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di Cristina Montini
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riduzione orario tecnici e professionali

La settimana scorsa la notizia che il Consiglio di Stato ha confermato, come deciso dal Tar del Lazio, l’illegittimità della riduzione degli orari delle classi intermedie degli istituti tecnici e professionali.

Già si pensava al ritorno al vecchio orario, ma poi il Miur afferma categorico: nessuna marcia indietro, la riduzione di orari resta. Ma cosa è successo? Vediamo insieme di capire i motivi di queste decisioni e se cambierà veramente l’orario dei tecnici e dei professionali.

RIDUZIONE ORARI, LEGITTIMA - Con la riforma delle superiori, entrata in vigore quest’anno solo per le prime classi, è stata nel contempo decisa una riduzione dell’orario settimanale anche per le classi intermedie (seconde, terze e quarte) degli istituti tecnici e professionali. I regolamenti che prevedevano tutto ciò sono stati sottoposti al parere del CNPI - Consiglio nazionale della pubblica istruzione (questa è la procedura richiesta per l’approvazione) che si è espresso favorevolmente, accettando quindi, la riduzione oraria di tecnici e professionali in modo da arrivare alle 32 ore settimanali complessive.

MANCA IL PARERE PER LE MATERIE DA RIDURRE - Tuttavia, a quel punto rimanevano da definire le materie il cui orario sarebbe stato ridotto (si era, fino ad allora, stabilito solo che le materie che avevano meno di tre ore non avrebbero subito alcuna riduzione). Così il Miur emana nel giugno 2010 i decreti che stabiliscono quali materie fossero soggette alla riduzione di orario. Il problema è che il Ministero non ha in questo caso chiesto il parere del CNPI, obbligatorio anche se non vincolante. Così, dopo il ricorso al Tar, il Miur ha formulato la richiesta di parere al CNPI e, contemporaneamente ha fatto appello al Consiglio di Stato per potere continuare l’applicazione dei decreti che prevedono la riduzione degli orari.

CONCLUSIONE - Tirando le somme, quindi, la riduzione delle ore di lezione nelle classi intermedie è legittima, pertanto in questo senso non ci sarò nessun cambiamento. Quello che invece dovrà essere rivista sarà la determinazione di quali materie (o meglio quali classi di concorso) subiranno questa riduzione di orario. E a lezioni già iniziate, con programmi già stabiliti, quello che proprio non ci vorrebbe, forse, sono nuove incertezze e nuovi cambiamenti.

SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO - Se, infatti, da una parte la rideterminazione degli orari potrebbe compensare il malcontento di studenti e professori per la diminuzione di alcune lezioni “importanti” come matematica o le materie tecniche di indirizzo, dall’altra, introdurre nuovi cambiamenti a lezioni già iniziate potrebbero creare solo una confusione maggiore influenzando negativamente il normale andamento della didattica. Intanto non rimane che aspettare il giudizio del Tar del Lazio che chiarisca come procedere.

Voi cosa ne pensate? Lasciate un commento.

Cristina Montini