
Il poeta infatti scrisse questa poesia per ricordare la tragica scomparsa del padre, morto proprio in questo giorno del 1867. Trent'anni più tardi la prima pubblicazione della poesia che compariva nella rivista “Marzocco”. Successivamente fu poi inserita nella quarta edizione della raccolta “Myricae”: vediamo allora insieme il testo e significato di questo celebre componimento.
X Agosto: testo
San Lorenzo, Io lo so perché tantodi stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido
portava due bambole in dono…
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!
X Agosto: struttura e significato
Dal punto di vista metrico, la poesia del X Agosto si compone di sei strofe, ciascuna delle quali di quattro versi. I versi sono decasillabi e novenari, rispettivamente di 10 e 9 sillabe. La prima strofa del componimento annuncia un evento atteso che si consumerà la notte di San Lorenzo e si riallaccia alla strofa finale. Le strofe successive sono per lo più narrative, dove il poeta si lascia andare al racconto di due tragici eventi in cui uno è analogia dell'altro: la morte della rondine associata alla morte del padre. C'è poi una seconda analogia, le stelle cadenti accomunate alle lacrime di dolore: il pianto del cielo diventa il pianto dell'uomo
X Agosto: temi ed elementi autobiografici
Da qui gli elementi autobiografici nella poesia. L'uomo che rimanda la figura della rondine è infatti Ruggiero Pascoli, padre del poeta. L'uomo, fucilato il 10 agosto 1867, lasciò il poeta in giovane età: aveva solo 12 anni. Una vicenda riscontrabile nell'utilizzo del termine “nido” con cui il poeta era solito indicare la propria famiglia, la propria casa. Un nido distrutto precocemente dalla morte dei genitori e dei fratelli, che il poeta userà poi come temi principali nelle sue opere. Un altro tema ricorrente è quello del male universale: tutti gli esseri viventi soffrono.Da qui la visione pessimista del Pascoli, determinata dalle sue vicende personali. C'è poi la contrapposizione tra cielo e terra. Proprio quest'ultima è teatro del male, su cui il cielo riversa sopra le proprie lacrime. Tuttavia la pietà scaturita dalle due morti, quella della rondine e del padre, ci mostrano l'unica via che Pascoli insegue per fuggire al proprio pessimismo: la solidarietà e la pietà.