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viaggi d'istruzione fataliSi sarebbe diplomata tra pochi giorni, sostenendo l’esame di Maturità insieme ai suoi compagni di classe. Ma Denise Galatà quel sogno non potrà mai realizzarlo. La studentessa, 19enne originaria di Cinquefrondi - nel reggino - ha tragicamente perso la vita durante una gita scolastica sul fiume Lao. Quello che doveva essere un semplice pomeriggio di rafting si è trasformato ben presto in incubo per un’intera classe: Denise, sbalzata fuori dal gommone a causa della forte corrente, è caduta in acqua perdendo la vita.

Una tragedia che deve far riflettere, anche perché prima di questa ce ne sono state molte altre, che hanno visto proprio degli studenti perdere la vita durante uno dei momenti di massima felicità quale è il viaggio di istruzione. Il portale Skuola.net ha infatti messo in fila alcuni episodi analoghi - oltre dieci - accaduti negli ultimi anni. Segnalando come il tema della sicurezza durante le gite debba essere affrontato seriamente.

Tragedia sul fiume Lao

La visita guidata sul fiume Lao era ormai una consuetudine nella scuola di Denise, così nessuno della classe della ragazza - accompagnata dalla preside e da due docenti - era particolarmente preoccupato quando è iniziata l’escursione tra le rapide del fiume cosentino, lo scorso martedì. Ben presto però la situazione è precipitata. Prima la piena del fiume, causata dalle ingenti piogge di questi giorni, poi il violento scontro con un masso che ha fatto finire quattro ragazzi in acqua. Tra loro, anche Denise, la sola a non essere scampata al tragico destino. Il corpo senza vita della 19enne è stato ritrovato dopo oltre un giorno e, al momento, si indaga sulla causa della morte per capire se si sia trattato di una fatalità o se dietro ci sia qualche responsabilità.

Caduti nel vuoto

Un episodio, quello avvenuto in Calabria, che rievoca accaduti che non vorremmo mai riportare alla mente. Come il caso di Domenico Maurantonio, studente padovano, morto a Milano nel 2015 durante una visita guidata ai padiglioni di ‘Milano Expo’. Il giovane perse la vita precipitando dal balcone della sua camera di hotel. Sulla vicenda, nel 2020, si è espresso il Tribunale di Firenze che ha fatto cadere tutte le accuse nei confronti dei docenti accompagnatori, accusati dalla famiglia di non aver vigilato a dovere. Sempre nel 2015, un’altra studentessa, una ragazza greca in gita in Italia, perse la vita nello stesso modo di Domenico: cadendo nel vuoto dal balcone della sua stanza di albergo.

2014: l’annus horribilis delle gite

Lo stesso destino avverso è quello che aspettava Gabriele, lo studente che, in gita in crociera a Barcellona insieme alla classe nel 2014, ha perso la vita cadendo dal piano più alto della nave che ospitava il viaggio d’istruzione nella capitale della Catalogna. Secondo le ricostruzioni, Gabriele si era avvicinato di corsa alla balaustra e, forse perdendo l’equilibrio, era caduto nel vuoto. Sempre nello stesso anno, Isabella, 16 anni, moriva in gita a Taranto per un pericoloso selfie su una scogliera. Il 2014 vide consumarsi anche la morte di uno studente di Losanna, in gita a Roma, morto accoltellato mentre ‘giocava’ con i suoi amici con l’arma da taglio.

Si poteva forse evitare, invece, la morte di Andrea Quaini, 13enne scomparso in gita a Clisi, in provincia di Brescia: affetto da una patologia cardiaca grave, si accasciò al suolo dopo aver percorso quattro rampe di scale; a settembre 2022. Per il suo caso, il PM di Brescia chiese 8 mesi di reclusione per la docente accompagnatrice, a conoscenza dei problemi cardiaci di Andrea, e per questo accusata di negligenza: se il ragazzo avesse preso l’ascensore, ha sostenuto il giudice, le cose sarebbero potute andare in maniera diversa.

Drammi annunciati e tragedie inevitabili

Non si è trattato di un incidente, piuttosto di tragedia annunciata, l’episodio che ha visto coinvolta una studentessa romana di 19 anni una decina di anni fa. Maria Cristina, infatti, decise di togliersi la vita durante una gita a Londra, gettandosi dal sesto piano dell’albergo dove alloggiava. Tra queste giovani vittime, poi, c’è anche chi è andato incontro alla sfortuna, come le due studentesse che nel 2010 rimasero schiacciate sotto un muro di tufo, crollato inavvertitamente, sull’isola di Ventotene: avevano 13 e 14 anni.

Quando la bravata diventa sciagura

Fu invece la più classica delle bravata a costare la vita al giovane Andrea. Il fatto risale ormai a 20 anni fa: era il 2000 quando il ragazzo, che si trovava in gita in Puglia, col favore della notte decise di infilarsi nella stanza delle compagne di classe; al rientro nella sua camera però, per passare inosservato, pensò di passare dall'esterno, scavalcando il balcone che separava le due stanza; nel farlo, Andrea perse l’equilibrio precipitando per sei metri prima di cadere battendo mortalmente la testa.
Data pubblicazione 1 Giugno 2023, Ore 15:06 Data aggiornamento 1 Giugno 2023, Ore 15:07
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