faceva da guardia

fu limitata a soli 3 mesi, perdendo

personale del principe, essi avevano una paga tripla rispetto agli altri

parte delle loro prerogative, lo stesso il

militari. senato che perdeva potere. Augusto

Infine augusto divise la penisola italica in 11 regioni, rimasero escluse

ottenne l’appoggio della

Sicilia e Sardegna (province) maggioranza della oligarchia

senatoria e dai cavalieri: i senatori

LA TATTICA DI AUGUSTO continuavano ad essere principali

Augusto decentrò il potere magistrati, i cavalieri erano riservati

affidando ai senatori

cariche meno importanti e ai

cavalieri cariche più importanti, i

quali non avevano potere per

sentirsi superiore ad Augusto. In

questo modo non governava da

solo, ma era comunque la forma

ti potere maggiore presente a

Roma

La politica estera di Augusto

La politica estera fu orientata verso al consolidamento dei confini esistenti,

tuttavia Augusto non rinunciò alla conquista di nuove terre:

A Occidente sottomise le popolazioni montane del nord-Spagna

 In Africa ridusse ad uno Stato sottoposto la Mauritania

 Lungo il confine settentrionale sconfisse i Liguri e i Camuni

 Dopo le catene montuose sottomise le tribù in Rezia e nel Norico

 Conquistò le regioni della Pannonia, Ungheria, e della Mesia

I confini giunsero sulle rive del Danubio assieme al Reno, dove dopo

quest’ultimo nel 9 d.C. Augusto segnò una sconfitta nelle terre dei

Germani, dove le sue legioni vennero annientate a Teutoburgo.

A oriente proseguì la politica di sostegno ai regni locali fedeli a Roma, egli

riuscì ad insegnare sovrani in Armenia, Tracia e Ponto. Con i parti

Augusto sostituì l’arma della guerra con quella della diplomazia, nel 20 a.C.

siglò un trattato di pace e vennero restituite le insegne militari prese a

Crasso (53 a.C., Carre)

La società romana nell’età di

Augusto

Tutte le limitate forme di opposizione vennero sempre represse con

durezza da Augusto, egli poteva contare su un largo consenso

popolare avendo stabilito pace e stabilità.

Il peso social-politico del ceto dei cavalieri si trasformò in una

classe di potenti funzionari al servizio del principe, quasi COSA FECE

uguale per il senato. AUGUSTO?

Augusto riuscì a far campare la plebe povera grazie a

distribuzione del grano, mezzo efficace per contenere possibili

forme di rivolta, Augusto difendeva le tradizioni della campagna

e proprietà.

Egli varò un piano di grandi opere pubbliche, fu inoltre

organizzato un efficiente sistema postale.

La riforma dell’esercito:

Il potere di Augusto era concentrato sul consenso dell’esercito, che fu

trasformato in una forza permanente che presentava un regolare stipendio,

un premio alla congeda (appezzamento di terra) e una trattenuta

periodica (per il pagamento di vestiario, armi ecc.).

Il reclutamento era volontario e aveva una durata di 20 anni, esso era utile

per i ceti bassi poiché assicurava loro la sicurezza materiale e ai provinciali,

i quali ottenevano la cittadinanza.

Le leggi sulla famiglia e la morale augustea:

La propaganda augustea sosteneva che la crisi morale in cui Roma era

caduta durante gli ultimi anni di repubblica fosse dipesa dall’abbandono

delle antiche tradizioni, egli promulgò quindi una serie di leggi a difesa del

matrimonio e della moralità pubblica e privata, i cittadini in età fertile

furono obbligati a sposarsi e alle famiglie più numerosi vennero assegnati

premi in denaro.

Una legge precise che l’adulterio non fosse più punito dal pater familias ma

dallo stato con l’esilio e la confisca di metà del matrimonio, Augusto

fece persino esiliare sua figlia.

Politica culturale:

Numerosi intellettuali si fecero promotori della diffusione degli ideali

augustei, Augusto voleva rinnovare lo Stato riaffermando i valori tipici romani

del mos maiorum, opere di poeti come Virgilio, Orazio o Tito Livio

esaltarono la superiorità romana sui popoli orientali, con le loro opere questi

autori giustificarono culturalmente la supremazia romana.

Il circolo di Mecenate

Il circolo culturale più importante era quello che faceva riferimento a Gaio

Mecenate, etrusco che riuscì a costruire una cerchia di poeti e scrittori

disponibili ad appoggiare gli obbiettivi della politica augustea, gli intellettuali

che diffusero presso l’opinione pubblica romana la convinzione che per

Roma si fosse aperta una nuova epoca ricca e felice, un’età dell’oro.

Tuttavia non mancarono forme di dissenso poi represse da Augusto, un

esempio fu Ovidio che venne esiliato per le sue opere di pessimo esempio per i

giovani o perché si rifiutò di partecipare alla celebrazione pubblica del principe.

La Roma di mattoni diventa di marmo

“Ho trovato Roma in mattoni, la lascio in marmo” disse Augusto, egli fece

costruire importanti monumenti che trasformarono il volto dei più

importanti quartieri dell’Urbe, partendo dal Foro.

I suoi maggiori edifici furono:

Il Pantheon: tempio dedicato a tutte le divinità romane

 L’Ara Pacis: altare eletto per decreto del senato nel Campo Marzio,

 dedicato alla pace augustea

Egli fece costruire la sua casa sul colle palatino, restaurò 82 templi religiosi e

fece creare le prime biblioteche.

Differenze tra Cesare e Augusto

Entrambi avevano pari volontà di trasformare le istituzioni

repubblicane:

Cesare: Si fece nominare dittatore, assumendo un potere assoluto.

Aveva persone contro

Augusto: Formò pian piano una forma di monarchia assoluta, vigeva il

rispetto del senato e nessuno gli era contro.

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