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Manifestante per il voto ai fuori sede
Fonte foto: UDU e Rete degli Studenti Medi


Migliaia di studenti sono scesi in piazza lo scorso sabato 22 febbraio per protestare contro l’assenza di una legge sul voto fuori sede. L’Italia insieme a Malta - denunciano le associazioni studentesche -  è l’unico paese dell’Unione Europea a non garantire questo diritto, nonostante una proposta di legge sia ferma da oltre 20 mesi in Senato.

Secondo le associazioni studentesche Unione degli Universitari e Rete Studenti Medi la situazione è frutto di mancanza di volontà politica, anche in vista dei prossimi referendum. Il Ministro dell’Interno Piantedosi avrebbe dichiarato, in sede di question time, l’assenza di copertura legislativa sul voto fuori sede, ma i manifestanti contestano questa posizione, sottolineando inoltre i limiti della sperimentazione adottata per le scorse elezioni europee.

Indice

  1. Una legge bloccata da 20 mesi
  2. Il confronto con l’Europa
  3. I limiti della sperimentazione alle europee

Una legge bloccata da 20 mesi

La protesta nasce dalla consapevolezza che milioni di cittadini, tra studenti e lavoratori, sono costretti a tornare nel comune di residenza per esercitare il loro diritto di voto, con un evidente ostacolo alla partecipazione democratica. "Esiste una legge sul voto fuori sede bloccata da 20 mesi, incardinata nella commissione del Senato presieduta da Forza Italia. L'unica cosa che manca realmente è la volonta politica di garantire il diritto costituzionale a 5 milioni di italiani, casualmente in concomitanza dei referendum di questa primavera" dichiara Anna Tesi, delegata al voto fuori sede per l'Unione degli Universitari.

Il confronto con l’Europa

In tutta l’Unione Europea, solo l’Italia e Malta non hanno una legge sul voto fuori sede. Secondo Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi, "è inaccettabile oltre che ridicolo essere fanalino di coda anche in questa tematica, quando basterebbe guardare come funziona in tutti gli altri paesi per colmare questa lacuna gravissima. Vogliamo una legge per tutti i 5 milioni di cittadini fuori sede, studenti e lavoratori."

I limiti della sperimentazione alle europee

Il Ministro Piantedosi avrebbe anche fatto riferimento agli scarsi risultati della sperimentazione per le elezioni europee. Gli studenti, però, contestano questa posizione, affermando che il fallimento sia dovuto a una gestione inefficace. 

"Forse è il caso di capire cosa è andato storto", dichiarano gli studenti in un comunicato congiunto. "Se il Governo si ritiene realmente impegnato nel contrasto all'astensionismo, come dichiarato, è inaccettabile fare passi indietro, abbiano l'umiltà di sedersi ad un tavolo con le parti sociali e ascoltare tutte le criticità della scorsa sperimentazione".
 
"Il Governo ha il dovere di mettere in campo tutte le risorse possibili per favorire la partecipazione democratica dei cittadini, qualsiasi sia il numero di questi. La sperimentazione messa in piedi dal Ministero per le scorse europee faceva acqua da tutte le parti: ad essere considerati fuori sede erano soltanto gli studenti fuori regione, i tempi per fare richiesta erano molto ristretti e mancava uniformità tra i comuni nel rilascio dell'attestazione di ammissione al voto, sono molte infatti le testimonianze di studenti che non hanno mai ricevuto l'attestazione nonostante ne abbiano fatto richiesta" concludono gli studenti
 
Data pubblicazione 24 Febbraio 2025, Ore 11:01
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