
All’inizio dell’anno scolastico Eliza Munshi, studentessa transgender, era entusiasta: la sua scuola, in Virginia (USA), le aveva garantito che avrebbe potuto gareggiare nella squadra femminile di atletica, specializzandosi nel lancio del disco.
La studentessa aveva così iniziato ad allenarsi con le sue compagne, preparandosi a rappresentare l’istituto con passione e dedizione. Ma a febbraio qualcosa è cambiato.A causa di un provvedimento del nuovo presidente, Donald Trump, l’atleta in quanto transgender non ha potuto più far parte della squadra femminile.
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Il nuovo ordine esecutivo voluto da Donald Trump
Il presidente degli Stati Uniti, dopo pochi giorni dal suo insediamento, ha infatti firmato un ordine che cambia le regole per la comunità transgender, includendo nuove indicazioni sulla loro partecipazione alle competizioni sportive in scuole e college.
Una decisione che ha avuto ripercussioni immediate anche su Eliza. La Lega scolastica ha prima tentato di resistere a queste nuove regole, poi però ha fatto marcia indietro. Di conseguenza, Eliza è stata invitata a lasciare la squadra femminile.
“Non volevamo che le nostre scuole dovessero avere conflitti tra seguire la Lega e aderire all’ordine esecutivo”, ha spiegato il direttore della Lega al 'Washington Post'.
Una nuova squadra, lo stesso sogno
Nonostante la delusione, Eliza non ha rinunciato allo sport. Ha deciso ugualmente di continuare a gareggiare, ma nella squadra maschile della scuola. La scelta non è stata facile, eppure la giovane ha trovato supporto e accoglienza da parte dei compagni e dell’istituto. “A volte mi dimentico di essere transgender. Anche le persone intorno a me se ne dimenticano”, aveva raccontato l’anno prima.
Il dibattito: sport e identità di genere
L'ordine esecutivo di Trump affonda le sue radici dalla forte opposizione, da parte di alcuni fasce del suo elettorato, alla presenza di atlete transgender nei team femminili, paventando presunte differenze di prestazione legate alla loro biologia: per loro, essere nati maschi darebbe un vantaggio fisico competizioni sportive.
Tuttavia, anche in presenza di trattamenti ormonali o bloccanti della pubertà, non ci sono prove scientifiche che dimostrino questa tesi in modo univoco.
Come riporta sempre il ‘Washington post’, i numeri in questo caso parlano chiaro: il miglior lancio di Eliza non arriva ai 14 metri, mentre il record femminile scolastico è di 59 metri e quello maschile di ben 70. Dati, questi, che potrebbero mettere in discussione la logica di queste scelte sulle atlete transgender.