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Sciopero venerdì 12 ottobre, studenti in protesta: ti spieghiamo perché articolo

Gli studenti scendono in piazza: tra le motivazioni della protesta, i provvedimenti inseriti dal governo nel DEF, documento che sarà alla base della legge di bilancio per il prossimo anno. Ecco i nodi principali.

Il taglio delle ore di alternanza scuola lavoro

L'Alternanza scuola lavoro si dimezza dal prossimo anno (2019/20). Non più, come voleva la Buona Scuola 200 ore per i licei, 400 per i tecnici e 400 per i professionali: la "quota minima" da ora in poi potrebbe corrispondere a 90 ore per gli studenti liceali, 150 per quelli degli istituti tecnici e 180 per i professionali.
Il motivo? Consentire più qualità e attenzione ai percorsi di alternanza, lasciando comunque autonomia agli istituti: "Ogni scuola potrà, autonomamente, aumentare il numero di ore che sarà indicato nella prossima Legge di bilancio e poi nelle Linee guida che stiamo costruendo" si legge nella bozza.
Ma in tanti hanno manifestato disaccordo. L'ex sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi, commenta: "Fare meno ore e soprattutto mettere meno risorse sull'Alternanza scuola lavoro vuol dire semplicemente farla peggio". Rete degli Studenti Medi, dichiara con un post su Facebook: "Il primo provvedimento che la Legge di bilancio dedica alla scuola è un taglio. Il “risparmio” ottenuto riducendo le ore di alternanza scuola lavoro è in realtà un vero è proprio taglio: quei soldi non sono stati reinvestiti in scuola, e il governo non ha dato nessuna garanzia che ciò accadrà". Fa eco Rete della Conoscenza: "Il Governo rinuncia ad una riforma completa dell’alternanza scuola lavoro, limitandosi invece a mettere delle toppe su un sistema che ha semplicemente dimostrato di fallire."

Scarsi finanziamenti alla scuola

"Nel DEF, il Governo non risponde alla grave carenza di finanziamenti dell’Istruzione e della Ricerca. Tra le priorità dell’esecutivo mancano ingenti investimenti nella conoscenza, indispensabili a rilanciare lo sviluppo economico del Paese e superare la crescente povertà" scrivono gli studenti di Rete della Conoscenza. "La scuola è pesantemente sottofinanziata, gli edifici scolastici sono pericolanti e mancano di fondi in ogni campo, ma si continua con la linea degli scorsi governi di scarso investimento sulla scuola nelle leggi di bilancio".
L'insieme delle misure previste dalla bozza della legge di bilancio per ora, prevede un taglio di finanziamenti al Miur pari a 100 milioni di euro.

No tax area

Sul fronte universitario, il Miur sta studiando un allargamento della "no tax area" ma, commenta l'associazione studentesca, "l’aumento degli studenti interessati dalla no-tax area è positivo ma solo se verranno garantite agli atenei le risorse necessarie ad evitare buchi nei bilanci".

Numero chiuso universitario

La legge di bilancio prevede anche una revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato. La ministra della Salute, Giulia Grillo, ha affermato che per Medicina si potrebbe passare al sistema alla francese (iscrizione libera il primo anno e selezione per l'accesso al secondo). Ma anche su questo gli studenti sono sul piede di guerra: "Non si parla di superamento - commenta Rete della Conoscenza - ma di revisione del sistema di accesso al numero programmato, contrariamente anche a quanto annunciato in passato. Superare il numero chiuso è necessario per aumentare il basso numero di laureati nel nostro Paese – solo il 27% contro il 44% della media OCSE tra i 25 e 34 anni – e permettere agli studenti di scegliere il proprio corso di studi. Ma chiaramente per far ciò si dovrebbe prevedere un piano di finanziamenti massiccio sull’FFO di cui invece non si fa alcuna menzione."

Studenti in piazza il 12 ottobre

Tra le motivazioni della protesta, anche le politiche sul lavoro e i finanziamenti per il diritto allo studio, nonché una didattica più al passo con i tempi, maggiore attenzione all'edilizia scolastica e pari opportunità per tutti gli studenti. "#Chihapaura di cambiare un Paese che lascia sempre studenti e giovani all’ultimo posto? Il Ministero dell’Istruzione, a quanto pare, ne ha parecchia. Noi il 12 Ottobre saremo in piazza a combattere questa paura, perché senza fondi in istruzione non c’è futuro!" scrivono i ragazzi di Rete degli Studenti.
"Il 12 Ottobre bloccheremo le città e agiteremo il paese: cambiare è davvero possibile, serve una scossa!" annuncia Rete della Conoscenza.
Questo l'appello di Unione degli Studenti: "Esigiamo reali finanziamenti sull’edilizia scolastica, la garanzia del diritto allo studio con forme di reddito di formazione che abbattano le barriere economiche e le disuguaglianze, l’approvazione del Codice Etico per impedire che gli Enti Privati lucrino sulla nostra formazione.
Migliaia di studenti e studentesse da Nord a Sud del Paese si stanno agitando: assemblee, flash mob, presidi nelle scuole verso la data di mobilitazione nazionale studentesca del 12 Ottobre: basta parole, è ora di cambiamento!
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Data pubblicazione 8 Ottobre 2018, Ore 15:56
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