Maria_Zanghi
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7 min lettura
Educazione sentimentale a scuola

Insegnare alle nuove generazione l'educazione e il rispetto verso l'altro è un monito che genitori e insegnanti devono tenere a mente per contrastare l'ondata di violenza che ogni giorno riscontriamo nei comportamenti di gran parte della popolazione. La famiglia è l'istituzione primaria da cui apprendiamo cultura e modi di vivere e stare al mondo, ma è la scuola a dover preparare i giovani e formarli anche dal punto di vista emotivo.

Questo è il punto di vista di una mamma, Sara Paoloni, vicepresidente del Consiglio di Istituto di una scuola di Roma che a Skuola.net esprime la volontà di introdurre una nuova materia nelle scuole italiane: l'Educazione Sentimentale. Il contesto scolastico porta i ragazzi a scoprire il proprio Io e a conoscere persone "diverse" da se stessi. Se fossimo più orientati a far comprendere la necessità e l'importanza della diversità sin dalle scuole, probabilmente - afferma Sara Paoloni - eviteremmo di dover ascoltare quotidianamente notizie di cronaca che riguardano violenze di genere, soprusi, tutte azioni provenienti da una cattiva e malsana educazione al rispetto verso l'altro.

Di seguito riportiamo la lettera aperta della mamma che auspica una concreta svolta che possa partire direttamente dall'istituzione scolastica. Una didattica più aperta e inclusiva che prepari le Donne e gli Uomini del domani.

Educazione sentimentale nelle scuole per evitare le violenze: la proposta di una mamma

"Essere madre di un figlio maschio è una grande responsabilità. Da sempre, ma in particolare in questo tempo. Un’epoca nella quale, oltre al background del passato, pieno zeppo di cliché secondo cui l’uomo, quello con la presunta U maiuscola, non dovrebbe mostrare emozioni che non siano quelle associate all’idea di dominio, potenza o rabbia, finiamo per essere circondati da stereotipi, al limite della sociopatia, distorti spesso dai social, e quindi molto lontani dalla realtà.

Nondimeno lo è essere madre di una figlia femmina, ma qui più che una responsabilità (quasi scontato) è una grande avventura. Perché è una sfida, contro i propri schemi mentali, i propri tabù, la propria voglia di rivalsa o di emulazione, spesso inconsapevole.

In entrambi i casi, bisognerebbe trovare una giusta alchimia per far crescere i propri figli, consapevoli delle proprie emozioni in modo da saperle interpretare, gestire e, soprattutto, vivere. Occorrerebbe educarli all’empatia, ma in primo luogo verso loro stessi. Troppo spesso si leggono fatti di cronaca, che riflettono anche la mancanza di un percorso di questo tipo. Che, a mio avviso, andrebbe iniziato sin da ragazzini. E perché, mi domando, non condividere questo “lavoro” con la scuola?!

Nelle aule “limitarsi” ad insegnare matematica, italiano, storia, può non essere sufficiente a consentire ai nostri figli di sviluppare un senso critico che gli fornisca tutti gli strumenti necessari per poter comprendere cosa stia succedendo dentro di loro.

Sarebbe quindi a mio parere più che opportuno trattare certi argomenti anche con l’aiuto di professionisti e non solo, a volte, da improvvisati genitori/psicologi, inserendo tra le “materie” scolastiche quella dell'Educazione Sentimentale. Sin dalle scuole medie, se non addirittura dalle elementari. Bisognerebbe seguirli nell’ambito scolastico in un percorso di apertura e conoscenza del proprio io, volto ad aiutarli e aiutarci a formarli dal punto di vista emotivo.

A scuola loro vivono le prime emozioni meno note; la scuola a quell’età è il loro specchio della realtà, la loro vita, che si, sicuramente, va a braccetto con la famiglia, ma in quell’ambiente sperimentano loro stessi nel rapporto con gli altri. Iniziano a conoscersi ed a conoscere “i loro simili” (e non solo) realizzando nel concreto che sono circondati da persone diverse tra loro. Ed è proprio questa “diversità”, che va accettata, ma soprattutto apprezzata! È fondamentale la diversità, aiuta a crescere. Ed andrebbe spiegato come si deve a questi ragazzi quanto è necessario rispettare l‘esclusività di ogni persona!

Tutto questo andrebbe trattato a “caldo” sul “campo” e non, come di frequente capita, esclusivamente da noi genitori, che, probabilmente, a nostra volta abbiamo il nostro bagaglio di educazione sentimentale “homemade”.

Sono "materie" che andrebbero trattate da profili che non siano di parte e che non siano influenzati da paure, protezioni pregiudizi o qualsiasi altra cosa che abbia condizionamenti dovuti al proprio vissuto. E soprattutto da persone che non siano in contrasto con loro, perché, parliamoci chiaro, arriva per tutti quel momento…il fatidico giorno in cui noi, genitori, siamo quasi visti come il "Nemico".

Viviamo in una società, dove si ostenta amore e odio come se fossero dei sentimenti da regalare al primo che passa. Dove la sensibilità è vista quasi come un accollo e si vive troppo di frequente temendo di accollarsi o, forse peggio, essere accollati.
Personalmente, non ho affatto certezza di affermare che se si introducesse l’Educazione Sentimentale nelle scuole terminerebbero femminicidi o atti di razzismo e discriminazione. Penso però che potrebbe aiutare ad affrontare tutto ciò che li aspetta sapendo di non essere soli e che i ragazzi avrebbero un aiuto e un altro punto di vista.
Per questo mi permetto di sostenere: quale miglior “ring” della scuola per allenarsi al meglio ed imparare a combattere i propri limiti?!

Perché conoscere le proprie emozioni e saperle vivere a volte è una battaglia con noi stessi, che molti adulti non hanno mai vinto e, probabilmente, mai vinceranno.
Diamo ai nostri ragazzi gli strumenti per vincerla questa battaglia….per diventare Uomini e Donne, con le “mitiche” iniziali maiuscole!"

Data pubblicazione 10 Dicembre 2021, Ore 9:39 Data aggiornamento 10 Dicembre 2021, Ore 10:22
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