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chi è ilaria salis docente detenuta budapestUna vicenda complessa, di quelle che rischiano di mettere ai ferri corti i rapporti diplomatici tra Stati. Ilaria Salis è una docente italiana di 39 anni, detenuta in carcere a Budapest da quasi 12 mesi con l'accusa di aggressione.

fonte foto: via Today.it

L'insegnante si trovava in Ungheria per manifestare contro il 'Giorno dell'onore', una tradizione tutta ungherese che ogni anno chiama a raccolta nella capitale centinaia di neonazisti. In quell'occasione vi furono diversi scontri tra i manifestanti, durante i quali, secondo l'accusa, Ilaria Salis avrebbe aggredito e ferito due persone.

Cos'è il Giorno dell'onore

Stando però a quanto riportato da diverse fonti, tra cui anche 'Il Corriere della Sera', i due aggrediti non avrebbero sporto denuncia. Ilaria Salis si trova quindi in 'detenzione preventiva' per volontà delle autorità locali. Gli inquirenti sono convinti del fatto che Salis faccia parte di un gruppo organizzato e che abbia pianificato le aggressioni nel Giorno dell'onore, una ricorrenza che riunisce nella capitale ungherese migliaia di estremisti di destra, per festeggiare un battaglione nazista che tentò di impedire l'assedio della città da parte dell'Armata Rossa. 

Il processo

Nell'atto di rinvio a giudizio, lo scorso novembre, la Procura ungherese aveva chiesto 11 anni di carcere per la docente. Ieri si è aperto il processo: Ilaria Salis è comparsa in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti. E' apparsa visibilmente provata dalla lunga detenzione ma ha comunque accennato un sorriso verso le fotocamere. La docente si è dichiarata non colpevole, ed è questa la linea che la difesa intende seguire al processo. I lavori dell'aula sono stati aggiornati al prossimo 24 maggio.

La famiglia lancia una petizione, il Governo si muove

Nel frattempo, la famiglia della docente non si è persa d'animo. Il papà è costantemente in contatto con lei e ha lanciato una petizione online su change.org che al momento conta oltre 48mila firme. Intanto comincia a muoversi anche l'esecutivo: il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha incontrato a Bruxelles il suo omologo ungherese Peter Szijjarto a cui ha chiesto per Salis "un trattamento rispettoso delle regole e della dignità della persona, eventuali soluzioni alternative alla detenzione", secondo quanto apprendiamo da 'Today.it'.
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