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scuolaSono ormai anni che in Italia si registra un trend negativo per quanto riguarda le nascite; i nati nel 2021 sono stati appena 399.431, afferma Istat, in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2020 e quasi del 31% a confronto col 2008, anno di massimo relativo più recente delle nascite.


E dunque, questa diminuzione alla quale stiamo assistendo da più di 10 anni, si sta infine riversando sulle classi scolastiche diminuendo i ragazzi nelle scuole; la stima del Ministero dell’Istruzione per settembre è di 123mila unità in meno, la cui conseguenza sarà un taglio ai fondi.

Sempre meno studenti in Italia: e i fondi per l’Istruzione sono a rischio

Da quanto riporta Repubblica, il totale dei ragazzi in età scolare passerà dagli attuali 7milioni e 407mila a 7milioni e 284mila. Secondo l'Istat presto si scenderà sotto i 7 milioni di studenti.

Ovviamente una riduzione annunciata delle unità scolastiche potrebbe quindi portare a un nuovo taglio dei fondi dedicati all’Istruzione; e infatti, anche se per il prossimo anno il Ministero dell’Istruzione ha garantito lo stesso organico del personale docente e Ata dell’anno in corso, questo potrebbe non essere garantito ancora a lungo.

Lo scopo del MI nei prossimi mesi è quello di cercare di smembrare le classi pollaio e di garantire personale aggiuntivo alle scuole per fronteggiare la pandemia da Coronavirus ancora in atto. Ma dato che nei prossimi anni il calo degli studenti sembra non possa arrestarsi, si prevedono già tagli alle cattedre, e, con la riforma delle pensioni incombente, le possibilità si ridurranno per tutti: supplenti e docenti di ruolo.

Istat: previsti 726mila studenti in meno nei prossimi 5 anni

Il calo, come già accennato, porterà le scuole italiane ad ospitare dai 7milioni e 407mila di quest’anno scolastico a 7milioni e 284mila l’anno prossimo, ma dato che non è previsto, almeno nel prossimo futuro, un incremento dei bambini in età scolare, si pensa che ben presto si scenderà sotto i 7 milioni.

Dunque, estrapolando il dato dei bambini e ragazzi in età scolare, dai 3 ai 18 anni, l’istituto nazionale di statistica prevede un decremento di ulteriori 726mila unità solamente nei prossimi 5 anni.

Con questa mole di bambini in meno, è pressocché certo che il Ministero dell’Istruzione non potrà tardare troppo nell’annunciare tagli all’organico. E infatti, già nel Def 2022, il Documento di economia e finanza per il 2022 approvato lo scorso 6 aprile, nel si traccia l’andamento previsto dell’economia a breve e lungo termine, lo stesso documento prevede una sforbiciata alle risorse da destinare al settore istruzione pari a mezzo punto di Pil in cinque anni.

I più sorpresi da questa novità sono stati ovviamente i sindacati della scuola; per la Uil scuola, si tratta di un taglio prossimo ai 7 miliardi di euro, per la Gilda degli insegnanti, “è inaccettabile che, dopo anni di tagli, sulle risorse destinate alla scuola si abbatta ancora la scure della politica”.
Inoltre, come facilmente prevedibile, con meno cattedre in organico, saranno meno anche le possibilità di spostamento, e avvicinamento a casa, per i docenti vincolati nella sede di prima assunzione. Secondo il Comitato nazionale docenti vincolati, gli insegnanti che sperano di rientrare almeno nella provincia di residenza sono 67mila.

E sono proprio questi ultimi adesso a sperare che non venga tagliata loro anche la possibilità di avvicinarsi alla famiglia per un solo anno attraverso le assegnazioni provvisorie. Inoltre, con la riforma delle pensioni non ancora in vigore, il turn over renderà disponibili sempre meno cattedre. Infatti, dal prossimo anno si tornerà ai limiti imposti dalla legge Fornero, con la pensione che scatterà solo ai 67 anni di età.

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