
Sono passate poche settimane dalla minaccia di tenere le scuole chiuse, causa mancanza di fondi, lanciata dalle Province. L’allarme è sempre in agguato, ma i toni si sono placati, ed ora arriva la proposta da parte della Provincia di Milano di accorciare la settimana scolastica con l’obiettivo di risparmiare fino a 2 milioni di euro. Un’alternativa chiaramente auspicabile rispetto alla drastica soluzione della chiusura. Nonostante questo i pareri sono molto discordanti e il panorama confuso.
LA FORMULA ANTI-CRISI - Niente soldi per il riscaldamento, la luce e la carta igienica? La risposta della Provincia è ridistribuire le ore di insegnamento nell’arco temporale abbreviato di cinque giorni a settimana. Una proposta, questa, dall’impronta europeista, finalizzata a racimolare i fondi necessari per tenere in vita gli istituti scolastici secondari. Molti i pro e i contro dell’ennesima formula anti-crisi, approvata da alcuni, e prontamente contestata da altri.
LE REAZIONI - La soluzione avanzata dalla Provincia di Milano è stata accolta con parere favorevole dall’Ufficio scolastico regionale. Approvazione piena anche dal provveditore, Francesco De Sanctis, che prospetta vantaggi utili per gli studenti, le famiglie e la didattica. Molti sono stati i commenti positivi da parte di insegnanti e dirigenti scolastici, e non solo. L’assessore all’Istruzione, ad esempio, ha fatto notare come la settimana corta sia già in vigore in diverse scuole elementari e medie. E alcuni parlano dell’esigenza di allinearsi, anche per quel che riguarda la scuola, al modello europeo. Insomma pare sia arrivata l’ora della scuola a tempo pieno anche nel nostro Paese. Non sono mancate, chiaramente, reazioni contrarie. Il Preside del Liceo Classico Berchet, grida alla “molestia didattica”, ponendo in evidenza anche alcune questioni d’obbligo, come l’assenza negli istituti superiori di mense. Assenza che costringerebbe centinaia di studenti a pranzare con panini o pizzette acquistate nei bar limitrofi, o a posticipare il pasto nel primo pomeriggio.
APPLICAZIONE DEL PIANO: CONDIZIONI E CONSEGUENZE - La proposta anti-crisi avanzata dalla Provincia di fatto non comporta una riduzione delle ore scolastiche, ma semplicemente una loro diversa distribuzione più concentrata. Ai giovani si prospetterebbe lo scenario favoloso dei week end lunghi, con il sabato di vacanza e la possibilità di riposarsi maggiormente e prepararsi anche meglio ad affrontare le interrogazioni e i compiti in classe previsti per la settimana successiva. Non mancano, però, i risvolti negativi. Infatti gli studenti dovrebbero vedersela con un orario scolastico condensato fatto di sei-sette ore di lezioni giornaliere, regola già valida in molte scuole del Paese. A predominare, in ogni caso, sono, anche in questa circostanza, le esigenze dettate da un’economia in crisi. La settimana scolastica abbreviata si presenta certamente una soluzione di gran lunga migliore e meno drastica della preannunciata chiusura di molte scuole. Ma per applicarla servono alcune condizioni fondamentali, tra cui quella di dotare gli edifici di tutte le infrastrutture utili a garantire un giusto funzionamento del potenziale nuovo sistema.
Margherita Paolini