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Sintesi

La crisi delle polis


Dopo la guerra del Peloponneso la Grecia fu investita da una serie di avvenimenti che sconvolsero gli equilibri della civiltà ellenica. Atene precipitò in una grave crisi politico-economica. Sparta, nonostante uscì vincitrice dalla guerra, fu ugualmente indebolita.
Sparta aveva promesso libertà ed indipendenza alla Grecia, però instaurò lo stesso dei regimi oligarchici che spesso si reggevano solo grazie alla presenza di presidi militari spartani, inoltre gli spartani instaurarono delle guarnigioni comandate da Arnosti che si occupavano delle riscossioni dei tributi. Questa politica causò un grande malcontento generale che portò, anche, al distacco delle due grandi alleate di Sparta da Sparta stessa: Tebe e Corinto.

Nel IV secolo a.C. la Persia, confidando in un appoggio spartano, si sentì autorizzata nell’intervenire negli affari della Grecia pretendendo il controllo delle città elleniche della Ionia. Sparta cercò di approfittare dei conflitti dinastici scoppiati in Asia Minore dove Artaserse e Ciro si contendevano il trono. Ciro morì nella battaglia di Cunassa in Iraq (tutto ciò che sappiamo della battaglia di Cunassa è raccontato da Senofonte nelle anabasi) e Artaserse salì al comando finanziando una coalizione con Atene, Corinto e Tebe contro Sparta che vide quest’ultima sconfitta nella battaglia navale di Cnido nel 394. Le città ioniche scacciarono le guarnigioni spartane e tornarono con Atene.
Temendo di questo rafforzamento ateniese Persia si alleò con Sparta contro Atene e Tebe che vide queste ultime arrendersi nel 386 a.C. con la pace di Antalcida /pace del Gran re.
L’accordo sancì la supremazia persiana in Asia Minore ma garantì l’autonomia delle città greche anche se erano sotto l’egemonia spartana. L’acropoli di Tebe fu invasa senza motivo dagli spartani nel 382 a.C. che instaurarono un governo a loro favorevole.

La vera fragilità dell’esercito spartano si rivelò nel 378 a.C. quando Tebe scacciò gli spartani dalla città e riunì nella “lega Beotica” le principali città della Beozia. Sparta reagì e nel 371 a.C. le due armate si scontrarono a Leuttra, a vincere furono i tebani (strateghi: Epaminonda e Pelopida) che distrussero gli spartani con la loro falange tebana.

La falange tebana Integrava la fanteria con la cavalleria -> strategia poi utilizzata da Alessandro magno. Gli opliti erano disposti su 50 file in obliquo cosicché si concentrasse la massima forza d’urto nell’ala sinistra appoggiata dalla fanteria che prendeva il nemico alle spalle

Nel 364 i tebani attaccarono Tessaglia dove morì Pelopida, Tebe impose una egemonia per ben 10 anni, nel 362 Sparta ed Atene si allearono contro Tebe e dalla battaglia di Mantinea ne riuscì vincitrice Tebe che però perse anche Epaminonda. Nonostante Tebe ne fu vincitrice essa non fu più in grado di imporre una egemonia, tantomeno tutte le altre città della Grecia.

Le cause eco-sociali del declino della polis


Durante la guerra del Peloponneso ci iniziò un rapido declino: le campagne furono distrutte, pirati infestarono i mari, le strade diventarono insicure e nessuna delle città egemoni riuscì a stabilire una pace duratura. Fu così che la Grecia si consegnò ad una monarchia straniera.
La crisi delle polis, tuttavia non ebbe solo cause militari e politiche, poiché, a queste, si sommarono i numerosi problemi riguardanti conflitti sociali e crisi economiche. In questo periodo il divario tra ricchi e poveri crebbe ulteriormente (i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri) per le seguenti cause:
- La guerra favorì l’accumulo di poche grandi ricchezze e la crescita dei latifondi
- I prezzi dei beni alimentari aumentarono (inflazione: aumento generale dei prezzi)
- Le spese per la guerra resero povere le città, grave crisi delle finanze pubbliche
- Si diffuse enormemente il lavoro schiavile

Come ho detto prima, mentre i poveri soffrivano sempre di più la povertà, i ricchi vivevano sempre di più nel lusso, ciò causò anche uno scontro sociale all’interno delle polis dove i debitori chiedevano l’annullamento dei debiti mentre i ricchi favorivano regimi oligarchici e/o addirittura la tirannide.
Tutto ciò causò l’allontanamento di molti cittadini dalla vita politica che diventò un privilegio solo per alcune persone che presero il nome di “notabili”.

Una nuova potenza: il regno di Macedonia


Verso la metà del 4 secolo a.C. si affacciò all’orizzonte il regno di Macedonia.

