
È proprio questo il caso di un liceo di Genova, dove alcune classi hanno dovuto rinunciare a partire per le spese troppo alte previste dal viaggio, destinazione Berlino.
-
Leggi anche:
- Alunno sospeso per 12 giorni per un'intervista in cui criticava la vita scolastica
- Prof si attacca la soluzione di seconda prova sulla schiena, Maturità a rischio a Roma
- Taranto, preside picchiato dai genitori di un'alunna: "Il degrado della scuola aumenta sempre di più, non ci sono freni inibitori"
Gita da 700 euro: gli studenti rinunciano
Le gite scolastiche, spesso, non sono per le tasche di tutti. Si tratta di una questione calda che ciclicamente torna a far parlare e discutere. A dimostrarlo c’è il caso della scuola genovese, fresco fresco di notizia. Qui, gli studenti di alcune classi hanno dovuto rinunciare a un viaggio di istruzione a causa del costo troppo alto. Ma di quanti soldi stiamo parlando? Stando a quanto riportato da ‘TgCom24’, il portafoglio di ogni famiglia si sarebbe alleggerito di ben 700 euro. Un prezzo effettivamente esoso, insostenibile.
Le proteste: “Non è pensabile che la scuola proponga iniziative non alla portata di tutte e tutti”
Il caso ha immediatamente attirato l’attenzione dei movimenti studenteschi di Rete degli Studenti Medi e Rete Ligure, che già da diverso tempo lottano per abbattere i costi troppo alti delle gite scolastiche. “Non vogliamo restare a guardare”, dice Francesco Devoti, segretario della Rete degli Studenti Medi della Liguria, come riportato da ‘SkyTg24’, “mentre davanti ai nostri occhi continua l’ingiusto fenomeno delle gite d’oro. È inaccettabile che si chieda alle famiglie di sborsare cifre così esose, specialmente se ciò accade nonostante esista, seppur non violata in senso formale, una delibera del Consiglio d’Istituto che fissa il tetto per le gite a seicento euro. Inoltre, la situazione verificatasi è un’ulteriore prova della visione intrinsecamente classista che si ha della scuola di oggi, disattenta alle classi meno abbienti e verso le esigenze di tutti e tutte”. E ancora: “Non possiamo continuare a chiamare pubblica una scuola che, anziché farsi promotrice della rimozione degli ostacoli che impediscono la piena uguaglianza sostanziale, acconsente al perorarsi dell’iniquità. Anche a fronte, nel caso di specie, delle delibere degli organi di partecipazione democratica dell’istituzione scolastica stessa, pienamente coscienti della situazione, in misura tale, appunto, da occuparsene a livello di consiglio d’istituto”. A conclusione, una domanda: “A che cosa serve avere un organo democratico se le sue scelte sostanziali non vengono messe in pratica?”.A intervenire, anche il sindacato studentesco: “Le gite scolastiche”, dice Cesare Barbano, responsabile organizzativo della Rete ligure, “sono un importante momento formativo per gli studenti e le studentesse, che non può essere subordinato al reddito di ciascuno e ciascuna”. Aggiunge Barbano: “Devono, al contrario, essere occasione di apprendimento per tutti e tutte, senza esclusione. Non è pensabile che sia proprio la scuola a proporre iniziative chiaramente non alla portata di tutte e tutti, e che solo chi ha di più possa prendere parte a queste stesse iniziative. Le istituzioni debbono farsi carico di questa situazione, prevedendo strumenti che permettano di rendere le gite scolastiche realmente inclusive e nelle disponibilità di tutti gli studenti e tutte le studentesse. Perché le gite scolastiche fanno parte della formazione scolastica, ed essa deve essere, anche in questi casi, un diritto di tutte e tutti, come riconosce la nostra Costituzione, e non un privilegio di pochi e poche”.