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banchi a rotelle majoranaIn piena pandemia tra le questioni più dibattute dall'opinione pubblica in ambito scolastico rientrava anche quella legata agli ormai famosi "banchi a rotelle". Ovvero le sedute “mobili” fortemente volute dall'allora Ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, e pensate per agevolare la didattica in classe durante l'emergenza e assicurare il distanziamento tra gli studenti. Un esperimento considerato però fallimentare da molti.

Un po' perché questo tipo di banchi si è diffuso a macchia di leopardo nelle scuole italiane: in molte regioni, come Emilia Romagna e Marche, ne sono arrivati davvero pochi. E un po' perché molti di questi banchi sono stati presto rottamati, altri sono andati in beneficenza ad altri Paesi, altri ancora sono stati buttati a prendere polvere dentro i magazzini. Eppure i banchi a rotelle potrebbero essere una risorsa più che valida per innovare la didattica: come ci insegna Salvatore Giuliano, dirigente scolastico dell'Istituto “Majorana” di Brindisi.

Al “Majorana” di Brindisi i banchi a rotelle esistono da 10 anni

Il preside del “Majorana” è stato un vero pioniere in questo campo. E' lui stesso a rivelarci come queste sedute innovative abbiano fatto il loro ingresso nel suo istituto oltre 10 anni fa. ”Li vidi in un evento dedicato alla scuola, ne presi quattro. Cominciammo da allora ad avviare un ragionamento basato essenzialmente sulla formazione dei docenti, volta a cambiare la didattica introducendo momenti di cooperazione, di collaborazione e di creatività degli studenti”, ci dice Salvatore Giuliano, da quel momento in poi ha costantemente incrementato la dotazione.

banchi a rotelle

Lo scoppio della pandemia ha poi portato il Governo Conte a proporre i nuovi banchi alle scuole, che (sulla carta) aderirono in massa. Al "Majorana", però, si trattava già di normale routine: Poco prima della pandemia, abbiamo proceduto ad acquistarne degli altri. Ci fu poi data la possibilità di chiederli e li chiedemmo”, svela Giuliano che, ad oggi, conta nella sua scuola 1.350 sedute innovative, una per studente.

Investire nelle persone: la formazione deve precedere l'innovazione

Come anticipato, in molte scuole questi banchi non hanno servito la causa, rivelandosi spesso uno spreco di denaro. Come fa, invece, l'istituto pugliese a utilizzarli quotidianamente e in modo costruttivo? Il preside Giuliano non ha dubbi su come questo strumento vada integrato nella didattica: ”Ritengo che la seduta debba essere preceduta da un momento di riflessione. Al pari della tecnologia, questi sono solo degli strumenti: i protagonisti di un percorso di apprendimento restano docenti e alunni”. In sintesi: non si può ”innovare la scuola basandosi solo su uno strumento”. Qual è allora il punto centrale secondo Giuliano? Investire nelle persone: ”La differenza la fanno sempre le persone: qualunque strumento si voglia introdurre deve essere preceduto da adeguata attività di formazione.

banchi a rotelle

Il dirigente del “Majorana” ha così messo a punto un sistema che ha trovato il proprio equilibrio. E mentre gli altri istituti sono intenti a liberarsi dei banchi a rotelle, lui li ricicla per la propria scuola: ”Ho appreso da una notizia sul web che un'istituzione scolastica di Milano aveva circa 200 sedute innovative non utilizzate e che il dirigente scolastico aveva manifestato la volontà di cederle ad altre scuole. Ho contattato il collega, ho manifestato la volontà di ritirarli e nel giro di pochissimi giorni le sedie da Milano sono giunte a Brindisi.

Data pubblicazione 1 Giugno 2022, Ore 11:12
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