
Per le cose giuste, però, i soldi non ci sono mai. Per gli sprechi, invece, sempre. Il pensiero va ai tanto recriminati banchi a rotelle, che magari avrebbero potuto avere un ruolo di innovazione nella scuola italiana ma per i quali, forse, lo scoppio della pandemia non era il momento giusto.
Secondo i medici purificare l’aria riduce il rischio di contagio
Lo hanno detto fin da subito gli esperti di Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA), per i quali ci sono “prove sufficienti che la qualità dell’aria indoor in classe ha un impatto sulla salute degli studenti” e che il monitoraggio continuo della CO2 nelle aule attraverso i dispositivi adatti fa sì che “la probabilità di contagio da COVID si riduce fino a meno dell’1% se si riesce a garantire livelli ottimali di qualità dell’aria in classe”. Non solo: alla vigilia del rientro a scuola, gli stessi medici garantivano che anche i sistemi di ventilazione meccanizzata avrebbero potuto rendere molto più sicuri gli ambienti scolastici. Stessa cosa per i purificatori d'aria, i cui filtri sono in grado di rimuovere particelle fino a 20 volte più piccole del Coronavirus.
Sistemi di aerazione a scuola: una missione fallita?
Le scuole, tuttavia, non sono riuscite a dotarsi in maniera significativa di questi apparecchi. Complici anche l’assenza di linee guida e di investimenti specifici sufficienti (eccetto l’esperimento, riuscito, della Regione Marche). La soluzione più frequente ed economica - consigliata dallo stesso Ministero dell’Istruzione nel Vademecum per gli istituti dello scorso agosto - è stata, quindi, aprire semplicemente le finestre. Ma con la crisi energetica che renderà, probabilmente, i nostri istituti più freddi, si immagina già un inverno difficile per i nostri studenti, irrigidito ulteriormente dalle correnti d’aria causate dalle aperture.
324 milioni per banchi a rotelle e monoposto: sarebbero bastati per sistemi di aerazione in quasi tutte le classi
Luigi Monfredi, caporedattore redazione società di RaiNews24, ha realizzato un’interessante analisi sull’efficienza della spesa pubblica per la scuola durante la pandemia. Per far fronte alla pandemia, infatti, i soldi sono stati spesi, eccome. Secondo i dati di Anac e Governo, nel 2020 sono stati acquistati, per 324 milioni di euro, poco più di due milioni e mezzo di banchi, per poter distanziare gli alunni nelle aule: 434mila di questi erano, per l’appunto, a rotelle e di ultima generazione. La restante parte, invece, era composta dai monoposto tradizionali. I calcoli si fanno da soli: i banchi a rotelle sono costati mediamente 270 euro l'uno, 95 quelli tradizionali; le aule servite (considerando una capienza media di 20 posti) sono state 126 mila, a fronte di 370mila classi nella scuola pubblica italiana, cioè solo una su quattro. Inoltre, in moltissimi casi i banchi monoposto e a rotelle sono finiti nelle cantine delle scuole, a maggior ragione quest’anno in cui le regole anti-Covid si sono allentate ed è tornato un assetto più “tradizionale” dei banchi nelle classi.La conclusione è che con i soldi investiti in quella che, ieri, doveva essere sembrata un’efficace soluzione per la sicurezza degli studenti e dei lavoratori della scuola, oggi appare come l’ennesimo spreco. Per di più in un momento di urgenza, e ancora di più considerando che il costo di un efficace sistema di aerazione, ventilazione e sanificazione, capace di abbattere del 99% di batteri e virus, si aggira tra i 200 e gli 800 euro a classe. Con 324 milioni il doppio delle aule, se non il triplo, sarebbero state dotate di tali strumentazioni d’avanguardia. Con il vantaggio che, se oggi i banchi monoposto o a rotelle non vengono praticamente più usati, al contrario gli strumenti di aerazione o di purificazione dell’aria avrebbero donato - tuttora e in futuro - un anno scolastico più sicuro e confortevole ai nostri alunni.