Descrizione


La Macedonia era governata da una ristretta aristocrazia militare con a capo un re, rispetto al quale i nobili si definivano “eteri”, cioè compagni.
Per secoli gli abitanti di Macedonia erano pastori e allevatori di cavalli, affini ai Greci per religione, lingua ed origini, ma culturalmente assai arretrati.
Con il re Alessandro I (494-454 a.C.) la monarchia macedone creò uno Stato ben organizzato con un esercito militare ed una moneta propria, il re Archelao (414-399 a.C.) fondò una nuova capitale, Pella, edificata sul modello greco dove trovarono ospitalità artisti, poeti e filosofi, tra cui Euripide.

La falange macedone e il progetto di Filippo II


Nel 359 a.C. salì al trono Filippo II che, approfittando della debolezza greca, progettò di imporre la egemonia sul mondo ellenico per poi attaccare insieme alla Grecia l’impero persiano.
Filippo potenziò l’esercito fornendo delle lunghe lance, nacque così la famosa falange macedone.
Per la sua compattezza la falange macedone era quasi inattaccabile sia da assalti della cavalleria, sia da quelli della fanteria oplitica. Essa era formata da 16 file di uomini protetti da elmo e corazza e armati di una lancia lunga 5 metri (la sarissa). Ogni fila era composta da mille uomini perciò la falange era formata da un totale di 1600 uomini, i fanti delle prime file avanzavano con le lance avanti formando un muro impenetrabile (formazione ad istrice) mentre quelli dietro procedevano con le lance alzate ma pronte a coprire gli spazi vuoti. La falange era coperta ai lati dalla cavalleria.

Filippo II diede inizio ad una lunga serie di conquiste: a sud Tessaglia, a nord Tracia e poi iniziò ad estendere la propria influenza anche sulle città centrali e meridionali della Grecia.

Di fronte all’espansione di Filippo II, Atene si divise in 2 partiti:
- Partito filomacedone: guidato da Isocrate, esso sosteneva Filippo
- Partito antimacedone: guidato da Demostene, affermava che la Grecia non poteva sottomettersi ad un barbaro e convinse gli ateniesi a opporsi alla politica egemonica di Filippo.

Nel 340 a.C. Atene, Tebe ed altre polis si allearono contro Macedonia nella “lega antimacedone” che sfiderà poi nel 338 a.C. Macedonia nella pianura di Cheronea dalla quale l’invincibile falange macedone ne uscì vincitrice. Nel 337 a.C. con la pace di Corinto, Filippo proclamò la pace generale e diede vita ad una alleanza con le maggiori città elleniche, a capo della quale mise sé stesso. Dopo lunghi anni la Grecia era finalmente unificata anche se era caduta sotto il dominio di un Paese straniero: Macedonia.
Estratto del documento

Nel 364 i tebani attaccarono Tessaglia dove morì Pelopida, Tebe impose

una egemonia per ben 10 anni, nel 362 Sparta ed Atene si allearono

contro Tebe e dalla battaglia di Mantinea ne riuscì vincitrice Tebe che però

perse anche Epaminonda . Nonostante Tebe ne fu vincitrice essa non fu più

in grado di imporre una egemonia, tantomeno tutte le altre città della Grecia.

Le Cause eco-sociali del declino della polis : le campagne

Durante la guerra del Peloponneso ci iniziò un rapido declino

furono distrutte, pirati infestarono i mari, le strade diventarono insicure e

nessuna delle città egemoni riuscì a stabilire una pace duratura. Fu

così che la Grecia si consegnò ad una monarchia straniera.

La crisi delle polis, tuttavia non ebbe solo cause militari e politiche, poiché, a

queste, si sommarono i numerosi problemi riguardanti conflitti sociali e crisi

economiche. In questo periodo il divario tra ricchi e poveri crebbe ulteriormente

(i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri) per le seguenti cause:

La guerra favorì l’accumulo di poche grandi ricchezze e la

 crescita dei latifondi (inflazione: aumento

I prezzi dei beni alimentari aumentarono

 generale dei prezzi)

Le spese per la guerra resero povere le città, grave crisi delle

 finanze pubbliche

Si diffuse enormemente il lavoro schiavile

 mentre i poveri soffrivano sempre di più la povertà, i

Come ho detto prima,

ricchi vivevano sempre di più nel lusso, ciò causò anche uno scontro sociale

all’interno delle polis dove i debitori chiedevano l’annullamento dei debiti

mentre i ricchi favorivano regimi oligarchici e/o addirittura la tirannide.

Tutto ciò causò l’allontanamento di molti cittadini dalla vita politica che diventò

un privilegio solo per alcune persone che presero il nome di “notabili”

Una nuova potenza: il regno di Macedonia

Verso la metà del 4 secolo a.C. si affacciò all’orizzonte il regno di Macedonia.

DESCRIZIONE:

La Macedonia era governata da una ristretta aristocrazia militare con a

“eteri”

capo un re , rispetto al quale i nobili si definivano , cioè compagni.

Per secoli gli abitanti di Macedonia erano pastori e allevatori di cavalli, affini ai

Greci per religione, lingua ed origini, ma culturalmente assai arretrati.

Con il re Alessandro I (494-454 a.C.) la monarchia macedone creò uno Stato

ben organizzato con un esercito militare ed una moneta propria, il re

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