8 min lettura
scuola perché meritoStanno facendo molto discutere in queste ore le nuove denominazioni che il Governo Meloni ha assegnato a diversi Ministeri.

Tra queste, la scelta di ribattezzare il MI come “Ministero dell'Istruzione e del Merito” ha sollevato non pochi dubbi. Dal mondo dell'istruzione e della formazione arrivano numerose proteste da parte di chi crede che la decisione coincida con un ripensamento del metodo didattico a discapito degli studenti in difficoltà. Ma è davvero così? Cerchiamo di capire cosa si intende per merito e perché la decisione è stata così tanto discussa.

Perché Ministero dell'Istruzione e del Merito

Prima di tutto è bene sottolineare che al momento si può solo ipotizzare quale sia il senso dato al termine “merito”. Solo con i prossimi provvedimenti legislativi capiremo qual è la strada imboccata dall'esecutivo per quanto riguarda la scuola. Da sempre si tende a considerare il merito come il prodotto di “talento” e “impegno”. Tale accezione, in ambito scolastico, non può che riferirsi quindi agli studenti. In questo senso, una prima ipotesi potrebbe essere quella di considerare il merito in contrapposizione alle promozioni facili e ai voti assegnati con leggerezza. Quindi parlando di “merito” potremmo intendere una valutazione più rigida dei risultati degli studenti, che tenga conto della loro performance nelle singole verifiche. Ma, come anticipato, solo con le prime mosse del neonato Governo scopriremo davvero quale sarà il futuro prossimo della scuola. Cosa si intende per “merito”? Lo scopriremo con l'operato del neo Ministro Valditara.

Gli esperti contro la nuova denominazione: “Studenti valutati in base ai numeri”

Intanto, gli addetti ai lavori si schierano apertamente contro la nuova denominazione denunciando un ritorno al passato. Come Daniele Novara, noto pedagogista, che commenta così al “FattoQuotidiano.it”: ”Il merito non è un concetto pedagogico. Il concetto rischia di replicare la scuola gentiliana costruita nel 1923 e basata su un sistema piramidale con al vertice il liceo classico, la scuola dei figli di papà come si diceva una volta. Se la destra voleva aggiungere un aggettivo poteva mettere la scuola dell’apprendimento. Così invece fa solo polemica”. Dello stesso avviso anche Raffaele Mantegazza, pedagogista dell'Università Bicocca di Milano, che invita ad una riflessione: ”Come si misura il merito a scuola? Temo che possa venire premiato l’adeguarsi a un modello che viene dall’alto. La scuola non deve premiare perché non è uno di quei giochi a quiz con i quali questa destra è cresciuta. E’ aberrante l’idea che si possano premiare i migliori perché a scuola si cresce insieme ognuno con le proprie capacità” spiega il docente universitario.

Il rischio potrebbe essere quello di un ritorno ad un individualismo troppo marcato, come avverte Silvia Vegetti Finzi. L'accademica – pedagogista e psicologa – ne ha viste di tutti i colori nei suoi 84 anni di vita e ad oggi si dice piuttosto allarmata: ”Questa modifica della dicitura è una proiezione di una scuola individualista e competitiva dove il valore di una persona viene in misurato in base a numeri. Don Milani si ribalterà nella tomba perché proprio lui pensava ad una società alternativa, dove non ci fossero valori capitalistici. Tutto quello che è quantità va a discapito della scuola la fissa in base a parametri che sono il contrario di evoluzione, del trovare i talenti, le potenzialità”.

I presidi in attesa degli sviluppi

Chi si mostra decisamente più cauto sui primi giudizi sono i presidi. In particolare, Mario Rusconi non ha dubbi sul fatto che il merito dovrebbe ricoprire un ruolo di primo piano tra i banchi di scuola: “Personalmente avrei ritenuto opportuno aggiungere “educazione” nel senso di educazione al civismo oltre a “d’istruzione”, ma sul sottolineare che il concetto di merito debba avere ampio rilievo nel settore della scuola siamo perfettamente d’accordo” spiega il numero uno dell'ANP di Roma ad “Adkronos”.

Ma premiare lo studio degli alunni è pratica diffusa da secoli nel campo della scuola, ecco perché – commenta Rusconi – ”solo prendendo in considerazione alcuni ambiti fondamentali per la vita della scuola, come il merito delle capacità organizzative del Ministero stesso, delle direzioni generali centrali, degli uffici regionali, i potrà parlare di una vera considerazione del merito nella scuola”. La modifica del nome del Ministero ha incontrato il benestare di Antonello Giannelli, numero uno nazionale dei presidi, che si dice rinfrancato al “FattoQuotidiano.it”: ”Riteniamo particolarmente apprezzabile – dice – il riferimento al merito, tristemente trascurato nel nostro Paese, di cui siamo convinti sostenitori”.

Studenti in protesta: "Meritocrazia e la competitività sono tipiche del sistema capitalista"

Chi invece è già sul piede di guerra sono gli studenti, che denunciano l'esasperazione di un sistema già in atto. “Ancora incerto il significato che il nuovo governo vuole dare al ministero dell’istruzione con l’introduzione della parola “Merito” - dichiara Alice Beccari, dell’Unione degli Studenti. La meritocrazia e la competitività sono tipiche del sistema capitalista e neoliberista che ogni giorno entra a far sempre più parte delle nostre scuole. Nessuno parte dalla medesima condizione e situazione economica, familiare e sociale, anche per questo parlare di meritocrazia è parlare del nulla".

Un sistema - quello del merito - già radicato spiega UDS e in totale contrasto con i veri valori dell'educazione: "Assegnare una valutazione negativa, un debito formativo o bocciare uno studente è prima di tutto una sconfitta del sistema educativo non del singolo. Il sistema di valutazione odierno non è altro che una riproduzione di meccanismi della nostra società che fa della meritocrazia e della competitività i propri assi portanti. Vogliamo un sistema valutativo che superi la visione dell’errore come negativo ma cominci a considerarlo punto di partenza per il processo di apprendimento. Nel manifesto nazionale della scuola, che tutt’oggi continuiamo ad ampliare e discutere nelle nostre assemblee e dal basso portiamo la nostra proposta per un’autovalutazione integrata e narrativa.”

Data pubblicazione 24 Ottobre 2022, Ore 10:08 Data aggiornamento 24 Ottobre 2022, Ore 10:12
Skuola | TV
La Notte Prima degli Esami 2025 in streaming su Skuola.net!

Ospiti, intrattenimento e tutte le news sull'esame di Stato: l'appuntamento è sui nostri canali a partire dalle ore 20:00 del 17 giugno 2025!

Segui la diretta