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Sposa mette l'anello allo sposo

Alla fine il momento è arrivato. L’autista l’ha prelevata dal suo appartamento nel centro storico di Martina Franca, provincia di Taranto, e a bordo di una vettura dai vetri oscurati l’ha condotta davanti alla chiesa addobbata per l’occasione.

La “sposa” è scesa dalla macchina vestita di bianco, in mano un bouquet. Ad accoglierla il parroco, che le offre un bicchier d’acqua: Ma cos’hai combinato, figlia mia?.

Dello “sposo” nessuna traccia. Anche la chiesa, nonostante gli addobbi, era chiusa. Quella raccontata da ‘La Repubblica’ è una storia inverosimile, che a una prima occhiata sembrerebbe uscire da un romanzo di Gabriel García Márquez. Eppure si tratta di una storia reale, che vede come protagonista una docente. Anzi, due docenti.

La docente che voleva sposarsi con il collega, ma lui non lo sapeva

“Va bene. Se non mi posso sposare, torno a casa e me ne vado al mare. Queste le parole che la docente 40enne ha rivolto al parroco una volta giunta in chiesa. 

Una reazione molto sotto le righe, che poco si addice a una sposa cui è appena stata data buca all’altare. Peccato però che quello che avrebbe dovuto essere lo sposo, un 50enne che insegna nella stessa scuola, abbia un’altra relazione

Ma non solo, la vicenda è ben più complicata e surreale di così: quando si mettono in contatto con lui, l’uomo fa sapere di essere semplicemente ignaro di tutto. Dopodiché non si espone oltre: “Prima di intervenire su questa faccenda devo confrontarmi con il mio avvocato”, afferma, come riporta ‘La Repubblica’.

Non era la prima volta

E questa, oltretutto, non sarebbe la prima volta. Già ad ottobre la docente si era convinta di convolare a nozze con il collega, sempre ignaro di tutto. In quel caso, però, la prof si era limitata a diffondere la voce nell’istituto e a preparare le partecipazioni. A scuola si pensava a un momento di stress, o magari a una relazione clandestina finita male. La soluzione è stata quella di mettere la prof in ferie per un po’, giusto il tempo di riposarsi e riprendersi. Ma così non è stato.

La docente non si è arresa. È tornata alla carica a marzo, presentandosi dal parroco per fissare la data delle nozze al 10 luglio. Si spinge oltre: prenota dal fioraio, il quale però ha la premura di avvisare il prete, giusto per sicurezza: C’è questo matrimonio fissato ma a quanto ci risulta i due non sono neanche fidanzati”.

Da qui i sospetti del parroco, che raggiunge telefonicamente la donna: prima le chiede se ha i documenti necessari, e lei risponde di sì. Poi le fa una domanda a trabocchetto: “Avete fatto il corso prematrimoniale del giovedì?”. “Sì”, risponde ancora una volta lei, non sapendo però che il corso si tiene di mercoledì. 

Per andare ancora più a fondo sulla questione il sacerdote la invita a recarsi in chiesa insieme al compagno per portare i documenti. Ma all’appuntamento si presenta da sola, con una scusa: Non possiamo farci vedere insieme prima del matrimonio.

Ormai è chiaro che sta mentendo. Il prete decide di farle firmare un un foglio in cui dichiara di annullare la data del matrimonio

Il parroco: “Ma cos’hai combinato, figlia mia?”

Anche se sulla carta la questione sembrava risolta, la docente non vede e non sente ragioni. Continua quindi con i preparativi: prenota la sala di ricevimento con un anticipo di ben 6mila euro. Ancora 1.300 euro per il fioraio. E poi le bomboniere. Ai suoi padroni di casa, dice che presto andrà a vivere con il suo futuro marito. E così arriviamo alla data tanto attesa, quella del 10 luglio. E alla frase del parroco: Ma cos’hai combinato, figlia mia?”. 

Il sindaco ha affidato il caso ai servizi sociali. Ora si teme per la salute della professoressa che, oltre alla denuncia dello sposo inconsapevole, rischierebbe anche il posto di lavoro.

 

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