
Aneddoti, storie e avventure, spesso condite da un forte accento ironico. “Non sono uno scrittore professionista, peraltro insegno matematica”, dice il docente, intervistato da ‘OrizzonteScuola’. “Ho puntato molto sull’ironia, sulla semplicità di scrittura e sull’empatia nei confronti dei colleghi nella medesima situazione”. Un blog che, grazie alla condivisione della sua vita da emigrante, lo ha aiutato a stemperare i momenti di tristezza e di solitudine.
Alfredo Finocchiaro: tre anni lontano dalla famiglia
Prof itinerante, sì, ma al passato. Dopo il lungo periodo lontano da casa, infatti, ora è in assegnazione provvisoria in una scuola della sua provincia, in attesa del trasferimento nella sede di residenza. Tornato finalmente alla sua famiglia e alla sua terra, si gode la rilettura delle sue pagine, intenzionato a farle diventare un libro.Quando gli chiedono come è iniziata la sua avventura, Finocchiaro racconta di essere entrato in ruolo con la riforma della "Buona scuola", dopo diversi anni di precariato nelle scuole private. Sapeva dei rischi che correva andando via, ma ha comunque deciso di fare domanda, altrimenti avrebbe dovuto aspettare molti anni per il ruolo. “Avevo sperato di potere restare in provincia”, dice a ‘OrizzonteScuola’, “ma mi sono piazzato come secondo degli esclusi. Il primo lo hanno mandato a Reggio Calabria, io sono finito a Torino”.
Prof itinerante: un blog per esorcizzare la distanza da casa
E così è arrivata l’idea del blog: un impegno portato avanti quotidianamente per i primi 100 giorni, poi con cadenza meno regolare negli anni successivi. “Ho raccontato la mia storia a partire da sei giorni prima del 25 agosto di quell’anno, quando me ne andai”, dice Finocchiaro. “Ho riportato le varie vicende sia dal punto di vista familiare sia da quello sociale. Ho raccontato le emozioni legate alla prospettiva di allontanarmi dai miei cari, dai miei amici, dagli affetti. Ho raccontato tutte le esperienze vissute nella ricerca di un alloggio e nella gestione della mia vita fuori sede. Ho rivelato quello che ho provato nel lasciare moglie e figli a casa, i bambini avevano 7 e 11 anni. Nei tre anni in cui sono stato su in Piemonte ho preso 180 voli, ogni settimana a casa”.Ebbene sì, 180 voli in tre anni. Il prof itinerante racconta che comprava i biglietti ogni sei mesi per ammortizzare le spese. Doveva e voleva farlo, perché non ha mai pensato di lasciare i ragazzi senza di lui per molto tempo. “Tra i diversi episodi che racconto mi viene in mente sempre il fatto che una volta, tornato a casa dopo due settimane, il figlio piccolo ha esclamato: ‘abbiamo un ospite’. È stato devastante”.
Il docente parla poi della moglie, di come lo abbia supportato nelle sue scelte e del fatto che il peso maggiore di questa situazione sia ricaduto soprattutto sulle sue spalle: da sola ha dovuto svolgere i compiti di entrambi i genitori.
Prima due anni a Torino, poi l’assegnazione provvisoria a Subiaco, in provincia di Roma, comoda soprattutto per la vicinanza all’aeroporto di Fiumicino che gli permetteva di tornare più agevolmente a casa. Ora, dopo tre anni. Un periodo costellato di momenti difficili, in cui il blog ha giocato un ruolo importante.
“La realizzazione e il continuo aggiornamento del blog, dice Finocchiaro, mi hanno aiutato a sentirmi in compagnia e per via del confronto continuo s’è creata una piccola comunità di persone che mi seguivano e che interagivano tra di loro. Mi hanno contattato in tanti e s’è creato con altrettanti colleghi un bel rapporto di amicizia. Il blog era nato per far ridere. Poi con il tempo è diventato più intimo, tendevo sempre più a manifestare le emozioni personali in maniera più frequente”.
E quando gli chiedono se ha nostalgia del Nord, il prof risponde con la sua ironia: “Mi piacerebbe tornarci, solo da turista, per rivisitare i luoghi. Ma sono contento di essere tornato a casa”.