
Il Covid e il lockdown non hanno certo aiutato una generazione che fatica sempre di più ad entrare in contatto con il mondo che la circonda e che ricorre sempre più spesso a questi “supporti”. A testimoniare questo quadro allarmante sono sindacati studenteschi, farmacisti, medici, testimonianze social e addirittura i video in rete: così il quotidiano “La Repubblica” ha provato a mettere in fila tutti questi elementi, cercando di identificare la portata del fenomeno tra i giovani.
-
Leggi anche:
- Per diventare prof di matematica bisogna risolvere l'espressione: il singolare annuncio di lavoro della scuola
- I licei sono le scuole più “toste”? In realtà si boccia di più nei tecnici e nei professionali. L’ascensore sociale si è “inceppato”.
- Il Movimento 5 Stelle vuole dare 1 milione alle scuole per il digitale
Ansia, depressione e attacchi di panico: così gli studenti vivono la scuola
Nell'era dei social è sufficiente aprire quello più amato dagli studenti per avere qualche spunto di riflessione. Su TikTok circolano diversi video, in quello diventato più virale si vede una studentessa, seduta al proprio banco, assumere delle gocce di fiori di Bach prima di un'interrogazione. Per "calmarsi prima dell'interrogazione", si legge nella didascalia. Ma per indagare ancora più a fondo, “La Repubblica” ha riportato le storie personali di diversi studenti, emerse nell'ambito dell'indagine della Rete degli Studenti Medi “Chiedimi come sto”. Come quella di Marco che - ad appena 15 anni - assume quotidianamente benzodiazepine contro l'ansia e la "depressione maggiore" che vive a causa delle prestazioni scolastiche. Ha iniziato poco dopo il lockdown: "Ho provato varie terapie farmacologiche, tutte differenti tra loro. Ma poche, purtroppo, hanno portato a miglioramenti effettivi". E così alla fine Marco è stato costretto a iniziare con le benzodiazepine, sostanze per le quali ha "sviluppato una forte dipendenza fisica e mentale" e che "per la maggior parte del tempo" lo fanno sentire "solo "drogato" ha affermato il ragazzo.Poi c'è Rita, una studentessa maggiorenne dell'Albertelli di Roma: "Ho iniziato a prendere le gocce di fiori di Bach un anno e mezzo fa per l'ansia a scuola. Le prendo quattro volte al giorno. È un rimedio omeopatico - prosegue - ma comunque riesce a rilassarmi, ormai sono convinta che dal momento in cui le prendo mi tranquillizzo". L'indagine realizzata dalla Rete degli Studenti Medi segnala numeri preoccupanti: ”Il 60% degli intervistati ha dichiarato di avere un disagio mentale. Il 66% è demotivato e il 55% dice di non provare quasi mai allegria e serenità. La salute degli studenti e delle studentesse è in pericolo e il rischio che qualcuno possa assumere queste sostanze anche senza il parere di uno specialista è concreto, perché nulla o quasi è stato fatto per aiutare questi ragazzi" hanno spiegato le ragazze e i ragazzi del sindacato giovanile.