
A volte le lezioni più importanti non si imparano sui libri, ma dalle parole di chi ha vissuto esperienze che segnano per sempre. Gino Cecchettin, padre di Giulia, ha voluto parlare direttamente agli studenti durante una trasmissione organizzata da ‘La Tecnica della Scuola’, un evento che ha visto la partecipazione di oltre mille classi collegate da tutta Italia.
Il suo messaggio non è stato solo un ricordo di sua figlia, ma un invito a vivere con autenticità, a imparare a gestire le difficoltà e a combattere la cultura della violenza di genere. Un discorso intenso, carico di significato, che ha toccato profondamente i giovani spettatori.
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Il valore del tempo e l'importanza dell'amore
"Da questa vicenda ho imparato che il tempo è prezioso, perché diamo tutto per scontato e viviamo con il pilota automatico". Così ha esordito Gino Cecchettin, padre di Giulia, vittima di femminicidio.
“Una lezione che ho imparato “, ha continuato il padre di Giulia, “è focalizzarci sulle cose importanti”. Ma non solo. Perché Gino Cecchettin, a fronte della tragedia, è riuscito a mantenere la razionalità, senza che l’odio gli offuscasse lo sguardo: “Sapevo che la rabbia e la vendetta mi avrebbero fatto del male e non mi avrebbero reso forte per i miei figli. Sapevo che la rabbia non mi avrebbe fatto andare avanti. Mi è venuta in soccorso Giulia, mi sono concentrato su una sua foto e mi è venuto un sorriso. Ho capito subito dov’era la strategia: cercare di focalizzarmi su qualcosa di bello, ho capito che l’amore è la soluzione a tutto, ho visto affievolirsi gli altri sentimenti, come il rancore, per evitare che un altro padre possa vivere il dolore che ho vissuto io”.
Parole potenti, che mostrano come anche di fronte a una tragedia si possa scegliere di non lasciarsi consumare dall'odio, ma di cercare una strada per trasformare il dolore in impegno e crescita.
Un messaggio agli studenti: cercate il dialogo e accettate le sfide
Il discorso di Cecchettin ha toccato anche il rapporto tra genitori e figli.
In particolare, ha invitato i giovani a non dare nulla per scontato e a non temere le difficoltà: “Da genitore dico che c’è bisogno di più dialogo tra genitori e figli. Quando non c’è, dovreste essere voi studenti a chiederlo. Non c’è tempo, non c’è coscienza”.
E ancora: “Da genitore posso consigliare di non dare tutto per scontato. Dovreste imparare a vivere dei 'no'. Se non sono i vostri genitori a farlo, perché spianano la strada a tutto, provate voi a cercare una sfida e uscire dalla comfort zone per capire che la vita non è solo una discesa. Parlate, parlate di più e cercate il dialogo”.
La lotta agli stereotipi e alla violenza di genere
L'intervento di Cecchettin ha poi toccato un punto centrale: la cultura patriarcale e gli stereotipi di genere, elementi che alimentano la violenza sulle donne.
Ed è a questo punto che ha condiviso una lezione importante, imparata dalla figlia Elena: “La cultura patriarcale fa continuare le violenze, si basa su comportamenti che giustificano le violenze. Esistono ancora stereotipi di genere, che vedono l’uomo aggressivo e dominante, mentre la donna deve dedicarsi a percorsi di studio, ad esempio, dedicati alla cura. Questo fa sì che la violenza continui”.
L’invito, in questo caso, esorta quindi a riflettere sulle radici della discriminazione e a lavorare per cambiare la mentalità fin dai banchi di scuola.
Il coraggio di essere sé stessi
Nel ricordare Giulia, Cecchettin ha voluto lasciare ancora un messaggio chiaro agli studenti: “Ha cercato le sue doti e i suoi valori e ha sempre fatto vedere quello che è, senza maschera. Questo è il modo con cui si dovrebbe vivere. Siate voi stessi come lo era Giulia e prima o poi troverete qualcuno che vi apprezzerà per quello che siete”.